31 dicembre 2005

Discorso di fine anno. 31 Dicembre 2005

Italiani, italiani, eccoci qui ancora riuniti tutti insieme la sera del 31 Dicembre a salutare la fine di un anno e ad aprire con maggiori speranze e propositi l'anno che verrà. Il 2005 è stato difficile ma dalle difficoltà si possono trarre importanti riflessioni e spunti per costruire un futuro più sicuro, meno violento e più giusto. L'anno appena trascorso sarà ricordato come quello della lenta agonia di Papa Giovanni Paolo II, un uomo che ha certamente calcato il palcoscenico di una grande fetta della storia dell'umanità del 900' legandosi profondamente alle generazioni dei giovani, l'apprezzamento più generale vale per il Giovanni Paolo II “di vita” più che per quello di Chiesa, nel senso che la sua figura è andata ben oltre il suo ruolo istituzionale ecclesiastico. Il 2005 è stato anche segnato dai terribili attentati di Luglio a Londra e Sharm El-Sheikh, dalle tardive dimissioni del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, dalle sollevazioni giovanili nelle banlieue parigine, dal referendum sulla fecondazione assistita, dalle elezioni in Iraq, ancora ben lontano dalla normalizzazione e pacificazione sociale. Come non dimenticare, televisivamente disquisendo, il continuo susseguirsi di speciali e approfondimenti sul delitto di Cogne, Rockpolitik di Celentano, l'abbandono di Seria A di Mr.18 milioni di Euro Paolo Bonolis per dedicarsi alla conduzione del programma per cui in realtà aveva firmato un contratto con Mediaset, cioè “Il senso della vita”, le vicissitudini di Albano e Lecciso, un festival di Sanremo che mai come in quest'ultima edizione sembra averci azzeccato, grazie probabilmente all'intraprendenza del già citato Bonolis.
Le domande che bisogna porsi sono: cosa vorremmo cambiare del nostro mondo, del nostro Paese, della nostra vita? Cosa dovremmo cambiare per poter vivere in un modo piuttosto che in un altro auspicandoci sempre un miglioramento delle condizioni? Esiste un futuro sostenibile?
Italiani per quest'anno bando al sentimento nazionale per un più globale stringersi intorno all'unica bandiera degna di essere sventolata, la bandiera bianca della vita e della pace, slegata da ogni appartenenza politica e di associazionismo, perdonatemi italiani per la volgarità con cui mi accingo ad esternare il mio successivo pensiero: il mio consiglio più sentito e caloroso è di usare tutte le altre rimanenti bandiere per pulirvi il culo! Con questo degno epilogo concludo.
Dopo che avrete letto questo mio discorso di fine anno ingrasserete di un paio di chili.
Buon Anno a tutti! Il vostro Presidente Nico Guzzi vi saluta, vi abbraccia, ma soprattutto vi osserva uno ad uno come fa il padre attento, severo e premuroso con i propri figli. Buon Anno ancora una volta.

28 dicembre 2005

La fine del mondo che conosciamo: 2012?

Chi di voi a Capodanno non sa ancora cosa fare? Io ci sono in mezzo, come spesso capita per questa ricorrenza si rischia di dover decidere tutto a poche ore dalla mezzanotte fatidica, quale sia il senso di questa festa non lo so, forse adattarsi e omaggiare la ciclicità della vita cercando in questo modo di dare un sentimento di sicurezza alla nostra esistenza, la ripetitività, la routine, le festività in parte a questo servono, anche se in realtà credo che abbia senso tutto ciò a cui decidiamo di dare senso, per questo anche cose razionalmente inutili come “Enlarge your penis” (la prima a passarmi per la mente perché ho appena letto un articolo riguardante lo spam su Repubblica) possono diventare fondamentali nella vita di un uomo.
Alcuni dicono che il 22-23 Dicembre 2012 avverrà la fine del mondo, o comunque un profondo ed eccezionale cambiamento dello stile e delle forme di vita sul nostro pianeta, vi invito a cercare in qualche motore di ricerca l'argomento, è interessante, al di là del fatto che sia o no una grande bufala come tante altre, affrontare la fine del mondo aiuta a porsi domande uniche e a riflettere in termini molto differenti da quelli della quotidianità. Ad esempio l'articolo presente a questo indirizzo:
http://www.darcas.net/index.php/fs=Blog/cmp=ReadBlog/_uid=8

27 dicembre 2005

Sex, Drugs & Rock'n Roll

Rock, Cock'n Roll baby baby
solo piacere solo lussuria
rompere le regole, avere l'oro
ed esporlo con ostinazione in pubblico

La distruzione nello specchio del bagno
la rivincita è sul pulpito ad inneggiare
gioco con i tuoi brandelli di calze a rete
cosparsi di filamenti diamantati tra le gambe

La poesia della mia vita sempre
sull'orlo della perfetta ipocrisia
succhio succhio i tuoi seni
e respiro l'ossigeno della sazietà

A rialzarmi da letto ci pensa
l'assuefazione al mio mondo
che sull'insoddisfazione individuale
ha inscenato la soddisfazione sociale

Giungo alle porte di Las Vegas
con Gioconda RoadSter Zonda
ora tocca a Donna dolce Fellatio
il mio culo è posato su “Vite di scarto”

Sangue, sesso, soldi, quanto potere
potrò concedermi fino al soffio finale?
Quanto del volo sincero e spontaneo
è rimasto in questo cielo così artificiale?

Suite Hotel Supramonte a farsi
tutto quello che passa tra le mani
Donna porge Champagne e mi sussurra:
“Siamo sull'Olimpo del mondo”

26 dicembre 2005

Buon Natale "Lord of the boards"

I miei auguri di Buon Natale giungono in ritardo perché sono tornato proprio oggi da una breve vacanza in montagna, dove tra molti traumi fisici ho potuto approcciarmi al mondo dello Snowboard per poco tempo, quanto basta per rendermi conto che può essere uno sport veramente divertente ma altrettanto faticoso ed eventualmente distruttivo. Per quanto riguarda il resto posso sottolineare che per chi viene come me da una zona in cui regna il culto del week-end, della discoteca e del pub la montagna sembra essere un po' troppo tranquilla.

20 dicembre 2005

Smettere di scopare in 4 Atti. In nomine amore

1 La notte
Giovane flanella affogato nel Martini
fredda lana tagliata dalla lama
lucida lucida di pitone di pipistrello
chi è la preda chi è il coglione
dall'uccello più lungo della sua fama
La danza della figa si annusa
si lecca si gode si è schiusa
saffica passione alle soglie
della perversione ci sono tre carte
il re e le due regine si spogliano
completano il quadro della provocazione
campi di papaveri rossi di amore
è immorale sensazione il potere
di sciogliere in tre bocche diverse
la stessa fragola adulata
per ore e che fatica ma che gioia
capire che ora diventa reale
la famiglia reale allargata
sudata infernale bagnata
momenti scivolati tra succhiare un seno
e avvinghiarsi a piene mani all'altro
girato perso tra le cosce
e il collo, le labbra gonfie, sazie, anestetizzate,
quanto le sento dentro
tutto intorno non è altro che corpi
posati a sposa che trasudano nudità
pelle e giochi in coinvolgimento
gli odori, i sussurri, eccitanti istanti
fino alla fine del più sentito degli orgasmi
fino a quando te ne sei accorto

2 L'alba
Svegliarmi con le prime luci del giorno
e accorgermi che nonostante alcun rimpianto
della notte passata sia rimasto
non si è ricomposta al mio fianco
neanche una donna a svegliarmi
quale strafottuto ricordo piacevole
colmerà tutte queste assenze?
chi a fissarmi negli occhi e a sorridere
all'ora di una calda colazione?
sono rimasto distaccato e solo
ed è passata solo qualche ora
la stanza avvolta dal calore
ha lasciato entrare l'aria fredda
non sento più caldo
oddio, sto morendo di freddo.

3 La notte successiva
La notte come sempre
è pronta per decollare
nell'oscuro ambiente
si nascondono carezze
abbracci e piaceri distinti
sento già i primi brividi
finché mi fermo sospeso
per la prima volta
sul filo del dubbio
mi basta per ammettere
che stanotte non ho voglia
così ho acceso la luce
non ho visto che pupazzi di cera
finti e distratti volti
stanotte ricomporrò
i frammenti del mosaico
della mia vita, non me pento,
voglio svegliarmi con una donna al mio fianco.

4 L'alba successiva
Chi è giunto fino qua
di certo lo sa
il finale che meglio c'azzecca
è quello in cui l'autore non si ficca

19 dicembre 2005

Fazio si è dimesso

16:24 Fazio si è dimesso
Il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, ha rassegnato oggi le dimissioni nelle mani del consigliere anziano.

Io che credevo fosse diventato un'entità, che non esistesse, tutti ne parlavano ma lui non si faceva vedere, non c'era, adesso finalmente si è dimesso, si dice comunque che sia uscito dalla sede della Banca d'Italia portando con se la sua poltrona in pelle bordeaux, caricandola su un camioncino per poi farsela recapitare a casa.

18 dicembre 2005

Auto-Recensione concerto dei "Neverending Whisper"

Componenti band: Claudio Del Monaco (batteria) - Luca Bertocchi http://schnibble.blogspot.com/ (chitarra) - Fabio Pistoni (altra chitarra) - Valerio Paternò (basso) - Nico Guzzi (bla bla bla).

Il concerto è iniziato intorno alle dieci e un quarto dopo un'introduzione epica con orchestra tratta dalla colonna sonora del film “Requiem for a Dream” alla fine della quale hanno suonato le campane, preludio del primo pezzo, cioè For whom the bell tolls (Metallica), i componenti della band sono entrati in scena e il concerto dunque è cominciato. Il cantante, cioè io, è salito sul palco poco dopo, da solo, quando il cantato doveva prendere forma, cercando di creare un effetto divo, probabilmente mal riuscito, ah ah ah. Lascio stare la terza persona, perché mi sembra ridicolo usarla, mi fanno ridere quelli che la usano parlando di sé. La voce non era fredda, la precisione che mancava soprattutto nelle prime due canzoni era dovuta al poco riscaldamento dedicato al fiato, non tanto alle corde vocali, infatti quando l'aria non esce dai polmoni in maniera uniforme la linea vocale non risulta ben definita, credo si sia sentito, per lo meno io l'ho sentito, per quel po' che si sentiva dalle casse spie; in più se si aggiunge anche un po' il problema del rompere il ghiaccio. Il risultato è stato comunque accettabile. Senza pause al primo pezzo è seguita Breaking the law (Judas Priest), che tra le altre cose abbiamo provato milioni di volte nell'inutile soundcheck del pomeriggio, inutile perché per qualche motivo o grazie a qualche sperimentatore dopo che avevamo trovato una discreta quadratura del cerchio, per quanto possibile in un edificio simile ad una palestra, sono stati nuovamente riassettati i volumi e così alcuni tra quelli che c'erano il pomeriggio hanno detto che l'audio del pomeriggio non era neanche lontano parente rispetto a quello della sera, cioè era peggiorato tantissimo. Noi sul palco ci sentivamo decentemente, tranne il batterista, e dite poco! Che ci sentiva dalle cuffie, quasi inutili, costretto ad andare per i cazzi suoi senza praticamente sapere cosa facevano gli altri (infatti abbiamo fatto poi degli errori abbastanza lampanti, vabbè capita, ci sarebbero tanti retroscena da raccontare!). Dopo Breaking the law, ho fatto una breve e simpatica presentazione dei componenti del gruppo che poi ho ripresentato di tanto in tanto durante tutto il concerto, l'unico a non essere annunciato sono stato io, della serie ci tengo all'anonimato, tutti dopo il concerto si chiedevano come mi chiamavo, ha ha ha o ah ah ah, un modo come un altro per far parlare di me. Così parte Aces High (Iron Maiden), si vede che dopo l'inevitabile tensione dell'apertura siamo a nostro agio, anche perché grazie a delle luci colorate che ci hanno puntato contro non vedevamo il pubblico! A parte le cavolate l'unica cosa che ho risparmiato alla mia voce è l'acuto finale. La quarta canzone era degli Helloween, si chiama I want out, dopo la quale ci siamo addentrati nella leggenda dei Black Sabbath con il pezzo Paranoid. Poi Future World, un altro pezzo degli Helloween, con il quale devo ammettere che riusciamo a trasmettere un'allegria dirompente, ci siamo mossi un casino; sul palco c'era abbastanza spazio per farlo, io infatti nel mio piccolo credo di aver fatto qualche km, rischiando di compromettere a volte la tenuta della voce a causa del fiatone! Devo dire che da questo punto di vista devo trovare un po' più di equilibrio tra carica e precisione vocale, anche se tutti mi hanno detto che così va già bene, io penso comunque che allenandosi si possa trovare il giusto compromesso. La settima e l'ottava canzone erano dei Metallica, Fade to black e Master of puppets, nella prima ci sono state delle sbavature abbastanza udibili, nella seconda non molte, se non quelle della voce, in un paio di versi ho sbagliato di qualche istante l'attacco. Al metallo dei Metallica si è succeduta una pausa “catartica”, sul palco siamo rimasti io e Luca, uno dei due chitarristi, per proporre al pubblico un pezzo acustico, Forever degli Stratovarius, una canzone magnifica, in cui la voce diventa emozione, Luca purtroppo ha sbagliato una nota, me ne sono accorto, ovviamente ho proseguito tranquillamente come se non fosse successo nulla, ho pensato addirittura guarda come sono stato bravo, Luca ha sbagliato ma sono riuscito a non perdere la tonalità, invece dopo mi è stato detto che con la voce ho seguito la chitarra stonando a mia volta, mah! Per dire come mi sentivo bene dalle quelle cavolo di spie! Dopo Forever è stata la volta di un pezzo di 9 minuti, Vision degli Stratovarius, veramente power, diciamo che questo è stato il momento più dolente del nostro concerto, nella parte iniziale si è potuto constatare per chi era tra il pubblico un momento di smarrimento generale, pensandoci tra l'altro mi fa veramente ridere, è una canzone sicuramente complicata, ma più o meno come qualcun'altra tra quelle che facciamo, dopo i primi quattro versi a un certo punto il batterista, ricordiamo sempre che non ci sentiva e che andava un po' per conto suo, decide nell'incertezza di tagliare una strofa e passare al ritornello, io rimango spiazzato mi giro spaesato attendendo che si accorga dell'errore e ritorni al ritmo della strofa, lo fa solo dopo qualche secondo, dopo il quale io riprendo a cantare cercando di ricostruire mentalmente e a fatica la canzone. Finito il concerto Claudio, colui che suona la batteria, mi ha rivelato che si voleva fermare e dire: “Ragazzi, non posso continuare così, senza sentire una mazza!” Per un attimo mi era saltato in testa anche a me l'idea di dirlo ma ho cercato di capire se la batteria sarebbe riuscita a rimettere tutto a posto come poi ha fatto. Siamo passati così ai Manowar, il pezzo era Hail and Kill, a petto in fuori, come lo definisco io, alla Ibrahimovic, il pubblico ha accolto con favore rispondendo addirittura con dei cori. Infine facendo una finta gag, abbiamo presentato l'ultima canzone, Afraid to shoot strangers degli Iron Maiden, realizzata “più o meno” perfettamente. Abbiamo simulato la fine del concerto, io ho fatto il deficiente incavolandomi con il pubblico che non chiedeva il bis, dopo un paio di minuti di stronzate, siamo ripartiti con le ultime due canzoni, Eagle fly free degli Helloween e Battle Hymn dei Manowar, con le quali abbiamo raggiunto vette di energia, potenza, dinamicità e precisione spettacolari, tanto che quando abbiamo detto per la seconda volta che il concerto era finito la gente è rimasta lì a fare del casino e a differenza del finto finale chiedendo apertamente altre canzoni ma purtroppo stavolta il concerto si era chiuso definitivamente. Come prima apparizione dei “Neverending Whisper” credo sia stata abbastanza dignitosa.
Comunque sono in attesa di vedere il concerto registrato con le due telecamere diverse che sono state utilizzate, in questo modo tutto il gruppo potrà avere un idea più generale del concerto.

17 dicembre 2005

17 Dicembre 2005

Comunicazione di servizio:

Live concert "Neverending Whisper", ore 21.30, in prossimità dell'oratorio di Arceto(RE).

Paranoid

La traduzione del testo della canzone "Paranoid" dei Black Sabbath descrive approssimativamente questo mio ultimo periodo.

Ho chiuso con la mia donna perché lei non poteva aiutare la mia mente
La gente pensa che sono pazzo perché aggrotto le ciglia tutto il tempo

Durante il giorno penso a molte cose ma nulla sembra soddisfarmi
Penso che impazzirò se non trovo qualcosa per tranquillizzarmi

Può aiutarmi a occupare il mio cervello? Oh sì

Ho bisogno che qualcuno mi mostri le cose della vita che non trovo
Non vedo le cose che danno la vera felicità, devo essere cieco

Fammi uno scherzo e io sospirerò, tu riderai e io piangerò
Non posso provare la felicità e l'amore per me è così irreale

E così mentre senti queste parole che ti ho detto adesso sul mio stato
Ti dico di godere della vita, avrei voluto farlo ma ormai è troppo tardi

16 dicembre 2005

Volontà Post-Mortem

Dopo la mia morte vorrei essere cremato, parzialmente scremato, e le mie ceneri vorrei fossero sparse in un portacenere.

15 dicembre 2005

Beata Mp3

Qualche mese fa ho registrato una canzone o qualcosa di simile. Ho "sfruttato" il testo di una mia poesia (http://nicoguzzi.blogspot.com/2005/10/beata.html), un giro di 4 accordi, registrando il tutto con il programma Audacity in 2 ore e mezza usando una chitarra classica e la mia voce, anche la linea vocale l'ho inventata in quelle due ore e mezza, ho registrato le diverse tracce una sopra l'altra con un microfono che oserei definire ridicolo, è quello che a volte ti tirano dietro quando stai per varcare la soglia del negozio dove hai appena acquistato un computer, quando hai ormai un piede fuori dalla porta la commessa ti urla: "Ti sei dimenticato questo microfono!" e poi te lo scaglia addosso con violenza perché il cliente ha sempre ragione ma va trattato sia con il bastone che con la carota; così è venuto un fruscio incredibile, simile a un uragano, che poi ho tolto parzialmente con Audacity che ha però allegramente aggiunto un suono di fantasmi, mah! Il risultato è comunque apprezzabile, per lo meno artisticamente.
http://www.hostfiles.org/usr/files/50/beata.zip

Il concerto di cui vi avevo trattato nei precedenti post, è confermato per sabato sera, 17 Dicembre, vicino all'oratorio di Arceto. "Apertura cancelli" alle nove e mezza.

14 dicembre 2005

In tribunale

L'imputato: "La vita è una fregatura!"
Giudice: "Ma morire non è originale"

13 dicembre 2005

Impatto

"Cazzo! Cazzo! Porca puttana! Tutto si aggiusta, tutto, poi tutto si aggiusta, porca puttana! Ok, non è successo nulla, è un piccolo incidente, sì, sì, si aggiusta, si aggiusta, forse l'ho ucciso, cazzo, l'ho ucciso, no, no, calma, serve calma, lo ucciso forse, che cazzo ho fatto! E adesso, adesso cosa faccio, devo chiamare un'ambulanza, ma a me dopo? Cosa mi succederà? Cosa faccio? E' meglio scappare, sì, sì, assolutamente, non lo conoscevo neanche, muore tanta gente per le strade, chi potrà incolparmi se non c'è anima viva qui intorno, e se qualcuno mi ha visto? Forse non è ancora morto, no, non andavo neanche forte, no, non posso rischiare, meglio scappare, impossibile che qualcuno mi abbia visto. Via, via, via da qui.”

La macchina ripartì a razzo lasciando dietro di sé il corpo di un ragazzino steso sulla strada, forse era morto, forse no, passarono due ore e mezza prima che qualcuno passasse da lì e chiamasse i soccorsi.

10 dicembre 2005

Tanto pe' canta' perché me sento un friccico ner core

In questi ultimi week-end dell'anno invece di uscire piango, mi immedesimo bene in un riccio nascosto in un angolo, un modo come un altro per passare il tempo, quando rido lo faccio soprattutto guardandomi, incredibilmente con gli altri anche nei momenti peggiori non perdo mai la mia vena di coglione, di giullare, quale Oscar mi aspetterebbe? Il furetto d'oro esiste? Al di là delle mie turbe psichiche, dei miei stati umorali altalenanti che spesso sprofondano in mondi grigiastri e senza ossigeno, volevo rendere noto per chi si trovasse nei pressi dell'oratorio di Arceto, in provincia di Reggio Emilia, che sabato prossimo suonano i Neverending Whisper, dei quali se non ricordo male io dovrei essere il valoroso cantante, definitomi anche Conte d'Ugola, piccolo borgo medievale situato tra Camelot e il confine scozzese, che fantasia istantanea che ho! Per chi vuole ascoltare un po' di musica con gli attributi, del sano e buon metallo con spruzzatine di hardrock noi saremo lì, il concerto inizierà verso le dieci. Chi non verrà sarà punito severamente dalla legge del contrappasso di Dante. Nel frattempo vado a letto, ne ho le scatole piene della mia veglia.

P.s. Chi dovesse portare eroina, cocaina, ecstasy sarà il benvenuto visto che punto all'overdose, ovviamente tutti i fan al concerto dovranno seguirmi in questo viaggio verso altre dimensioni.

L'ora di religione

Ogni tanto mi chiedo se tutto ciò abbia senso, odoirep omitlu otseuq ni atatipac é im ehc alleb orevvad asoc acinu'l ies anitnelav, si vive e si muore, così, tra un pasto e l'altro, ci si sbatte giorno dopo giorno per studiare, per cercare un lavoro, per costruirsi un futuro ed improvvisamente tutto scompare, tutto, mi piace credere però che questa sia una vita di passaggio, spesso aggrappata con tenacia ed egoistica assuefazione alla materialità, ma materialmente cosa rimane di noi? Forse non ha alcun senso riflettere su ciò, bisogna solo vivere, come va, cercando il proprio piccolo scopo da raggiungere di volta in volta, l'alzata di spalle sembra l'unica scelta salutare che si possa compiere. Del resto neanche la maggior parte delle persone che pregano il loro Dio si pone certe questioni, le accetta così, come verità, perché è il modo migliore per mettersi il cuore in pace, meglio evitare di intravedere un qualsiasi velo di Maya, da questo punto di vista tra il credente che non ha dubbi e l'ateo non c'è alcuna differenza. Anche queste stronzate che scrivo qualcuno le leggerà e leggendo magari si chiederà come mai è lì a leggere e non in Uganda a saltare in aria su una mina, come mai? Beato chi conosce le risposte, da parte mia posso dire che sono stanco di scrivere, ho sonno. Vivo apparentemente tra continue contraddizioni, il modo migliore per farsi del male in autonomia ed in piena responsabilità.

08 dicembre 2005

Il cartello energetico

Continueranno a proporci motorizzazioni diesel in tutte le salse le case automobilistiche o finalmente si potranno compiere passi rilevanti nell'utilizzo di carburanti alternativi quali metano, idrogeno, elettricità con motori ibridi? Abbiamo bisogno della morte di altri Enrico Mattei per provare a scardinare il sistema dei cartelli delle compagnie petrolifere? per costruire poteri alternativi a quelli che ci sono da anni intorno al petrolio? Pensate che gli Stati Uniti avendo il petrolio anche sul loro territorio e quindi essendo più indipendenti dalle risorse altrui usano pochissimo i motori diesel, del resto si sono anche meno interessati al problema delle emissioni (vedi mancata firma protocollo di Kyoto), come tutti sanno infatti il gasolio è meno inquinante. L'Italia paga prezzi altissimi per l'energia elettrica e questi costi si riflettono fortemente su tutto il sistema economico, su tutte le attività. In Europa, secondo i rapporti della Commissione Europea, Cipro e l'Italia sono gli Stati dove l'energia è più costosa con i prezzi che si attestano rispettivamente a 92 e 82 euro per Mwh, per fare un confronto con le economie europee sviluppate come la nostra basta guardare i cugini d'oltralpe della Francia dove il costo è 48 euro, nel Regno Unito 46, solo la Germania si avvicina a noi con 71 euro per Mwh (comunque inferiore a noi). La Commissione Europea ha sottolineato la scarsa presenza di mercato e di concorrenza in questo settore, ha sottolineato a più riprese l'importanza di investire sulle energie alternative che non dipendano dal petrolio. La ricerca e l'innovazione devono muoversi in questa direzione e una parte dei fondi sarà utilizzata a finanziare questi progetti. Il dubbio che ci sia però un tacito accordo tra i poteri forti dell'economia e della politica è più che lecito e verosimile. L'improvviso calo di richiesta di petrolio potrebbe risultare molto destabilizzante per tutta l'economia mondiale e gli equilibri(se di equilibri si può parlare) geopolitici attuali; alcuni flussi monetari si sposterebbero o diminuirebbero significativamente; ad esempio in Medio Oriente, regione a noi molto cara, la situazione potrebbe evolversi verso orizzonti sconosciuti; un altro esempio è la Cecenia, la cui economia dipende praticamente solo dalla risorsa del petrolio e questo è probabilmente uno dei principali motivi per cui la Russia di Putin non concede l'indipendenza a questo staterello che ha perso tra morti e rifugiati la metà della popolazione in poco più di una decina d'anni. Sono convinto che anche oggi un Enrico Mattei sarebbe ucciso, continuano ad esserci troppi interessi politici, geopolitici ed economici intorno al petrolio.

Per qualche informazione in più riguardante l'Europa http://europa.eu.int/pol/ener/overview_it.htm.

Nel frattempo in Val di Susa sembra si stia aspettando che qualcuno si faccia male veramente, chissà come e quando finirà. Io pensò che andrò a manifestare prima o poi in cielo il mio smarrimento.

07 dicembre 2005

Pensieri Cheshual

Ho venti minuti per scrivere qualcosa di intelligente, aiuto! Come faccio! Ci metterei molto meno a scrivere stronzate del tipo la vita è bella, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, l'amore non è bello se non è litigarello, i soldi non fanno la felicità, la marijuana del vicino è sempre più buona e tra le altre cose il vicino la paga tutte le volte meno di voi. Cristo è morto in croce, noi tutt'al più in televisione, Italia attenta all'estrema sinistra, non abortite mai, se il problema è la crescita della popolazione mondiale non vi preoccupate, dall'alto della nostra civiltà occidentale andremo a sfoltire da qualche altra parte, prendi sti mille euro e scopa senza preservativo, in questo momento non ho mezze misure, è un periodo un po' così, senza capo ne coda, un periodo di mmmmerda(se non si calca la m il tono ha un effetto minore). Per far crescere l'economia si dovrebbe far capire ai giovani che si può rischiare, volendo essere provocatori credo che la bancarotta debba diventare un valore! Se vi troverete sul lastrico per un fallimento, se dovrete chiedere soldi a qualcuno, almeno ci avrete provato, che gusto c'è ad essere sul lastrico (magari senza preavviso e senza avere avuto la benché minima idea che ciò potesse avvenire) grazie a commercianti o chi per loro che hanno fatto il cambio lira-euro 1 a 1. Possibile che in giro non ci siano idee da sviluppare, idee in cui anche le banche vogliano investire. Le manifestazioni contro la Tav in Val di Susa, che in parte giustifico, sono sintomatiche; il futuro e le prospettive non vengono mai valutate con grande oculatezza, in Emilia Romagna ci sono cantieri dappertutto, eppure le uniche resse che si creano sono all'entrate delle discoteche e alle casse dei supermercati. Giustifico in parte le proteste perché evidentemente se delle persone manifestano con questa insistenza, nel procedimento di discussione non sono stati coinvolti a dovere le istituzioni locali e i rappresentanti dei cittadini. Da una parte credo però che le manifestazioni dovessero essere fatte prima, nel senso che se è possibile che il cittadino comune possa magari non essere a conoscenza dei progetti che riguardano la sua terra, dei tempi di approvazione, di contro le istituzioni locali dovrebbero fare in modo di rendere pubblica la propria volontà di trattazione dei diversi aspetti di una questione prima che le ruspe inizino a lavorare, se un'istituzione solleva i problemi e si fa sentire con veemenza a patti già stipulati ciò significa che è inefficiente, alla faccia della Devolution e di Bossi. Sono passati più di venti minuti, mi fermo.

06 dicembre 2005

Welcome to "Depression Show"

In questo momento chiudendo gli occhi e abbandonandomi a quell'oscurità logorante che mi angoscia negli ultimi tempi mi guardo attraverso i vetri di una finestra, sono inginocchiato a piangere sulla mia tomba, davanti agli occhi la mia immagine in bianco e nero in un portafoto ovale inchiodato nel marmo, la pioggia scroscia a diluvio, gli alberi si piegano minacciosi, la luna si è nascosta dopo essere stata violentata dal buio della notte che, irriducibilmente sadico quando niente va per il verso giusto, ha anche tentato di rapire tutti i pallidi lumini di questa città perduta e di perdenti, le piccole anime che popolano il cimitero. L'altro Me inginocchiato ora è intento ad asciugarsi le lacrime, tornerà alla quotidianità, il riallineamento alla società, mi guarda ridendo, che finga poco importa, mi fissa negli occhi, sembra volermi dire qualcosa, per questo motivo apro la finestra e nella furibonda tempesta le sue urla mi giungono comunque chiare: “Vaffanculo stronzo pusillanime!” e scappa ridendo sguaiatamente, che finga o no poco importa. Autobiografia di uno smarrimento.

05 dicembre 2005

"La libertà" di Giorgio Gaber

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Ho deciso di inserire il testo della canzone di Giorgio Gaber principalmente per un motivo, molti citano la frase la “libertà è partecipazione”, di solito sono attivisti politici, politicizzati, politicanti o piccoli demagoghi di quartiere, di internet, o di chissà quale setta ultra-impegnata, quelli che magari tendono a vedere anacronisticamente ancora il mondo rosso, o nero, o bianco, nonostante sia evidente che neanche i politici ci credano più (e che per il cenone di fine anno a Porta a Porta ci dicono, magari minuziosamente, cosa mangeranno). Il dubbio che continua ad assillarmi è il seguente: la libertà è partecipazione? Può essere, qualcuno ci crede, ma l'obbiettivo di Gaber non penso sia stato quello di costruire una massima pro-attivismo. Considerando l'autore credo che questo testo sia una perla per come riesca a prendere per i fondelli quelli che lo citano, Gaber è lo stesso che ha scritto infatti Io se fossi Dio, un inno quasi all'anti-politicizzazione, “..la politica è schifosa e fa male alla pelle..,” quindi prima di riproporre una pseudo-massima di qualcuno è meglio chiedersi, anche solo per curiosità, se è quello che pensava l'autore, o per lo meno è meglio farsi venire il dubbio; sono stati costruiti troppi miti sui falsi assunti, su verità fittizie, sui fraintendimenti, sulla superficialità. Finisco aggiungendo che, a mio parere, di certo la libertà non è un'occupazione.

03 dicembre 2005

I racconti della notte: "Fracassar d'ossa" 2

(Prima parte http://nicoguzzi.blogspot.com/2005/10/i-racconti-della-notte-fracassar-dossa.html)

Era un mese di settembre molto caldo, “Non molla ancora eh!”, diceva il vecchio Arturo quelle mattine al giornalaio da cui ormai da mezzo secolo acquistava immancabilmente “Il corriere della Sera.” E Il giornalaio spesso rispondeva: “Non si scoraggi, potrà godersi presto anche il freddo, lei ne ha passate tante dopotutto. Passerà, arrivederci.”
Quella notte, come molte nell'ultimo periodo, Francesco non riusciva a dormire, forse nella sua mente baluginavano troppi pensieri, uno su tutti, non riusciva a credere alle storie che si raccontavano in città, eppure ritornava costantemente su quella misteriosa creatura che da anni, e periodicamente, si diceva uscisse allo scoperto per cibarsi di uomini. Facciano vedere un filmato, si sa a volte la gente parte, scompare, cambia casa, residenza quartiere, ma su! Inventarsi leggende del genere! Pensava. Aveva appena finito di guardare l'ennesima replica notturna di una puntata di X-Files, uno dei suoi telefilm preferiti, lui che tanto amava quel genere cinematografico lo considerava comunque qualcosa ben al di fuori della realtà, non accettava ciò che molti suoi conoscenti andavano ripetendo “La realtà è di molto superiore a qualsiasi fantasia, rassegnati e spera di essere lontano le volte in cui si avranno drammatiche e terrificanti rivelazioni su realtà di cui non avresti mai sospettato neanche lontanamente l'esistenza. Spera di non esserci.” E in quel cumulo di pensieri ridondanti si addormentò, sul divano, con la televisione accesa che aveva ancora la stessa spinta capitalistica, lo stesso vigore e potere delle fasce giornaliere diurne, le pubblicità e le televendite si accavallavano nelle ore notturne, l'obbiettivo era conquistare anche l'ultimo consumatore, quello insonne.

01 dicembre 2005

Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio

Muovendomi tra le inevitabili e “sudate carte”, cioè studiando Storia Contemporanea ho potuto scoprire che a Reggio Emilia, per la precisione a Correggio, è stato partorito uno dei tanti spietati killer seriali che non ha nulla da invidiare alle macabre storie giunte a bizzeffe dagli Stati Uniti e dalle rappresentazioni hollywoodiane.

Il criminale a cui mi riferisco è una donna, Leonarda Cianciulli, rinominata “La saponificatrice” di Correggio, soprannome che evidentemente non lascia presagire nulla di buono. E' stata fermata fortunatamente in poco tempo, dopo aver ucciso solo tre persone, si fa per dire.

La prima a cadere nella sua rete fu una certa Faustina Setti alla quale Leonarda promise di averle trovato un marito residente a Pola purché non avesse parlato a nessuno delle novità. Prima di partire per Pola Faustina andò a salutare l’amica Leonarda che le propose di scrivere cartoline e lettere da inviare a parenti e amici una volta giunta a Pola per informarli. Era soltanto un pretesto. Leonarda Cianciulli la uccise a colpi di scure, trascinò il corpo in uno stanzino, lo sezionò in nove parti, raccogliendo il sangue in un catino. Nel suo memoriale scriverà: “gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi sette chilogrammi di soda caustica, che avevo comprato per fare il sapone, e rimescolai il tutto finché il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi e che vuotai in un vicino pozzo nero. Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io.”

Il nome della seconda vittima era Francesca Soavi. Leonarda le promise un lavoro nel collegio femminile di Piacenza. Leonarda doveva essere molto convincente, anche in questo caso Francesca come Faustina si recò a salutare l’amica prima di partire, era il 5 Settembre 1940. La tragedia si stava ripetendo per la seconda volta, negli stessi modi, Leonarda convinse la donna a scrivere due cartoline che avrebbe poi dovuto spedire da Correggio per annunciare ai conoscenti la partenza ma non dove sarebbe andata. Così la colpì e la uccise.

La terza e ultima vittima si chiamava Virginia Cacioppo, un'ex cantante lirica che viveva in miseria. Le fu proposto un impiego a Firenze, come segretaria di un impresario teatrale, inventato presumibilmente, non avrebbe dovuto comunque parlarne con nessuno. Virginia accettò e il 30 settembre 1940 fece visita casa di Leonarda per l'ultimo saluto.
«Finì nel pentolone, come le altre due (…); la sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce».

La sparizione di Virginia sembrò piuttosto strana per la cognata che l'aveva anche vista entrare in casa della Cianciulli. Denunciò così la scomparsa al questore di Reggio Emilia che riuscì ad identificare la “saponificatrice” raccogliendo i numerosi indizi lasciati. Nell'interrogatorio la donna confessò i tre omicidi. La condanna fu a trent'anni di carcere e tre di manicomio giudiziario. Morì nel manicomio per donne di Pozzuoli il 15 ottobre 1970, stroncata da apoplessia celebrale (ictus).

Ricostruzione tratta dal sito Museo Criminologico