15 maggio 2006

Juventus, Moggi, mondiali, Italia...

Qualcuno ha proposto che ai mondiali di calcio di Germania l'Italia vada con una squadra di giovani, qualcun altro che non si presenti proprio. Secondo me queste proposte sono enormi cavolate: non giocare o portare una squadra giovanile? Parliamo di un sistema, quello del calcio, che è evidentemente avvezzo alle storture della concorrenza, della competizione, alle influenze-minacce non autorizzate, ai regali natalizi, alle scommesse, ecc.. Si parla di Serie A o di regole flessibili e comportamenti che riguardano tutto il mondo del calcio fino alla C2 e probabilmente oltre? Paghi chi deve pagare, a ogni livello.
Sono juventino e non sono riuscito a esultare per questo scudetto, quasi nessuno c'è riuscito; avrei preferito che la tempesta si fosse abbattuta il giorno dopo la conquista dello scudetto così almeno me lo sarei goduto per qualche ora, visto che fino a una settimana e mezzo fa credevo fosse meritato, anzi si diceva che la Juventus aveva subito meno favori quest'anno delle altre pretendenti allo scudetto. Quindi penso che ciò che deve fare l'Italia è disputare un ottimo campionato mondiale, giocando a calcio, "sul campo"; se Buffon avrà commesso illeciti sarà squalificato e non sarà convocato. Solo così si può conquistare la fiducia della gente e di tutti i paesi stranieri che oggi hanno nuovamente occasioni per dipingerci come un paese di corrotti, furbi e furbetti.
Tutti gli scandali calcistici resi pubblici in queste ultime due settimane offrono anche diversi spunti che possono riguardare non solo il mondo del calcio ma bensì l'Italia in molti suoi settori della vita economica, politica e giudiziaria. Ciò che probabilmente manca è una cultura forte della legalità (non quella giustizialista che si erge ad ondate emotive, che ammicca magari in alcuni casi, per qualche istante, alla pena di morte ecc..); le regole vengono spesso aggirate con maestria da chi le conosce, in ogni ambito e a tutti i livelli di responsabilità, addirittura con la percezione che quel comportamento illecito sia in realtà giusto e che la legge sia un inutile orpello per complicare la vita della gente.
Servirebbe una riforma culturale che faccia comprendere che le regole servono a definire il sistema e a farlo funzionare così come le tasse, la cui diminuzione è doverosa come doveroso è per il cittadino pagarle.

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