26 maggio 2009

Perché usare il Tag Priority

A cosa serve il tag Priority? Dal punto di vista SEO rappresenta una tra le diverse possibilità per indirizzare al meglio gli spider dei Motori di Ricerca sulle pagine del nostro sito che consideriamo più rilevanti e che vogliamo dunque vedere indicizzate per prime.
Si tratta di un comando da inserire nella Sitemap XML, ma come usarlo?

L'applicazione più utile e proficua del Tag in questione è probabilmente nella fase di prima indicizzazione del sito, quando cioé il sito è stato appena reso raggiungibile agli spider, è dunque online da poco.

Se ad esempio avessi un sito di eCommerce che vende scarpe di marca, vorrei che le pagine dei singoli brand, ad esempio "Scarpe Nike" fossero indicizzate prima di una pagina che rispetto alla Index è meno profonda, ad esempio la pagina-categoria "Scarpe da ginnastica" che idealmente sta sopra a "Scarpe Nike".

Cercando di chiarire. Sappiamo che la pagina Index (Home) del nostro sito è ovviamente, se la struttura è razionale, a priorità assoluta. Poiché la scala del tag priority va da 1 (massima rilevanza) a 0,0 la pagina principale nella Sitemap XML apparità in questo modo:

Tag Priority

Nel modo seguente diremo poi a Google di controllare ed indicizzare prima "Scarpe nike", rispetto ad esempio alla categoria-pagina di cui fa parte.

XML-tag-priority

Tutto questo ha più senso nella prima fase di indicizzazione ed in parte nel caso in cui si abbiano in un sito pagine che vengono aggiornate spesso e per le quali si vuole che su di esse ci sia un'attenzione maggiore. Nel nostro caso potrebbero riguardare i marchi che vendiamo di più o più ricercati, per cui vorremmo che ogni nuovo modello sia subito indicizzato.
Di certo se la struttura del sito e i contenuti sono già indicizzati Google tenderà a stabilire una priorità per ogni pagina quanto più vicina a quella che suggeriremmo, nel tempo gli spider tendono a stabilire criteri più precisi e razionali per ogni sito, ciò significa che se abbiamo lavorato bene sui contenuti e sulla struttura essi saranno in linea con le nostre valutazioni.

Bisogna anche sottolineare, nel caso non fosse chiaro, che il Tag Priority non ha nessuna influenza sulle pagine dei risultati di Google, cioè quello che fa vedere Google dopo una ricerca risponde comunque ai propri criteri di selezione delle pagine.

La considerazione generale è comunque che ogni specifica in più che possiamo dare ai Motori di Ricerca è utile valutarla e tenerla in considerazione per un eventuale utilizzo.

15 maggio 2009

Il testo di Numero uno di Matze Knop

Non ce l'ho fatta, vi propongo qui il video e il testo della geniale quanto trash canzone Numero uno, Luca Toni del comico-conduttore-cantante tedesco Matze Knop. Qualcuno li chiama in modo dispregiativo crucchi ma in fondo ci beccano anche loro a volte! E sono stati pure simpatici!

Il motivo della canzone è stato ripreso da Pasta e fagioli di Lino Toffolo che a sua volta ha ripescato parte del testo e la melodia da un'altra canzone ancora dal titolo Zuppa Romana.

Video non ufficiale Luca Toni, numero uno





Testo della canzone


Fritti, scampi, e Chianti, calamari
Luca sei per me, numero uno

Cannelloni, Luca Toni, peperoni
Luca sei per me, numero uno

Bella donna, Mamma Mia, alimenti
ciao, Roma Roma, Ribery, amore mio

Mozzarella, mortadella, Mit Nutella
Luca sei per me, numero uno

Prego, fallo a Luca Toni
Simulazioni, Stehe wieder auf (hey)

Prego, Luca Tore mache, und bei Jubel lache, campioni Luca Toni

Zabaione, minestrone, o benone
Luca sei per me, numero uno

Italiani, trifft Germani, große Klappe
Luca sei per me, numero uno

Bella donna, Mamma Mia, alimenti
ciao, Roma Roma, Ribery, amore mio

Amaretto, Rigoletto, Benedetto
Luca sei per me, numero uno

Prego, acqua minerale, grappa speziale
cozze vongole

Prego, foto di panini, Schicker Lamborghini, Luca Toni kriegt milioni

Tortellini, cappuccini con Martini
Luca sei per me, numero uno

Luca Toni, telefoni, Berlusconi
chiama qui per te, numero uno

Bella donna, Mamma Mia, alimenti
ciao, Roma Roma, Ribery, amore mio

Schwarze Haare, Viel ballare, calcio di mondiale ma per me, numero uno

Welcome to the news of the week:

Colero ma-kio mio millo piascolo piccolo, no, Monaco di bavaria seco, campioni del mondo, no, EM ausgeschieden, no che bello, no, allora che bello

Gool de Luca Toni!

Tortellini, cappuccini con Martini
Luca sei per me, numero uno

Luca Toni, telefoni, Berlusconi
chiama qui per te, numero uno

Bella donna, Mamma Mia, alimenti
ciao, Roma Roma, Ribery, amore mio

Schwarze Haare, Viel ballare, calcio di mondiale ma per me, numero uno

P.s. Sono ben accette correzioni, alcune parole sono dubbie


13 maggio 2009

Vieni con me

La settima canzone di Rec in Rum è Vieni con me, racconta di sogni e speranze, della felicità, della ricerca della felicità. Ogni persona passa parte della propria esistenza a confrontarsi con i propri sogni di gloria, di gratificazione personale.

La prima volta che ho fatto l'amore è stato a 18 anni, su una cabrio, quella di mia madre, che il papà le aveva regalato per sentirsi un po' femminista, peccato solo si trattasse di una punto e non di una porsche. Non era in fondo male, dopotutto d'estate si potevano guardare le stelle comodamente seduti sul sedile, bastava fermarsi nel buio della campagna, a patto di aver fatto un tuffo prima in qualche liquido anti-zanzare.
Quello che avvenne una calda sera d'estate con G. non fu niente di speciale, ma sul momento lo sembrava, io l'amavo, lei diceva di amarmi, non avevo dubbi sulla sua sincerità, e allora dopo averci pensato su qualche notte decidemmo che fosse il momento buono.
Passai da casa sua alle dieci, dopo una breve tappa in piazza a scambiare due chiacchiere con gli amici. Alle undici la luna piena contemplava i nostri corpi nudi e incollati in una carraia poco fuori dal paese, durai un'ora, sarà stata la tensione o non so che, ma ad oggi non sono ancora riuscito a battere quel record.
Quella notte parlammo poi del nostro futuro, dei progetti, con quella sensazione di serenità e quiete che pervadeva i nostri corpi dopo aver raggiunto la massima intimità possibile ed io ancora ripenso a quelle frasi piene di speranza, di sincerità, ma anche oggi arrivo in ritardo, “sono anni che ti aspetto,” non importa, se ci credi tu io non ho da temere, ho conservato un sacco di girasoli e sapori nella credenza dei miei pensieri, passeggiano baci, umori, amori e scalpitano unioni, voglio prenderti tutta e ballare, voglio solo ballare e cantare con te.
Non sono ancora cresciuto, non ho ancora fatto il salto di qualità, la gente vuole vedermi crescere ma non mi lascia crescere.
Stasera non ci sono per qualcuno, solo per chi vuol fare casino con me che ho gridato ci sono anche io, saltiamo sulle nostre Punto Cabrio e fingiamo che tutto sia perfetto, libertà è solo per chi la cerca e non per chi ce l'ha.
Mi chiedi dove sono i miei soldi, li ho investiti in difficili guadagni, che a credere nei sogni a volte poi non mangi, e ti guardi allo specchio e vedi qualcuno Nettuno ma chi è? Quel suono distorto e semplice proviene da noi, che vogliamo solo ballare, vogliamo solo cantare.
Mi maledirai sul fondo dell'oceano, mi esalterai nel cielo e nell'etereo, ma qualunque cosa farai io tornerò a guardare le stelle sulla mia punto cabrio, a sperare, ad immaginarmi il mondo e il modo migliore per esprimermi. Tu che fai? Vieni con me?

05 maggio 2009

Il labirinto di Adranos, premiazioni Incipit da Favola

Incipit da Favola è il concorso indetto dal sito Internet di Kataweb ilmiolibro.it, i risultati dovrebbero conoscersi a breve. Si trattava semplicemente di costruire una storia partendo dall'incipit di un racconto di Paola Mastrocola. Vi propongo qui la mia creazione realizzata per l'occasione. S'intitola "Il labirinto di Adranos". Le prime righe tra virgolette sono l'incipit.

Il labirinto di Adranos


"Siccome avevo preso un altro brutto voto, mio padre mi disse:
- Va bene, allora oggi verrai con me a lavorare. Così vedrai come si fatica!
Mio padre faceva il giardiniere, e andava in giro per i giardini altrui. Andava a potar piante, rastrellare foglie e tagliare erba col suo potente tagliaerba.
Quel giorno doveva occuparsi niente meno del giardino dei terribili Lorchitruci.
I Lorchitruci erano la famiglia più ricca e potente della collina. A me facevano paura due cose di loro: il nome, perché mi veniva da pensare a degli orchi molto truci; e il giardino, appunto, perché era chiuso da una muraglia gigantesca dietro la quale chissà che cosa mai si nascondeva.”

Erano le otto di mattina di una limpida giornata di maggio, salimmo sul vecchio Fiorino di mio padre alla volta della collina del male. Così la chiamavano sottobanco e sussurrando tutti coloro che vivevano ai suoi piedi. Si raccontavano tantissime storie su una buona parte delle ville che la costellavano, molte delle quali sembravano uscire dalle mani di qualche scrittore popolare di horror, alcuni dicevano che anche De Sade avesse vissuto lì per qualche tempo durante la sua permanenza in Italia.
Mi rivolsi a mio padre e per farmi coraggio urlai: “Lorchitruci stiamo arrivando!”
“Ma cosa gridi a prima mattina! Ti rimetto in riga io! Vedrai che oggi sgobberai così tanto che studiare ti sembrerà il passatempo perfetto.” Ovviamente io non potevo dire che già pensavo con nostalgia ai libri, a Paolo e Francesca e al Teorema di Gauss.
Arrivammo alla villa, due strane creature in gesso ai lati del cancello mi osservavano con sospetto, un brivido. Intanto immaginavo che al di là della barricata il sole non potesse arrivare, ma mi sbagliavo, infatti non appena si aprì il cancello simil carcere i riflessi della luce giungevano ai miei occhi da tutte le parti: un parco naturale con lago artificiale e piscina, solo in lontananza la casa, un misto tra stile colonico e barocco. Lorchitruci solo uno di noi sopravviverà!
"Poterai il labirinto, le parti alte che non sono riuscito a pareggiare al resto della siepe."
"Il labirinto?"
"Sì, il labirinto, ma non preoccuparti, non ti perderai, ha una sua logica, basta andare sempre a destra. Prendi la scala, la motosega e il sacchetto con il pranzo, io vado a potare gli alberi dall'altra parte della villa, ci rivediamo stasera alle sei."
"Addirittura?"
"Sì tanto quello che devi fare non è molto, più che altro dovrai spostarti spesso, si tratta di rifiniture. Ricordati, segui sempre la destra e arriverai al centro del labirinto. Al lavoro sfaticato e alle sei puntuale di fronte al cancello principale!"
"I Lorchitruci dove sono?"
"Sono andati in città, c'è solo il custode."

Guardai mio padre allontanarsi, subito dopo mi diressi all'imbocco del labirinto, era formato da una siepe molto alta e larga ed in effetti non ero tutto perfetto, alcune parti sporgevano. Mi tirai su le maniche, indossai i guanti, piazzai la scala, accesi la motosega ed iniziai a tagliare qua e là. Il caldo si faceva sempre più pressante, tra spostamenti e sali-scendi proseguii tenendo la destra.
Lo stomaco brontolava, possibile? L'orologio segnava già mezzogiorno e quaranta. Accidenti! Ecco perché ho così tanta fame! Mi sedetti su un gradino della scala e mangiai il mio panino con prosciutto cotto e formaggio. Non sapevo ancora se sarei riuscito ad arrivare al centro del labirinto, ma la cosa più importante è che ancora non era successo nulla di spaventoso.
Cercai il cellulare nelle tasche, non c'era, l'avevo dimenticato in macchina, scovai però il pacchetto di sigarette di un mio amico che mi aveva chiesto di tenerglielo e poi non si era ricordato di farsele ridare. A quel punto, sebbene non fossi mai stato un fumatore, pensai che una bella sigaretta sarebbe stato un buon epilogo per il pranzo, ne accesi una, tossii subito, ma dopo qualche boccata mi abituai, anche se non aspiravo il fumo, bruciata ormai fino al filtro la buttai a terra. E' ora di riprendere a lavorare!
Per diversi metri di siepe non dovetti intervenire, svoltai ancora una volta a destra e posai nuovamente la scala a terra, salii, riaccesi la motosega e puntai, incontrai qualche difficoltà, la velocità della lama ogni tanto diminuiva perdendo efficacia. Ad un certo punto per tagliare la parte più alta della siepe mi sbilanciai troppo e finii per cadere al suo interno, mi parve di vedere sul terreno due teschi, due teschi di uomini?! Lo sapevo! Allora è vero quello che si dice sui Lorchitruci! La motosega cadde dietro di me e continuando a funzionare finì per segare una gamba della scala, impattai la testa contro un ramo e svenii.

Mi risvegliai alle nove e mezza di sera, mio padre era seduto di fianco al letto su cui ero steso, con voce commossa disse: "Momenti ci rimanevi secco, mi stavi facendo venire un infarto."
"Ma siamo in ospedale?"
"Sì, hai perso conoscenza mentre lavoravi, per fortuna sono arrivato in tempo. Ho raggiunto il labirinto in fretta e furia quando ho visto le fiamme levarsi dal suo interno."
"Le fiamme?"
"Sì, non si sa in che modo, ma si è scatenato un incendio che fortunatamente non si è esteso al resto della collina grazie alle mura della villa che ne hanno bloccato l'espansione."
I vecchi lo dicevano sempre: ciò che accade nella proprietà dei Lorchitruci non esce dalla proprietà dei Lorchitruci.
Rimasi in silenzio...la sigaretta poteva essere stata la causa? Non era mio interesse verificarlo o confessarlo.
Mio padre riprese il racconto: "Allora sono entrato nel labirinto correndo all'impazzata per trovarti, stava andando tutto a fuoco, ho trovato la scala rovesciata e la motosega per terra, ho visto la tua gamba uscire fuori dalla siepe, così ti ho preso e portato fuori. Ora eccoti qua."
Quasi senza ascoltare la storia che mi riguardava dopo un attimo di esitazione replicai: "Sai papà, ho visto una cosa dentro quel labirinto."
"Non ti sforzare ora, mi dirai domani" e facendomi cenno di girare la testa "ora ti devo presentare qualcuno."
Volsi lo sguardo verso l'altra parte della stanza, mi accorsi che c'era un'altra persona in piedi vicino alla finestra.
"Mi sono dimenticato di presentarti il conte Canio dei Lorchitruci, è venuto subito a trovarti dopo aver saputo che ti eri fatto male. Visto com'è stato gentile?"
"Sì, gentilissimo" dissi con un filo di voce, il terrore fece ritorno, mi sentii mancare: papà, forse vuole solo accertarsi che non abbia scoperto qualcosa sul suo conto, pensai.
Il suo sguardo fisso penetrava tra i miei pensieri: ciò che accade nella proprietà dei Lorchitruci non esce dalla proprietà dei Lorchitruci.

Non confessai mai a nessuno quello che vidi quel giorno.