31 ottobre 2006

China, India, Power, Low Energy, I'm feeling good

E s'infranse anche contro il tremulo lume di una candela colato nella penultima goccia di cera il vento della povertà che strisciava da Sud portando con sé il sangue che si sarebbe dovuto versare affinché questo nostro mondo potesse sopravvivere: guerra, guerra e poi ancora guerra. Era un giorno come tanti altri quello in cui accendemmo la prima televisione e la guardammo in cinque famiglie, diventò speciale, sempre più speciale, tanto da diventare abituale, in pochi anni micidiale. Iniziammo poi a scambiare frasi con persone di tutto il mondo grazie ad internet, mentre il Grande Fratello si estendeva in ogni terra con le sue metastasi di tecnologia raffinata ma ancora troppo imprecisa, la gente distoglieva l'attenzione dal piccolo fratello che campeggiava dentro di loro mentre Sant'Agostino piangeva di disperazione. Conoscemmo cose di cui non avremmo mai sentito parlare dai media del vecchio sistema, ma più ci si informava più paradossalmente il potere diventava occulto, fuori controllo e instabile, gli equilibri geopolitici stavano cambiando nel silenzio maggioritario, quello peggiore, poi il mondo si divise tra musulmani e cristiani, nuovamente tra buoni e cattivi, iniziarono a scarseggiare sempre più le risorse del pianeta ma tutti sognavano la bella vita, il televisore Lcd, l'Home Theater, la Playstation 6, quella che si ispirava al film Existenz; la Cina degli anni 30 aveva superato gli Stati Uniti, l'India il decennio successivo; meritavano anche loro i successi della scienza e del progresso, anche loro avevano il diritto di consumare. Del Medioriente si dimenticarono tutti, dei musulmani si dimenticarono tutti, i fondamentalisti di ogni luogo avrebbero ucciso ancora pensiero e persone in nome di religioni sempre più dogmatiche e vuote, ma nessuno ci avrebbe fatto più caso, gli unici veli di cui si parlava erano quelli di Maya delle credenze orientali, i ricchi avrebbero avuto tra le mani il nostro destino anche se noi non ci avremmo fatto troppo caso convinti che il progresso di allora ci avrebbe salvato, convinti che in qualche laboratorio segretissimo alcuni scienziati avevano già da anni tra le mani la soluzione per risolvere i nostri problemi aspettando però l'ultimo momento per offrirla al mondo, in perfetto stile hollywoodiano; allora l'Area 51 si sarebbe rivelata agli uomini per ciò che era, una nicchia fuori dal tempo, dove convergevano conoscenze dei più disparati piani dell'esistenza, delle più varie specie e forme di vita, dove il futuro e il passato si fondevano nella teoria assoluta dell'energia e delle sue manifestazioni.

28 ottobre 2006

Roditori e rodimenti di coglioni

Giacché non so cosa fare e la cioccolata è finita, prima di andare a letto, per passare un po' di tempo sveglio, scrivo qualcosa, della serie “Chissà che non abbia qualcosa di interessante da dire.”
In effetti non avrei da dire nulla ma si sa come funzionano queste cose, uno si mette davanti alla tastiera e poi prende per mano il proprio fluire di pensiero cercando di tramutarlo in un testo, un aggregato più o meno ordinato di parole, approssimativamente comprensibile.
Una delle considerazioni che mi è capitato di fare in questi ultimi ferventi giorni di discussioni politiche riguardo la finanziaria del governo Prodi è: ma se cade questo governo chi è che votiamo?
Vi lascio con questo quesito, basta e avanza per mangiarsi le dita e arrovellarsi per molto tempo, roditori e rodimenti di coglioni.

24 ottobre 2006

8 Novembre Kanaka - Codemondo (RE)

Nuova data per i Neverending Whisper, concerto a partire dalle 21,30 circa.
Le informazioni sul locale sono http://www.kanakacafe.com/ Nella sezione contattaci potete capire dove si trova.

Venite a vederci! Vi aspettiamo! In caso contrario la maledizione degli assenti si abbatterà sui vostri animali domestici e per questo grandi pene patirete.

22 ottobre 2006

Noi siamo mafiosi e i russi hanno Putin?

Qualcosa deve pur succedere nel week-end. O no? Forse alcuni eventi sarebbe meglio se non si verificassero o perlomeno si facesse di tutto per evitarli. Non sto parlando ovviamente delle manifestazioni contro la finanziaria, molto interessanti per la loro composizione eterogenea anche se poco originali, ormai sono scene inflazionate, probabilmente anche grazie o per colpa della sinistra, dei girotondisti (i pochi girotondisti che apprezzo sono quelli che ballano la tarantella).
Breve parentesi: una persona getta lo sguardo alla televisione e si rende conto che hanno ragione tutti, dopo di che stupito si chiede “ma com'è possibile? Tutti hanno ragione? Ed io? Che cosa faccio? Difendo o protesto? Piazza o lavoro? Berlusconi o Prodi? “Il portatore nano di democrazia” o il portatore sano di malinconia (a detta sua i conti dell'Italia questa manovra permettono)? Protesto, non tanto contro la finanziaria, non tanto contro Putin che ricorda premurosamente all'Italia la mafia per la quale è famosa solo perché gli si è fatto presente che la Cecenia è un problema su cui l'Unione Europea non potrà tenere le braccia conserte per sempre; ebbene, protesto con il caso, la fatalità, che ha voluto che cinque persone, più o meno giovani, al ritorno da una discoteca nei dintorni di Novara siano state vittime di un incidente ad alta velocità rimanendo carbonizzati all'interno della loro auto che ha preso fuoco dopo l'impatto contro un muro. Forse l'anima di chi guidava ma anche di chi gli permetteva di farlo (gli amici seduti a fianco) viaggiavano anche più veloci dell'auto, a questo sembrano servire i week-end e non tanto alla possibilità di dedicare più tempo a se stessi, agli amici, alle mogli, agli amanti, al relax; il sabato sera invece può essere visto anche come sfogo, quasi animale, alla vita di tutti giorni, in questo caso la febbre non è del sabato sera, ma dei giorni feriali, da lunedì alle 8 a venerdì alle 5 e mezza. Non si tratta di una descrizione della realtà in toto ma di una fetta comunque non irrilevante di chi vive in un certo modo la conclusione di una settimana, i pericoli vengono soprattutto da qui.
Si fa tutto quello che si può come se la settimana fosse qualcosa per sopravvivere e nel fine settimana si nascondesse la vita. Quale vita? Quella dell'estraniazione o del divertimento, dell'afflizione o della lievitazione? I genitori più che preoccuparsi dei figli che vanno in discoteca, dovrebbero istruire i figli su come si torna dalle discoteche; in fondo gli errori li fanno tutti, anche gli astemi hanno bevuto almeno una volta nella vita no? Se no come farebbero a saperlo?
Non è tanto una condanna alle bevande alcoliche, per le quali questo governo si accinge ad alzarne il prezzo del 10%, io stesso bevo, mi piace, il problema è quello che succede dopo, se ho bevuto in qualche modo devo sfogarmi, ballo, ok, ci provo con una donna, magari ci sta, ok, se ci sta mi sfogo, fin dove uno dei due vuole fermarsi, ok, inizio a fare il deficiente con gli amici, ok, mi addormento in macchina, ok, a meno 20, un po' meno ok, ma chi se ne frega, l'alcol aiuterà a non farmi congelare, ma se esco dalla discoteca il mondo dondola, io barcollo, allora la tragedia può prendere forma se ti sei fatto convincere che è un atto da eroe dire “sì, certo, barcollo...ma non mollo.” La chiave gira, il motore si accende, è iniziato il gran premio della circonvallazione! Non mollo, l'acceleratore non lo mollo. Sfrecciò, il volante che ho tra le mani è quello di una monoposto, senti come romba il mio motore, evvai, cazzo. Ma le rotonde non sono fatte per essere aggirate?
Hanno tirato dritto, hanno tagliato la rotonda, tutto quello che è successo dopo è stato l'inferno di fiamme che hanno avvolto l'auto. Forse chi guidava non aveva bevuto nulla, probabilmente lo stesso incidente avrebbe potuto avvenire di giorno, in una giornata senza traffico. Eppure qualcuno si domanderà se solo un po' più di responsabilità, di attenzione avrebbe permesso di evitare lo scenario di morte che si è delineato, se la vigilanza (polizia, carabinieri o un servizio offerto da autorità locali in collaborazione con i privati) all'uscita dalla discoteca poteva servire a qualcosa, se la prevenzione è vissuta come un arricchimento culturale e valoriale in positivo più che come un qualcosa da prevenire, perché è la “prevenzione culturale” che dura nel tempo e non quella che si fa ad ondate emotive, finché il fuoco di quella macchina che brucia è ancora caldo e crepitante; così si strumentalizzano le vittime, non si onora la loro morte.
Ognuno dia le colpe a chiunque le voglia dare, ma rifletta su ciò che si potrebbe e si dovrebbe fare.

18 ottobre 2006

Qualcuno era comunista

Visto le proteste di giovani comunisti e nostalgici della resistenza alla presentazione dell'ultimo di libro di Giampaolo Pansa avvenuta a Reggio Emilia, o per lo meno iniziata poiché è stata interrotta a causa del disordine, vorrei riproporre questo gustoso monologo di Giorgo Gaber che sembra inserirsi a pennello nella situazione. Il titolo è "Qualcuno era comunista"

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà, ... La mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un'educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima (prima, prima...) era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano... (!)
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona...
Qualcuno era comunista perché era ricco, ma amava il popolo...
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era così affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l'aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione?... oggi, no. Domani, forse. Ma dopodomani, sicuramente!
Qualcuno era comunista perché... "la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo!"...
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI3.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare TUTTO!
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini...
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sè la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c'era il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il Grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c'era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore partito socialista d'Europa!
Qualcuno era comunista perché lo Stato, peggio che da noi, solo l'Uganda...
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant'anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera!...
Qualcuno era comunista perché chi era contro, era comunista!
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia!
Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno. Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, e dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora?Anche ora ci si sente in due: da una parte l'uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito.Due miserie in un corpo solo.

Qui sotto potete vedere anche il video dello stesso monologo recitato da Gaber in teatro:

16 ottobre 2006

La classe operaia va in paradiso

Vi propongo due pezzi della mia “infanzia musicale”, dei leggendari Karman, più o meno 6, forse 7 anni fa. E' un live registrato ad una specie di festival a Forlì. Le canzoni ovviamente sono nostre, dei Karman. Si chiamano “Il tuo dolce lago” e “ Una delle poche canzoni.” Se le riproponessimo oggi con l'esperienza e i miglioramenti che abbiamo fatto sarebbero delle Hit, forse... Il testo della prima è piuttosto banale, esprime l'essenziale, gli sprazzi di sincerità e purezza in una persona che si preoccupa essenzialmente di apparire, non accorgendosi che qualcun altro per questo soffre. La seconda canzone ha due strofe più curate stilisticamente, il significato è inciso nel verso del ritornello “il tramonto implica un'alba.” E' così che penso alla vita dell'anima, non tanto di questo nostro corpo, forse anche idiota, destinato comunque a una qualche fossa più o meno signorile e decorata.

Al link seguente (da metà pagina in poi) potete scaricare i brani (in cima alla lista) clikkando a destra di ogni file su Download Now: http://hosted.filefront.com/nicoguzzi/

13 ottobre 2006

In ricordo di Anna Politkovskaya

Vi segnalo l'approfondimento che ho scritto per warnews.it http://www.warnews.it/index.php/content/view/2225/28/

10 ottobre 2006

Bowling for Columbine, Bowling for Sgarbi-Mussolini

Credo che l'aspetto più interessante di Marilyn Manson sia proprio l'apparente convergenza tra la sua immagine, i suoi gesti con le sue composizioni, i suoi testi. In realtà il rapporto è di vera contrapposazione, contradditorio ad un'osservazione superficiale. E' semplice chiarire il concetto con le stesse parole di Marilyn Manson che ha sempre affermato di darsi agli ascoltatori e al mondo come il mondo è (certo io aggiungerei che la parte del mondo che rappresenta è quella peggiore, quella del consumismo sfrenato, del capitalismo dei desideri, e di quello che dice che sostituirà il capitalismo, cioè un "fascismo vecchio stampo", dal testo di Antichrist Supertar).
Io considero ogni suo pezzo provocatorio, inneggia alla droga, alla vacuità di quel Dio che a detta sua in Rock is Dead è stato inscatolato in televisione, alla morte, all'assenza d'amore, al nichilismo, allo stesso Anti-Cristo (impersonandolo in Antichrist Superstar), alla guerra, all'odio. E' provocatorio nel senso che chi scrive, cioè lui stesso, ne ha piena consapevolezza del ruolo che svolge, la stessa consapevolezza che forse Marilyn Manson vorrebbe che avesse il suo ascoltatore, del tipo: "sappiamo entrambi cosa è giusto, io ti dico tutto ciò che fa schifo, faccio la rockstar, è un gioco, lo sappiamo entrambi, il rock finisce esattamente in questo istante, il resto sta nel riflettere autonomamente quando saremo entrambi nella nostra stanza a guardare il soffitto."
Se guardate il film documentario di Michael Moore Bowling for Columbine vi stupite che certe parole escano da quella bocca perché sembra proprio paradossale (ovviamente per chi non conosce), mentre Britney Spears afferma che bisogna fidarsi del presidente degli Stati Uniti in ogni sua decisione. Ho trovato un'intervista tradotta rilasciata a Rolling Stones del 28/05/99 riguardo all'uccisione di 12 studenti e un insegnante da parte di due diciassettenni in una scuola del Colorado.

“E' triste pensare che le prime persone sulla terra non avessero bisogno di libri, film, giochi o musica per ispirare assassini a sangue freddo. Il giorno che Caino schiacciò il cervello di suo fratello Abele, l'unico motivo di cui ebbe bisogno fu la propria umana disposizione alla violenza. Sia che tu interpreti la bibbia come letteratura o come parola di un qualsivoglia dio, la cristianità ci ha dato un'immagine di morte e sessualità sulla quale abbiamo basato la nostra cultura. Un uomo mezzo nudo, morto crocifisso, che abbiamo al collo e nelle nostre case noi lo abbiamo preso solo come garanzia per le nostre vite. E' un simbolo di speranza o di mancata speranza?? Il più famoso omicidio-suicidio del mondo è anche un'icona di nascita e morte?? Il piano per la celebrità. Sfortunatamente per tutte le loro ispirate moralità, da nessuna parte nei vangeli l'intelligenza è considerata una virtù. Molta gente ha dimenticato, o non ha mai capito, che io inizio col mio gruppo per una critica, per una critica di queste grandi questioni di dolore e ipocrisia. Il nome Marilyn Manson non ha mai celebrato il fatto che l'America metta dei killer sulle copertine del Times, dando loro tanta notorietà quanta ne hanno i nostri attori preferiti. Da Jesse James a Charles Manson, i media, dalla loro nascita, hanno trasformato i criminali in eroi popolari. Ne hanno solamente creato due nuovi quando hanno spiaccicato le foto di quei due stronzi di Dylan Klebold ed Eric Harris sulle prime pagine di tutti i giornali. Non vi sorprendete se adesso ogni ragazzino in difficoltà ha due nuovi idoli... applaudiamo la creazione di una bomba il cui solo scopo è quello di distruggere tutta l'umanità e cresciamo guardando il cervello del nostro presidente spiattellato per tutto il Texas. I tempi non sono diventati più violenti. Solo più televisivi. Pensate che la guerra civile fosse davvero civile? Se fosse esistita la tv puoi star certo che sarebbe stata lì a guardare, o forse anche a partecipare. Come è successo con l'incidente della principessa Diana. Disgustosi avvoltoi alla ricerca di cadaveri da sfruttare, fottere, filmare e servire in tavola per i nostri bramosi appetiti, in un ingordo schermo di stupidità umana senza fine. Quando si arriva a voler capire di chi è la colpa per l'omicidio avvenuto nella scuola di Littleton, Colorado, lancia una pietra e colpirai qualcuno che è colpevole. Siamo persone che stiamo sedute e tollerano che bambini possiedano pistole e siamo quelli che accendono la tv e guardano l'ultimo report sui dettagli di cosa hanno fatto con quelle. Credo che sia terribile quando qualcuno muore, specialmente se si tratta di qualcuno che conosci ed ami. Ma la cosa più offensiva è che quando accadono queste tragedie, alla maggior parte della gente non importa niente di più che sapere il finale di Friends o di The Real World. Sono rimasto allibito guardando il serpente dei media entrare dentro, non mancare una lacrima, intervistare i parenti dei bambini morti, riprendere i funerali. Poi arriva la caccia alle streghe. La più grande paura umana è il caos. E' incredibile che questi ragazzi non avessero una benché minima ragione per quello che hanno fatto. E così c'era bisogno di un capro espiatorio. Ricordo di aver ascoltato dai primi report da Littleton, che Harris e Klebold si erano truccati e vestiti come Marilyn Manson, che ovviamente dovevano adorare, perchè si erano vestiti di nero. Naturalmente, la speculazione fece di me l'immagine simbolo di tutto ciò che è male nel mondo. Questi due idioti non si erano truccati nè vestiti come me o come i vandali. Poichè l'americano medio non aveva mai sentito parlare della musica che realmente ascoltavano (KMFDM e Rammstein tra gli altri...), i media hanno preso qualcuno che pensavano fosse simile. Giornalisti responsabili hanno riportato con meno pubblicità che Harris e Klebold non erano fan di Marilyn Manson, che anzi odiavano la mia musica! Anche se fossero stati fans questo non da loro scuse, nè significa che la colpa è della mia musica. Abbiamo pensato all'ispirazione di James Huberty quando sparò alla gente nel McDonald's?? Cosa piaceva guardare a Timothy McVeigh? David Koresh, Jim Jones? Pensi che l'entertaiment abbia ispirato Kip Kinkel o dobbiamo pensare che la colpa fu di suo padre che comprò la pistola da lui usata negli omicidi di Springfield? Cosa ispira Bill Clinton a far esplodere gente in Kosovo? E' qualcosa che gli ha detto monica Lewinsky? Uccidere non è sempre uccidere, sia che tu sia in Vietnam o a Jonesboro? Perché dobbiamo giustificare una persona solo perché sembra che esistano buone ragioni? Ci deve essere sempre una buona ragione? Se un ragazzo è abbastanza vecchio per guidare o comprare una pistola non è anche abbastanza vecchio per prendersi personalmente la responsabilità di ciò che fa con la sua macchina o pistola? O se si tratta di un teenager, la colpa deve essere sempre data a qualcun altro perché lui non è tanto maturo quanto un diciottenne? L'America ama trovare un'icona alla quale appendere le sue colpe. Ma, lo ammetto, io ho assunto il ruolo dell'Anticristo; sono la voce dell'individualità degli anni '90 e la gente tende ad associare coloro che sembrano e si comportano differentemente dagli altri che svolgono attività illegali o immorali. In fondo, molti adulti odiano la gente che va contro il sistema. E' comico che la gente sia tanto frivola da aver dimenticato Elvis, Jim Morrison ed Ozzy così velocemente. Tutti loro all'epoca, sono stati soggetti agli stessi argomenti, scrutini e pregiudizi. Ho scritto una canzone chiamata "Lunchbox" e qualche giornale l'ha interpretata come una canzone sulle pistole. Ironicamente, la canzone parlava di essere arrestati e di lottare col mio cestino da pranzo dei Kiss, che usavo come un'arma nel cortile della scuola. Nel 1979, i cestini di metallo furono banditi perché considerate armi pericolose in mano a dei delinquenti. Ho anche scritto la canzone "Get Your Gunn". Nel titolo ci sono due "N", perché la canzone fu una reazione all'omicidio del Dottor David Gunn, che fu ucciso in Florida, quando vivevo lì, da attivisti del movimento per la vita. Quella fu l'ultima ipocrisia di cui fui testimone crescendo. Quella gente uccideva per il loro "essere a favore della vita". Il messaggio in qualche modo positivo di queste canzoni è quello che sensazionalisti male interpretano come se promuovessi le cose che critico. Ora tutti parlano di prevenire cose come quella di Littleton. Come prevenire l'AIDS, la guerra, la depressione, gli incidenti stradali! Viviamo in un paese libero, ma questa libertà comporta anche responsabilità personali. Invece di insegnare ad un bambino cos'è morale o immorale, giusto o sbagliato, dovremmo prima stabilire quali sono le leggi che ci governano. Puoi sfuggire all'inferno semplicemente non credendo che esiste, ma non puoi sfuggire alla morte o alla prigione. Non mi meraviglio che i ragazzi stiano crescendo più cinici. Hanno un sacco d' informazioni davanti a loro. Sanno di vivere in un mondo di merda. Nel passato c'era l'idea che se le cose ti andavano male tu potevi correre altrove e cominciare una vita migliore. Ma ora l'America è diventata un grande centro commerciale, e grazie ad internet e a tutta la tecnologia che abbiamo, non c'è più altro posto dove correre. La gente è la stessa dovunque. A volte musica, film e libri sono le uniche cose che ci fanno sentire come gli altri sentono che ci sentiamo. Ho sempre provato a lasciar capire alla gente cos'è giusto, o meglio, se non si sentono parte del sistema. Usate la vostra immaginazione, se uno scemo dell'Ohio può diventare qualcuno, perché non potrebbe farlo qualcun'altro con il potere della volontà e dell'intelligenza? Ho scelto di non saltare nel turbine dei Media e difendermi, perché sono stato pregato di apparire in tutti i singoli show televisivi che esistono. Non voglio aiutare questi giornalisti, alla ricerca di successo e opportunisti, che cercano di riempire le loro chiese o di essere eletti per il loro autogiustificato "puntare il dito". Vogliono dare la colpa all'entertainement? Non è la religione il primo vero entertainement? La gente veste un costume, canta canzoni e dedica se stessa ad un'eterna adorazione. Tutti dovrebbero essere d'accordo che la più alta forma di entertainement sarebbe che Clinton tirasse via il suo cazzo e poi le sue bombe per una vera azione politica. Così è dell'entertainment la colpa? Mi piacerebbe che se lo chiedessero i commentatori dei media, perché la loro è una delle più squallide forme di entertainment che abbiamo mai visto. Penso che la National Rifle Association sia troppo potente per sfidarla, così la maggior parte della gente sceglie Doom, The Basketball Diaries o Sinceramente Tuo. Questa controversia non mi fa vendere dischi o biglietti, e nemmeno la voglio. Sono un artista controverso, uno che osa avere un'opinione, e a cui importa creare musica e video che sfidano le idee della gente in un mondo vuoto e riempito d'acqua. Nei miei lavori esamino l'America nella quale viviamo, e ho sempre cercato di dimostrare a tutti che il diavolo che incolpiamo per le nostre atrocità in realtà è in ognuno di noi. Così non aspettate la fine del mondo per venire un giorno fuori dall'acqua. Succederà ogni giorno per ancora molto tempo.” (Da www.marilynmanson.it)

In Bowling for Columbine dice:
"Cosa direi ai sopravvissuti della Columbine High School? Non direi niente. Starei piuttosto ad ascoltare quello che hanno da dire loro, che è una cosa che nessuno ha ancora fatto."

Voglio sottolineare che è interessante provare a conoscere il pensiero di una persona andando oltre la superficialità della maggioranza delle informazioni che ci riempono fino al collo.
L'obbiettivo di Marilyn Manson non è altro che provocare in prima battuta ribrezzo, disgusto, quello che invece si è abituati a tollerare quotidianamente, la differenza è che quello è uno spettacolo, è solo rock'n roll, Bibbie bruciate, rapporti sessuali simulati, croci e altre stronzate, tutte di discutibile gusto, è evidente che con gli impressionabili che si fermano all'immagine ogni ragionamento diventa una perdita di tempo così la ragione rinuncia a rielaborare, ne è consapevole anche lui, tutto ciò di cui parla è semplicemente ciò che vede, lo fa in modo provocatorio, non meno di un comico, ammiccando spesso a ciò che in realtà odia se si riflette attentamente, è questa la sua particolarità. Studio Aperto invece è un telegiornale, di chi bisogna aver paura?

Il testamento di Tito, come molte altre canzoni, di De André sono probabilmente molto più forti e volgarmente riprovevoli di tutta l'opera omnia di Marilyn Manson fino ad oggi.
La mia fortuna o chissà la sfortuna è stata aver avuto la possibilità di ascoltare i dischi in vinile di De André comprati da mio padre a suo tempo (anni 60' e 70'), solo quelli rimasti però, perché purtroppo la gran parte sono andati persi.
Cosa ritengo più significativo delle opere di De André?
L'idea, la speranza, la possibilità di mettere a frutto la propria intelligenza senza soffermarsi su questa o su quella tesi prima che un ragionamento sia stato fatto a riguardo; credo che sia qualcosa di magnificamente gioioso, primordiale, avvicinarsi a un qualsiasi argomento senza aver messo già prima di partire paletti, gabbie, pregiudizi, partiti scelti ecc...o come li si preferisca chiamare; è ormai passata la concezione secondo la quale il dubbio è qualcosa di fuorviante, che non bisogna avere, è uno spreco di tempo in un'economia di consumi, non bisogna riflettere troppo, non sia mai che le cellule celebrali debbano emettere impulsi elettrici a vuoto, è per la nostra salute e sanità mentale che non bisogna farlo, visti da fuori probabilmente ci si può definire pazzi proprio per questa carenza di ragionamenti quotidiani; e pensare che gran parte della conoscenza umana si basa sull'errore e sull'utilizzo del dubbio come fonte di approfondimento e nuova scienza.
Forse l'umanità è sempre stata ed è uguale a se stessa, forse a cambiare sono solo le facce, per alcune religioni che credono nella reincarnazione non cambiano nemmeno le anime.

Per la cronaca questo pezzo è nato da una discussione in un forum in cui ho espresso le mie opinioni riguardo la figura di Marilyn Manson.
Se siete arrivati fino in fondo complimenti, io ho riposto molta fiducia in voi.

07 ottobre 2006

Anna Politkovskaya

Giornalista russa che mi è capitato di citare per la stesura di qualche articolo riguardante la Cecenia è stata trovata morta all'interno di un ascensore, probabilmente uccisa a colpi di pistola. Prossimamente qui o su warnews.it scriverò qualcosa. Per adesso mi rimane solo un forte senso di smarrimento.

06 ottobre 2006

Sciopero giornalisti

L'umanità cammina seguendo i binari verso l'utopia o la distopia? I binari sono gli stessi eppure a seconda della direzione che si sceglie si va in una direzione o nell'altra, sono solo due i versi. Se uno avesse il coraggio di tracciare un bilancio tra bene e male cosa ne verrebbe fuori? L'amore e l'intelligenza sono in attivo? O sono odio, sofferenza e ignoranza a dominare la scena quotidiana? Premetto che non sarò io ad accollarmi questo infausto compito di profilare una sintesi; inoltre bisognerebbe considerare l'umanità come un insieme dentro il quale poi ci stanno le singole personalità. Il gioco si complica ulteriormente. E' comunque possibile delineare alcune caratteriste generali di una società a seconda dell'economia, del mercato in cui si muove, dei mass-media, delle notizie preponderanti, della religione. Se avesse ragione chi afferma che ogni epoca ha la sua quantità di bene e di male contingente significherebbe che quei binari con cui ho aperto il pezzo in realtà non esistono, nel senso che fanno parte della stessa umanità che dunque non si muove né verso una paradisiaca e perfetta utopia né verso una nefasta distopia di violenza, decadenza, oppressione e schiavitù. Tutto sarebbe uguale a se stesso e la storia si ripeterebbe dunque in maniera ciclica, nuove guerre, nuovi stupri, nuovi papi, nuovi Grandi Fratello, nuovi missionari, nuovi eroi, nuovi amori, le stesse lapidi come le stesse fosse comuni. E il nuovo dunque cosa sarebbe? Tanto più che l'economia capitalista (assuefatta e condannata alla pubblicità diretta, indiretta, occulta e subliminale) si basa proprio sul “nuovo” e sulla distruzione o la separazione dal vecchio, dal rifiuto. Eppure in pochi si chiedono cos'è il nuovo? Un modello successivo di cellulare che ha molte più funzioni del precedente? Oggi ci sono troppe sirene tentatrici, anche Ulisse ai nostri tempi avrebbe ceduto al bombardamento dei desideri dimenticandosi di mettere a frutto la propria curiosità, la voglia di conoscenza e la genialità dell'ascoltare.

Dunque utopia, distopia, ciclicità, Apocalisse o salvezza? Per adesso sciopero giornalisti.

01 ottobre 2006

Chi fa della politica una religione?

Molte persone sanno trovare le risposte giuste per ogni cosa, peccato che siano le domande ad essere sbagliate, questo concetto è più o meno facilmente comprensibile analizzando il rapporto politico-giornalista; quando quest'ultimo inizia a fare le domande giuste state sicuri che i nove decimi dei personaggi della politica italiana risponderanno blaterando, divagando o delegando responsabilità e colpe, è normale, non ne faccio un peccato dei politici, governare è complicato ed estenuante, per questo sono pagati lautamente, forse anche troppo, ma alla gente bisogna far venire i dubbi su ogni politico che parla pubblicamente, è un dovere, bisogna far in modo di portarla con maggior semplicità e chiarezza possibile in quelle sfumature o astruserie terminologiche che nascondono tranelli e bugie vendute come verità di ottima fattura.
Trovo alquanto arcaico rifugiarsi nella politica e nelle esternazioni di chi la fa per avere un senso di certezza che invece va trovata altrove; la politica deve solo costruire un sistema ampio di certezze, occupazione, sicurezza, garanzie di libertà individuali, economiche, di pensiero. Se invece delle certezze succede che per lunghi periodi si continuano a lucidare sempre le stesse speranze significa che la politica non sta funzionando come dovrebbe. I politici possono cambiare, anzi devono cambiare ciclicamente, nel nostro Paese dovrebbero cambiare per necessità, il nostro ciclo è piuttosto originale e unico, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale possiamo definire l'Italia quasi una sorta di oligarchia-schizofrenia partitica, sarà che il nostro paese ha la media di età più alta del mondo e che dunque nessuno vuol dimenticarsi di quella amplissima schiera di anziani ancora legati al passato, anche se credo che in realtà gli unici attaccati come sanguisughe a tutte le storie e diramazioni politiche storiche siano proprio i politici e tutti quegli elettori che hanno bisogno di certezze e le cercano negli spot dei partiti pur sapendo che quelli non sono nient'altro che spot (gli italiani sono abituati a queste cose, non sono stupidi, spesso però sono disinformati e informati troppo e male).
Non vorrei mai che la politica delle democrazie si scambi in un momento di crisi valoriale delle società contemporanee in una religione politeista (in cui anche la religione “canonica” viene spesso mischiata alle credenze politiche, l'esempio storico è quello statunitense, sarebbe interessante scrivere qualcosa tipo “Bush e la religione”).
Proprio in questi giorni c'è stato uno sciopero della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) contro la politica contrattuale FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) che per bocca del suo direttore generale Fabrizio Carotti a Radio Città Futura sottolinea come, accertate le nuove sfide tecnologiche che si trova di fronte la carta stampata, ci sia bisogno di un minore costo del lavoro e maggiore flessibilità e dunque anche il contratto appena scaduto dei giornalisti è giusto applicarlo ancora identico in quanto supera comunque lo stesso tasso di inflazione. Il braccio di ferro continuerà a quanto pare, nessuno è disposto a cedere molto, sono già in programma nuovi scioperi. Quello sui cui bisogna riporre l'attenzione è il termine flessibilità, credo che un giornalista non possa avere contratti flessibili, “del tipo fammi un'inchiesta su questo poi vediamo i risultati”; già si accusa la maggior parte dei giornalisti di essere piuttosto lassisti verso i poteri forti, economici-finanziari e politici, se si aggiungono contratti di questo tipo l'informazione finisce per essere figlia solo di interessi singoli, della paura di non offendere nessuno.
Il punto su cui concordo con Carotti è la sfida che la rete ed Internet pongono al sistema dell'informazione, in questo anche la legge italiana avrebbe bisogno di qualche specificazione maggiore, ma in questo caso si aprirebbero nuove questioni e nuovi nodi, quali ad esempio i vari interessi corporativi dei giornalisti e degli editori.