23 gennaio 2008

Senatori a morte

Quello che sfugge ai politici italiani è il clima che si è generato intorno a loro, non si tratta di disillusione, disinnamoramento, delusione, si tratta di odio, l'odio serpeggia.
Per questo motivo non mi spiego ancora come dopo la morte sciagurata di Marco Biagi non si siano verificati altri episodi di violenza. Oltretutto dopo la sua morte abbiamo dovuto subire pure i timidi e poco credibili “mi dispiace ma” dei grandi maestri ideologi della sinistra, così grigi e vecchi (del resto chiunque si siede una volta in Parlamento punta ai record dell'immortale Andreotti); come se non bastasse anche le parole della Destra ad aggiungere sgomento “Marco Biagi è un martire della patria”, ma i martiri non sono coloro che s'immolano per la patria? A me sembra che Biagi sia stato più che altro immolato.
Una legge sbagliata, inefficace o dannosa si può cambiare, alla morte non c'è rimedio rimanendo sempre nello stesso sistema spazio tempo.
E così dopo l'homo sapiens e quello videns, c'è il politico italiano, l'homo homo, tale non per la sua virilità (e così impegnato in politica non ha tempo per lussi e cupidigie amorose) ma per il suo modo di essere, un uomo due volte, cioè che dopo aver fatto più o meno le tappe evolutive precedenti è diventato homo homo sviluppando l'abilità di osservazione, ciò che vede è l'immagine riflessa di sé stesso allo specchio dei bagni di Stato.
Il risultato sono gli stronzi che si riversano e si riverseranno sulle generazioni future, qualcuna s'è già persa per strada, poco importa; ma ciò che è più disarmante è che non tirano nemmeno l'acqua, gli stronzi si accumulano esattamente come la spazzatura di Napoli e galleggiano, sono ovunque.
Sembra di sentire la voce del celebre clown It che al bambino che ha perso in un tombino la barchetta di carta ripete “Galleggiano, eccome se galleggiano”.

21 gennaio 2008

La nonviolenza, l'ahimsa

Basta la nonviolenza in Italia per cambiare le cose? Quesito provocatorio ma tutt'altro che surreale.

01 gennaio 2008

Piacere, Glenn Grant

Cara donna in rosso mostra a un ignorante come me Glenn Grant highway, che di folgore illumina i miei pensieri, un amore, sono passabile, ma non ci passo mai per i cunicoli stretti che la tradizione ha canonizzato, una sfida, un massacro.
Ti devo dire una cosa, moriremo, ci muoveremo attraverso le pecche del tempo, le sue crepe, attraverso il nostro passato come fanno i grilli la notte, cantando alla nostra amata dea della notte, alla luna, con occhi pieni di energia, il terzo occhio pieno di comprensione, compassione, pietà.
La scorsa notte ho fatto il mio primo sogno al contrario, quando qualcuno, una voce interiore, mi ha ridestato dal sonno mi sono accorto che mi ero appena addormentato.
Essere a tu per tu con la propria anima non è mai facile, ma ho conosciuto qualcuno che alla sua anima non si è mai concesso: sconosciuto a se stesso.