26 giugno 2009

Offerte vacanza, promozione No-Cookies

Il sito di Appscout.com e in passato anche la CNN hanno messo sotto la lente d'ingrandimento una pratica utilizzata nel mondo degli eCommerce, compresi quelli che vendono pacchetti vacanza, offerte lastminute, voli, hotel ecc…
Questi tipi di eCommerce (tra cui Amazon) sfruttano un sistema molto fine e sconosciuto alla maggior parte degli utenti.
L’elemento centrale è il cookie, si tratta volgarmente di un contenitore che identifica un utente, al suo interno vengono raccolte una serie di informazioni relative alla navigazione sul sito Internet, in questo modo si ha un tracciamento del comportamento dell’utente e una sua autenticazione (più o meno consapevole) che gli permette nel caso ritornasse nel sito di essere riconosciuto e di ottenere magari offerte customizzate, più in linea con i suoi interessi, con quello che ha già cercato sul sito.

I cookies per cui non sono solo quelli collegati ai login di un sito, quando cioè è stato lo stesso utente a condividere le informazioni registrandosi e creando un proprio profilo (ad esempio nome e password per entrare in facebook), ma in molti siti invece vengono raccolti dati sul singolo utente anche a sua insaputa.

Come si riflette questo discorso sugli eCommerce?
A questo punto risulta chiaro, prendiamo in esame un sito che vende pacchetti vacanze, mettiamo il caso che io, anche se non sono registrato, inizio a scorrere le diverse offerte e focalizzo il mio interesse su una specifica località.
Ho deciso! Voglio andare a Mykonos! Guardo tutte le offerte, appartamenti, alberghi solo colazione, all inclusive e chi più ne ha più ne metta. Mio dio, non so cosa scegliere, aspetto prima di decidere, vado a fare un giro al bar, vediamo cosa mi consiglia Marco.
Dopo un paio d’ore sono a casa, voglio prenotare finalmente la mia vacanza, Agosto a casa no, non posso rimanere sotto il sole della pianura padana pressato da un'umidità infernale.
Ritorno quindi sul sito che avevo visitato poco tempo prima, lui mi conosce già, gli sto simpatico, casualmente nella home ci sono offerte che riguardano la Grecia ed in particolare Mykonos, entro nella pagina relativa.
I prezzi mi sembrano buoni, ma quello di cui non mi sono reso conto è che sono cresciuti!

Il ragionamento che fa il gestore dell’eCommerce è prevedibile, se ho passato così tanto tempo a navigare tra le offerte di Mykonos ho probabilmente già deciso di andare proprio su quell’isola greca, per questo motivo ad esempio un prezzo gonfiato di 50 euro potrebbe non fare alcuna differenza sulla mia scelta, non sarebbe discriminante.

Avete compreso quindi come questo procedimento possa essere esteso a qualsiasi tipo di eCommerce, qualunque prodotto venda.
Non sembra un comportamento molto onesto da parte di chi vende, pensate se in un negozio entrate e richiedete un paio di scarpe specifiche, il venditore le ha e sapendo che sei interessato invece di proporvi il prezzo di listino lo alza di 20 euro; ora se io ho possibilità andrò a vedere in altri negozi o magari provo a chiedere uno sconto, se non lo faccio però pago 20 euro in più rispetto a quello che magari è andato allo scaffale, ha scelto le scarpe da solo ed è passato dalla cassa per pagare. Questo è un caso limite, che può accadere se non c’è il prezzo esposto (che se non mi sbaglio dovrebbe essere obbligatorio).

Ai cookies si lega un problema relativo alla privacy, del tutto irrisolto, e che non è il caso di affrontare in questa sede.

Su Internet però queste cose possono sfuggire, per cui per prevenire questo tipo di situazioni eliminate i cookie quando ritornate sul sito dove ormai siete intenzionati a comprare il vostro pacchetto e prendervi una meritata vacanza.
In Firefox basta che dal menù in alto cliccate su Strumenti e poi su Elimina dati personali (spuntate quindi i Cookie), in Explorer sempre dal Menù, entrate in Strumenti e potete eseguire la stessa operazione con Elimina cronologia informazioni.
Buonissime vacanze!


23 giugno 2009

Eliminare annunci sgraditi in AdSense

Se utilizzate AdSense potrebbero presentarsi prima o poi alcuni problemi di pertinenza tra le vostre pagine e gli annunci offerti dal servizio di advertising di Google. Questi inconvenienti possono risultare spiacevoli ed intaccare l’immagine del vostro sito, soprattutto nel caso in cui avete un sito che tratta delle più disparate tematiche e che magari non ha argomenti così tematizzati e specialistici.

Non è un problema secondario, immaginate se nella Homepage di Repubblica ci fosse un banner grande con scritto “Hai problemi intestinali, prova Intestinex!” (non esiste). Sebbene si tratta comunque di pubblicità (e tutto fa brodo se funziona) non è probabilmente auspicabile che nell’homepage di un sito di informazione (che ha o vuole avere una certa autorevolezza) ci siano banner di questo tipo.
Il problema si amplifica ulteriormente con le pagine interne del nostro sito, nel caso di un blog, le pagine dei singoli post che magari trattano dalla pesca al giardinaggio, ma non troppo approfonditamente.
E’ vero che chi usa un servizio pubblicitario sa che quanto più la propria pagina offre contenuti originali e tecnici tanto più funziona il sistema di Advertising, ma è altrettanto vero che non sempre è possibile trattare un argomento in maniera rigorosa, per mancanza di tempo o per scarsa competenza, dunque quando a fianco dei propri contenuti si trovano pubblicità che possono ledere la vostra immagine, sono della concorrenza o fuori tema, potete eliminarli dalla Console di Google AdSense.
Nella sezione Impostazioni AdSense c’è la sottosezione Filtro degli annunci della concorrenza, basta inserire quindi i link all’interno dell’apposita finestra.

Ma come fare ad ottenere l’indirizzo Internet dell'annuncio visto che solo per alcuni è visibile sotto il testo pubblicitario?
Purtroppo i link che vediamo passando sopra con il mouse sono generati da AdSense, solo successivamente, cliccandoci sopra, arriviamo al link di destinazione, quello che c’interessa.
Vi ricordo però che noi non possiamo cliccare altrimenti violeremmo le condizioni del contratto di Google AdSense che abbiamo accettato e che prevedono che l’utente che usufruisce del servizio di advertising non può in nessun modo cliccare sugli Ads che appaiono nei suoi siti.

Fortunamente ci viene in aiuto sempre Google che ha previsto un Tool facilmente installabile da usare con Internet Explorer. Si tratta di una semplice chiave di registro che viene aggiunta al registro di sistema, per l’installazione del Tool vi rimando alla guida specifica dello strumento anteprima di AdSense.
Una volta installato andiamo sul nostro sito, nella pagina dove viene visualizzato l’Ads che vogliamo eliminare, a questo punto clicchiamo con il tasto destro del mouse e apriamo lo strumento di anteprima di AdSense, scegliamo l’annuncio che vogliamo eliminare e copiamo il link; s’inserisce quindi lo stesso nell’apposita finestra di AdSense ed il gioco è fatto.
Le modifiche diventano poi effettive dopo qualche ora.


Universi paralleli

Dalì, La persitenza del tempoSi tratta di un universo parallelo, statico, una probabilità, più di una congettura relativistica, un mondo parallelo, un tempo assolutamente relativo, infinitamente uguale a 0, una storia senza inizio e senza fine, uguale a se stessa.

Sono una cornice, la tua, non riesco ad uscire da questo quadro dove mi hai rinchiuso trent’anni fa.
Sono seduto in veranda, la mia Peugeot 205 è parcheggiata nel vialetto, in casa non c’è nessuno, fuori anche, la mia casa è isolata, in mezzo alla campagna, tutto è fermo.
La solita nuvola bianco panna ad est, il solito sole delle cinque del pomeriggio di Giugno, il solito rup rup di un cane che non esiste, i solito din don dan di un campanile troppo lontano perché lo senta, i soliti clacson del traffico caotico di un remoto centro cittadino, il solito stridere dei treni della stazione metropolitana mai inaugurata.
Non consumo, non brucio, non ho sete, non ho fame, non muoio, non posso, sono Dio? No, sono un’immagine dipinta in un quadro, quella che vedi tu, non c’è differenza tra me, il tetto della mia casa, la siepe, l’altalena immobile per bambini che non arriveranno mai per giocarci, la gazza ladra in giardino, la mia ombra.
Sono le cinque di pomeriggio di un giorno qualsiasi di Giugno, come lo so? Dal calendario ingiallito in cucina, è fermo a Giugno, anno 1993? In effetti non sento né caldo né freddo, potrebbe essere qualsiasi mese dell’anno, ma in fondo dall’altezza del sole…forse è primavera; comunque quel calendario è vecchio, ma rispetto a che cosa?
Sono vivo nel mio pensiero, penso in una dimensione morta ma la morte non esiste se tutto è fermo, sono Dio? No, sono solo caduto in un pensiero circolare, una realtà staticizzata, il quadro, quello che vedi tu, un uomo seduto in veranda, la Peugeot 205 parcheggiata nel vialetto, una casa priva di vita, dispersa in mezzo ad una campagna sempreverde.
Tutto quello che vedi in questo quadro, la mia vita, è solo frutto della tua mente, io stesso non esisto altro che nel pensiero, proprio come te rispetto a ciò che ti sta intorno.

16 giugno 2009

SEO 90210

Beverly Hills 90210
Vivo a Los Angeles da qualche anno, se non ricordo male mi sono trasferito qui nell’agosto del 1993, dopo aver ricevuto un’offerta di lavoro da una delle prime agenzie di consulenza per lo sviluppo di strategie di web marketing.
E’ interessante e stimolante lavorare in un settore incentrato su Internet, ci sono sempre nuove sfide, un ambiente professionale estremamente liquido, come direbbe Bauman.
La settimana scorsa mi ha chiamato Nat Bussicchio, il gestore del Peach Pit, bar-tavola calda resa celebre dalla serie televisiva Beverly Hills, dicendomi che voleva creare un sito vetrina per promuovere la propria attività.

La prima cosa a cui ho pensato ommioddio un sito vetrina?! Di quelli che non permettono nessuna forma di interazione tra utente e gestore-proprietario del sito Internet magari?
E non ancora contento della sua proposta mi ha dato una lista di keyword per le quali vorrebbe piazzarsi in Top 5 sui motori di ricerca. No, ancora con questo approccio! Mio dio!
Ma in fondo siamo negli anni Novanta e questo è ancora quello che passa per la maggiore il convento e allora dopo aver formulato un preventivo sulla base delle richieste Nat ha accettato di buon grado di affidarsi alla nostra impresa.
E allora giù di doorway, di key stuffing, di contenuti al limite della ragione umana e della comprensibilità.
Dopo un anno insieme Nat si vanta del traffico sul suo sito, del fatto che si piazza primo per Beverly Hills 90210, per Pitch-Pit e tavola calda a Los Angeles e che riceve moltissime email quotidianamente.
Io, è ovvio, non posso sollevare il dubbio sul senso di quel sito, evito di fargli domande come “A cosa ti serve quel sito?”, “Cosa ci fai con quel traffico?”, “Come pensi di incrementare ulteriormente il traffico e magari fidelizzarlo?”, “Che servizi vorresti offrire al potenziale cliente?” Ma a lui non interessa, vuole solo piazzarsi per il suo gruppetto di Keyword e noi questo gli diamo.

Da allora sono passati molti anni, io lavoro per un’altra agenzia, occupandomi principalmente di SEO e ancora, nel 2009, capitano clienti a cui interessa il solo e semplice piazzamento sui motori di ricerca, quando il committente è abbastanza importante allora si può cercare di esaudire questa prima richiesta avendo però in testa una prospettiva ben più ampia, sviluppare una strategia di Web Marketing, Seo-Sem, di tutt’altro profilo che forse apparirà in prima battuta meno comprensibile di un piazzamento nelle prime posizioni, ma che nel lungo periodo non avrà nulla a che vedere con semplici posizionamenti su un motore di ricerca.

Argomenti essenziali, spesso sottovalutati o addirittura sconosciuti, sono infatti l’individuazione degli obiettivi del sito, misurazione dell’efficacia del sito (dell’usabilità), delle conversioni, della distinzione tra traffico generico e traffico composto da utenti che vogliono effettivamente usufruire dei servizi e delle informazioni che il sito Internet può offrire, popolarità del sito, fedeltà degli utenti, autorità acquisita nel tempo nel proprio ambito.


08 giugno 2009

Confronto Google, Bing e Yahoo

bing-google-yahoo
Se v’interessa confrontare e tenere monitorati i risultati dei principali motori di ricerca vi segnalo un sito per fare ricerche alla cieca (blind searches) ideato da Michael Kordahi, si chiama blindsearch.fejus.com.

Si ha la possibilità di ottenere nella stessa pagina i risultati di Yahoo, Google e del neonato Bing (ex-Live Search).

Potete scoprire qual è il motore che preferite votando il risultato della ricerca che più si avvicina a ciò che realmente volevate trovare.

Facendo diverse prove le risposte più pertinenti mi sono state proposte da...indovinate da chi, non è difficile, provate anche voi.
Peccato non si possano comparare anche altri tipi di ricerche offerte dai motori, come quella per immagini o video.

Scusate per il termine un po' scurrile all’interno dello screenshot, non so quanti utenti facciano quel tipo di ricerca su Internet.


02 giugno 2009

Carlo Parlanti, l'ultimo brindisi?

Carlo Parlanti 1996“L'ultimo brindisi?” è il racconto breve con il quale ho partecipato al concorso letterario di Villa Petriolo, un'azienda vinicola fiorentina che ormai da due anni propone questa iniziativa. Per conoscere i vincitori vi rimando al blog di Villa Petriolo, il giorno delle premiazioni sarà il 25 Giugno presso la stessa azienda.
Le storie narrate sono ovviamente tutte legate al vino e nel mio caso ho approfittato per scrivere un breve testo che incuriosisse i lettori su una vicenda molto controversa e drammatica riguardante Carlo Parlanti, vicenda nella quale il vino è uno dei diversi elementi che denotano come il processo abbia avuto un verdetto quantomeno anomalo.
Una storia vera forse un po' al di fuori del concorso per la sua atmosfera tutt'altro che idilliaca, l'idea di fondo è stata più che altro quella di offrire la possibilità di approfondire la storia a quanta più gente possibile ed eventualmente aiutare in qualche modo Katia Anedda, la fidanzata di Carlo che si sta battendo per arrivare ad una revisione del processo. Per ogni ulteriore informazione potete andare sul sito di Carlo Parlanti, dove trovate perizie, atti del processo, ricostruzioni e tutti i modi attraverso i quali potete dare il vostro supporto a Katia, donazioni, articoli, segnalazioni, passaparola su Internet con Facebook e gli altri Social Network, ecc...

L'ultimo brindisi?

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Aspettando l’ultimo brindisi.
Lei con il suo amore diventato ossessione, il nostro rapporto sbilanciato, distorto, ognuno dimostra i sentimenti a proprio modo, dopo l'amore platonico e quello reale, c'è quello patologico che può portare a conseguenze inattese, quasi sempre drammatiche.
Avremmo dovuto essere entrambi morti secondo quanto raccontato durante il processo, lei a forza di botte, io di vino nel corpo, poco importa se le due situazioni siano a rigore di perizia esse stesse in contraddizione, ma a distanza di anni siamo vivi e vegeti, non mi sono arreso, lei forse si è rifatta una vita, io sto male, la mia salute vacilla, dopo aver immaginato sette anni in Tibet ne finirò nove qui, ad osservare il cielo di cemento con i peggiori compagni di viaggio, quelli da riabilitare.
Passare la notte nella prigione californiana di Avenal è quasi come dormire in una palestra adibita a dormitorio dopo un terremoto che ha steso la metà delle case: il problema è che oltre il bagno non si può andare, non si può uscire. Stiamo tutti stipati su piccoli letti a castello a condividere i nostri peccati, i vizi (per lo più droghe, alcol, sigarette e psicofarmaci) o addirittura le virtù nel migliore dei casi. L'ultima conta è alle dieci e mezza di sera, a mezzanotte si spengono le luci.
Le guardie hanno il manganello facile e lasciano che i detenuti si sfoghino e facciano a botte tra di loro per intervenire solo successivamente: bisogna stare sempre in allenamento fisico e mentale altrimenti prima o poi qualcuno ti aggiusta le ossa secondo i suoi gusti e le cure che spesso poi prescrivono i medici non sono quelle indicate dai protocolli del cosiddetto mondo civile. Io ne so qualcosa.
La giustizia passa sulla mia pelle, vivrò anche per riaprire il caso, per levare dal volto di chi ha conosciuto la mia vicenda l'espressione d'incredulità alla quale spesso mi trovo di fronte: bocche aperte ed occhi spalancati sottotitolate da frasi quali Com'è possibile? Veramente è andata così? E le prove dove sono?
Silenzio, “l'imputato si alzi in piedi, la giuria ha emesso il suo verdetto,” ancora silenzio, la tensione cresce, è la svolta finale, l'avvocato Bamieh pensa impossibile perdere questa causa, silenzio, attimi lunghissimi, colpo di scena, colpo al cuore, colpa alla vita, è colpa dell'imputato,“L'imputato è colpevole”, le certezze vanno in frantumi, “Bamieh abbiamo perso la causa!”
Mentre si cade il mondo e la gente che lo popola si fa sempre più distante e sfuocata, i suoni confusi, fino al silenzio, sono ancora prigioniero del silenzio.
Quando si parla di giustizia bisogna andarci cauti, io del resto l'ho già conosciuta e questo Rebecca lo sapeva, tutti sanno che gli errori giudiziari sono sempre esistiti da che esistono i processi, la giustizia è amministrata dagli uomini e gli uomini in quanto tali commettono errori, a volte in buona fede, gli stessi che posso aver commesso io nella mia vita ma che mai avrei pensato mi avrebbero potuto portare fino a questo punto, ma a volte si commettono errori anche in malafede per coprirne altri che si potrebbero pagare in prima persona.
Fortunatamente dopo aver varcato la soglia del carcere di Avenal a morire è stata solo una parte di me, importante è vero, ma ci sono ancora, un po' piegato e malconcio, e non sono del tutto emarginato dal mondo, fuori c'è Katia, la donna alla quale sono riuscito a dire con l'anima ti amo e che sta passando parte della sua vita per difendere la mia dignità, la mia salute, e tentare di rivedere il processo, ma come spesso capita amore e volontà non bastano, servono i soldi e purtroppo non ce ne sono mai abbastanza.
Tutto questo per due sole bottiglie di Chardonnay da 2 litri ciascuna che avrei bevuto in poche ore prima che la spirale giudiziaria si avvolgesse intorno al mio corpo e mi stritolasse come un boa con la sua preda, il fiato si fa corto “Bamieh abbiamo perso la causa!”
Ho sempre considerato il vino un buon modo per rendere spensierata e leggera la vita, per aggiustare il punto di vista sulla vita ogni tanto, per brindare e condividere con le persone un po' di allegria, per riavvicinarmi alla terra, niente di più, nessuna apologia dell'alcol, in fondo mi sono sempre occupato d'informatica facendo sport in palestra nei ritagli di tempo, non sono una rockstar, non conosco Tyson, Bjork o Naomi Campbell, non sono interessante quanto loro, ma la mia storia... peccato solo sia reale, non sono Andy Dufresne, io mi chiamo Carlo, dietro di me non c'è uno scrittore, ma solo la mia vita.

Scusi un attimo, ha detto 4 litri di vino in meno di 5 ore?!
Di Chardonnay?
La cui gradazione media è di 12,5?
Ma lei è un fenomeno! E' immortale! Non ha un fegato, ha un depuratore industriale!


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Dall'alto della sua esperienza nel settore Carlo era riuscito a diventare insegnante d'informatica del carcere, uno dei pochi insegnanti degli ottomila detenuti che affollavano la prigione, di cui quasi la metà avrebbe dovuto essere altrove per motivi di spazio, costruiremo nuove carceri, ripetevano i politici mandato dopo mandato.
I flash si susseguivano, le testimonianze di Rebecca in aula e la documentazione sembravano non coincidere mai, in un turbine di parole, frasi e situazioni attraverso le quali la confusione prendeva il sopravvento; per questi motivi Bamieh, l'avvocato di Carlo ripeteva che le prove si smentivano da sole, le ricostruzioni altalenanti della signora White non erano attendibili. Insomma l’assistito era in una botte di ferro, alla fine del processo si rivelò di carta pesta, prese fuoco insieme alla libertà di Carlo.

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Davanti al computer muoveva la testa sconfortato, non riusciva a risolvere un problema al software a cui stava lavorando. Per alleggerire un po' il senso di oppressione prese una bottiglia di vino dal frigo ed iniziò a berla in quel caldo pomeriggio di fine giugno, il 29 per la precisione, anzi no, ritrattazione in aula, era il 6 Luglio, no, l'agenda di Carlo venne in aiuto di Rebecca White, nuova ritrattazione, era il 7 luglio quando davanti al computer iniziò a bere la sua prima bottiglia da due litri di Chardonnay, il sapore intenso allietava almeno in parte la sua permanenza al computer. 
Rebecca, la donna con cui conviveva rientrò in casa alle cinque, forse le sei, il loro amore sembrava tutt'altro che intenso, sebbene lei diceva di amarlo scrivendolo anche nelle email negli ultimi tempi avevano smesso di dormire insieme, Carlo ormai non provava nulla e aveva detto più volte che stava pensando di andarsene, approfittando delle buone prospettive professionali, la sua idea era quella di potersi ristabilire in Europa.
Beveva, la prima bottiglia era finita, il dio Bacco sorrideva compiaciuto, Carlo non era ubriaco, due litri di vino da 12° bevuti il pomeriggio sono una passeggiata per chiunque, chiese a Rebecca di andarne a prendere un'altra al supermercato e poco dopo era già di ritorno con la seconda, non si trattava evidentemente di degustazione, la stappò e continuò a bere, altri 2 litri, era ancora in piedi? Certo!
Richiamò Rebecca, l'aria si riempì di tensione:
"Sai Rebecca, forse è meglio per entrambi non vivere più sotto lo stesso tetto, dovresti andartene..."
"Andarmene?"
"Sì, non si può andare avanti così"
Quasi aspettasse di sentirgli dire quelle parole: "E' questo quello che vuoi!"
"Sì, mi dispiace, ma è ciò voglio."
"Come preferisci allora, non mi vedrai mai più!"
Dopo il breve scambio di battute Rebecca era in camera da letto a preparare le valigie, stava per uscire, all'improvviso Carlo si avventò su di lei: "Dove vai!".
La violenza esplose, prese la testa di Rebecca e la iniziò a sbattere contro la parete, uno, due, tre, trenta volte - la polizia, nessun segno sulle pareti - ora in camera da letto, urla strazianti - nessuno sente, l'appartamento ha muri così sottili che si sentono le chiacchiere dei vicini - nuove percosse e botte - il medico, nessun segno che possa far pensare alla violenza di cui sarebbe stata vittima Rebecca - sanguinava copiosamente sul letto - la polizia, nessuna traccia di sangue su coperte e materasso - Rebecca a pancia in giù veniva posseduta, stupri ripetuti - forse consenzienti diceva lei. Lasciata legata per due giorni, forse no. E' tutto scritto nei diari, i diari? Scritti durante gli stupri, durante gli stupri?
Passa un mese, Rebecca denuncia, passano alcuni mesi, Carlo è in Germania per un nuovo lavoro, viene arrestato, non sa perché, dopo diversi giorni viene estradato. Goodbye Freedom, Welcome California.

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