22 ottobre 2009

Trends e scelta delle keyword

Come e su quali keyword puntare nella stesura delle pagine di un qualsiasi sito?
Ecco che entra in gioco lo studio keyword. Con quali strumenti procedere?
Anzitutto bisogna partire da ciò di cui vuole trattare l’azienda o la persona che aprirà la propria porta sul mondo online.
In questo modo si avrà direttamente dal cliente un primo spettro di keyword ancora da esaminare.
A questo punto bisogna valutare questa prima raccolta sfruttando alcuni strumenti.

Tra i principali a venirci in aiuto vi sono sicuramente:

1. Google Suggestion Keyword, pensato per chi deve dar vita a una campagna PPC con Adwords ma utile anche per chi fa SEO

2. Google Insight che può dare un’idea più precisa (non in termini numerici ma di tendenze) della keyword all’interno del mercato di riferimento.

Entrambi ci permetteranno di individuare quali sono le keyword su cui è conveniente puntare e quali invece si possono sacrificare, quali alternative si possono prendere in considerazione e quali invece sono da scartare.
Ovviamente se avessimo disponibilità di contenuto illimitate e una creatività smisurata si potrebbe puntare su tutte le keyword, comprese tutte le combinazioni e i sinonimi, ma normalmente non è fattibile e nemmeno razionale-usabile.

Un ulteriore strumento per valutare l’andamento di una certa keyword è cercare di capire come vengono trattati i nostri argomenti all’interno di forum-blog, insomma dal popolo, più o meno evoluto ed esperto.
Ci può venire incontro a questo punto un sito come Boardreader un motore di ricerca per forum che permette non solo di visionare tutte le discussioni relative a ciò che abbiamo cercato (ovvio, è la sua funzione principale…) ma si possono raccogliere anche le statistiche dell’andamento delle nostre keyword, quante volte compaiono nelle discussioni.

Purtroppo queste informazioni sono state raccolte a partire da Giugno 2009 per cui non si riesce ad arrivare ad un raggio temporale troppo ampio, ma sicuramente si possono ricavare dati interessanti.

Per verificare l’utilità ho provato ad esempio a confrontare l’andamento di Windows 7, Vista e XP, e si noterà, com’era prevedibile, che Windows 7 è continuato a crescere nelle ultime settimane fino ad oggi, mentre XP e Vista calano, sebbene XP si attesti su risultati migliori di Vista, essendo più vecchio del resto, è normale.

Trends keyword relative forum - Boardreader

La ricerca che ho effettuato è quella relativa, cioè quante volte appaiono in ogni post le singole keyword rispetto al numero di post totali, mentre se si sceglie l’opzione absolute si può avere il numero totale di post dove appare la nostra keyword; i grafici che se ne ricavano sono meno chiari, in quanto si riesce solo a vedere se c’è un aumento o una diminuzione di post contenenti la keyword e il risultato ci apparirà a prima vista più controverso, infatti ad esempio per Windows 7 la keyword sta calando se la si considera da sola, mentre a noi interessa sapere se è conveniente parlare nel nostro sito di Windows 7 o di Windows XP e allora il grafico utile e chiaro è sicuramente quello derivante dall’opzione di visione-confronto (view) relativa.

Trends keyword absolute forum - Boardreader

Se volessimo poi inoltrarci in un ulteriore segmento delle ricerche per la nostra scelta potremmo usare qualche tool che permetta di valutare l'andamento di una keyword nelle cosiddette Real-Time Searches. Quest'ultimo aspetto soprattutto per quei siti che fanno informazione non è da tralasciare, alla luce anche delle ultime notizie relative all'integrazione dei Tweets in Google e Bing.

P.s. Ho tralasciato volutamente i dati derivanti da eventuali campagne PPC, che nel caso in cui fossero corposi risulterebbero fondamentali, ma purtroppo non tutti i clienti hanno campagne attive.


01 ottobre 2009

eCommerce, database, SEO e usabilità

struttura-seoTrattando di eCommerce una questione che credo ci si debba porre prima di intervenire su un sito di questa natura, sia esso solo da rinnovare o da realizzare da zero, è come gestire la mole di dati, come gestire i prodotti, le informazioni, perciò tutto il database.
Non è un problema secondario, né dal punto di vista SEO né da quello dell’usabilità del sito.

E dunque ben vengano i dati, magari accompagnati da contenuti di qualità, ben vengano tanti prodotti, soprattutto se di diverse tipologie, ben vengano conseguentemente le pagine. C’è un però, come direbbe Lucarelli (o De Luigi nella sua estatica imitazione), tanto più è ampio il database tanto più bisogna tenere conto di tutti i minimi particolari, perché un particolare può generare problemi che poi possono ripercuotersi su centinaia di pagine.
Proseguiamo nel nostro viaggio, stiamo per entrare in paradiso: fingiamo di essere in un sistema perfetto, erba, piante, casette, piccoli torrenti, Milano 2, non ci sono ostacoli, quali limiti tecnologici, di cms, di impossibilità di modifica dei templates, di effettiva competenza dei tecnici informatici o di perfetto scambio di informazioni con il cliente.

Come dite? Non vi capita spesso di fare consulenza a qualcuno che recepisce tutte le vostre indicazioni e le attua senza dar vita a reazioni a catena impreviste? Ma sì dai, esistono anche casi positivi, che poi l’Italia sia giovane sulle tematiche relative al mondo dei motori di ricerca è un dato di fatto (UK, investimenti pubblicitari online oltre il 20%, Italia, intorno all' 8%) ma del resto è così in quasi tutti gli ambiti tecnologici. Per ogni chiappa nuda che sculetta in televisione c’è un cervello in fuga. Ogni mattina un cervello si sveglia e sa che dovrà fuggire, ma quella non era la favola del leone e della gazzella? Digressione sociopolitica, tragicomica, scusatemi.

Siamo in paradiso, il primo passo qual è?
Il primo punto, scontato, è rendere tutto il nostro catalogo accessibile.
Volendo poi creare un sito efficace e parlare quindi al meglio con il signore con la barba bianca, Dio (e con gli utenti di Internet) bisogna chiedersi come coprire il mercato (motori di ricerca ed indotto) con tutti i nostri prodotti e le relative pagine all’interno del quale ci muoviamo. Per cui realizzare una struttura logica, chiara e navigabile sulla quale possano essere costruite pagine con contenuti coerenti (testi in pagina e meta) con le keyword sulle quali si è scelto di puntare dopo uno studio approfondito.

Procedendo ci si può trovare di fronte a due situazioni.

Caso 1: il migliore. Abbiamo prodotti per tutte le categorie-tipologie del nostro mercato e riusciamo a coprire con i nostri contenuti tutte le keyword che abbiamo individuato, link, menù ed elementi in pagina sono tutti chiari. Esempio: eCommerce di mele, vendiamo e abbiamo in catalogo tutte le razze. Non è difficile a questo punto creare pagine per ogni tipo di razza di mela e anche una per la keyword generica mele (presumibilmente la home) per chi cerca solo le mele. Così la nostra Eva che cercherà una specifica qualità di mele la potrà raggiungere facilmente da motore di ricerca o anche navigando il sito costruito con menù e link interni che hanno effettivamente senso e sono resi in modo chiaro. E così avvenne la cacciata dal paradiso.

Caso 2: il peggiore. Abbiamo un database di prodotti che sono poco coerenti o non presentano analogie che permettano categorizzazioni logiche, che fare? Staticizzare le ricerche Top che vengono fatte all’interno del sito se è presente un Box Search? Può essere una soluzione. Creare le Tag Cloud per avere pagine ottimizzate per keyword che ci fruttano molto, un’altra possibilità.
Ma lo sforzo dovrebbe comunque andare in una direzione che possa permettere di non usare questi stratagemmi, cercando di creare tipologie vagamente coerenti.
Per cui mettiamo il caso di un eCommerce che vende mele, ma anche altra frutta, verdura, utensili per la casa, motoseghe, attrezzature da giardinaggio, arredamento, lampadine ecc… Purtroppo esistono anche questi casi. Un catalogo molto ampio insomma. Ora se dobbiamo creare una struttura che possa fare in modo di dare link rilevanti ad ogni tipo di prodotto i problemi pratici si accavallano (purtroppo non come le gambe di Sharon Stone in Basic Instinct).
Cosa mettere nel menù presente in tutte le pagine? Quali voci inserire? Quante? Mettiamo la sbrodolata di link nel footer? Quest’ultima soluzione si è spesso costretti ad usarla quando non si può intervenire sugli elementi principali della pagina, quali menù e link principali.

Qui si parla solo di possibilità, ovviamente come ho già sottolineato bisogna valutare caso per caso.

Idealmente seguendo la stella guida dell’usabilità bisognerebbe fare in modo che un utente possa arrivare facilmente e velocemente ad ogni prodotto, con l’utilizzo di scorciatoie, quali Box di ricerca, deep link dalle pagine “più generaliste”, box a step di selezione, (che evitano all’utente la navigazione pagina dopo pagina dal generale al prodotto particolare).

Per quanto riguarda il SEO nel caso di un database così ampio e vario, non resta altro che cercare di ampliare la struttura fin tanto che è possibile, una struttura gerarchica ad albero di natale, in modo da creare insiemi coerenti, individuando i modi possibili per avere link utili per ogni pagina, evitando di mettere ad esempio sotto una categoria arredamento le falciatrici per il giardino.

Sembrano problemi secondari ma quando si tratta poi di sviluppare una struttura e renderla operativa ed usabile all’interno di un sito il procedimento e i ragionamenti diventano tutt’altro che banali e certamente in ultima istanza bisognerà fare delle scelte, possibilmente con alla mano dati rilevanti (riguardanti i prodotti che più fanno guadagnare l’eCommerce, le keyword che generano più traffico, le potenziali nicchie di mercato nelle quali ci si può inserire, valutando anche i concorrenti attraverso Brand Audit ecc..). Il tutto per distinguere quelli che sono i possibili sacrifici e quello a cui non si può rinunciare.

In molti affermano che SEO e usabilità non contrastano mai, io credo invece che molto spesso ci si trova in situazioni che necessitano di un compromesso forzato, e qui si torna all’importanza di fare scelte sulla base di ragionamenti profondi e dati seri.