28 febbraio 2006

Le parole ad Esmeralda. Haireomai.

Parti precedenti http://nicoguzzi.blogspot.com/2006/02/laltalena-di-noa-haireomai.html

Scese le scale nel suo lungo vestito
bianco perlato di pelle e accompagnata
dalla solita leggerezza d'innocenza
Scrutava con abbagliato stupore
il fratello da anni dimenticato
I suoi occhi cercavano appigli
quello che vedevano non era fantasia
e subito il fiato fu stretto dalla frenesia
Un soffio di vento le sfilò
dal volto la prima lacrima
In quell'istante corse in un abbraccio
caldo, dolce d'affetto appassionato
Stava toccando e tenendo qualcosa
che credeva di aver perso per sempre

“Il tempo è a pezzi
strapazzato con orgoglio
dalla coscienza
di una geniale immortalità
mentre laggiù nei pozzi
respiri uniti nel cordoglio
a Maestà Ignoranza
si stipano nell'ansietà
L'immobilità non disidrata
come alcuna sete placa
Non posso più arrestarmi
Sorella mia in tempi di pace
non sarei mai fuggito da te
ma anche per il tuo quieto vivere
non ho scelta morale, devo andare
Forse questa sarà l'ultima volta
che vedrai la mia anima, questo corpo
presto rappreso tra i meandri della guerra
silenziosa che strisciando tortura la terra
Forse tornerò, proprio com'è avvenuto oggi
per poi non sparire più, nulla è già scritto
Dunque cara Esmeralda scendi a valle
debella la tua intossicazione
da ingenuo perbenismo
Anche io inseguo l'Amore
ma intanto l'odio agita il mondo
Non smetto di pregare Dio
non smettono di cacciarmi in nome suo
Triste così accettarlo e non sfidarlo
nessuno nasce per essere piegato
al destino che la società gli ha decretato
Non ho intenzione di perdere
e non voglio neanche vincere,
aspiro solo ad essere
la negazione del non essere
questo è il problema Shakespeare
serba nel profondo queste mie parole”

Ed ella rimase lì in tacito consenso
seduta sulle scale in marmo
senza parole in blocco emozionale
con il sapore salato del pianto
che bagnava sotto il palato
Il bacio sulla fronte le fece
avvertire un brivido freddo
Sarebbe stato l'ultimo contatto
con quell'unico vero fratello
che alla libertà era incatenato?
Chissà

Dopo Noa anche Esmeralda
si era annebbiata alle spalle
e al loro ormai lontano orizzonte rombava
il motore della 7 EVOL&TAH 999

23 febbraio 2006

Fabris medaglia d'oro. Benigni eco dei sentimenti puri.

Riguardando e “sfogliando” il Blog e altri miei scritti ho deciso di fare una summa dei possibili libri, storie o raccolte a cui potrei dare vita quando nei prossimi mesi e probabilmente anni avrò tempo di dedicarmi alle mie ispirazioni artistiche. I titoli sono in parte provvisori.

- Chechnya. Un libro sulla situazione cecena.
- Jacob & Hope. Storia di schizofrenia, follia.
- Addormentandomi su Laura. Storia d'amore.
- Quando eravamo adolescenti. Tratto da una specie di vecchio diario che scrissi tra la seconda e la terza superiore, anche se non credo lo renderò mai pubblico, o forse sì, di certo il lavoro di adattamento per renderlo appettibile sarebbe molto complesso ma altrettanto stimolante.
- Inno alla cocaina. Parola di un ignoto strafatto. Storia di ricchezza e povertà umana. Ancora non ho deciso e capito quale debba essere la forma del testo, monologo o un romanzo canonico.
- I racconti della notte. Il genere si può inquadrare nell'horror. Per adesso sarebbero questi:
1 Il pianoforte
2 Fracassar d'ossa
3 Le segrete della selva nera
4 Marco ha 18 anni
- Le ragioni di Bin Laden. Storia comica i cui protagonisti sono un reparto speciale della polizia.
- Haireomai. Una storia in versi, una sorta di poema epico moderno, quello a cui mi piacerebbe puntare.
- La decadenza splendida. Una prima raccolta delle mie poesie, sicuramente il progetto più semplice da realizzare ma lo considero troppo scontato come mio primo approccio ad una eventuale pubblicazione.
- Sognai quella notte, la fine. Storia di un sogno di celebrità mancato.
- Intervista con l'impiccato. Storia di un uomo che vive in un paese soffocato e martoriato da una rigida dittatura.
- Goodnight Valentine. Storia di due donne costrette dagli eventi a vivere insieme, per alcuni giorni, Las Vegas.

Cosa preferireste che sviluppassi per primo? Io qualche idea l'avrei.

21 febbraio 2006

Mina & Gaber

Questa è la trascrizione di un breve sketch divertente interpretato da Mina e Giorgio Gaber per la quarta puntata della trasmissione Teatro 10 del 15 Aprile 1972. La cantante(M) interpreta la parte di un bambino ricco e Gaber(G) quella di uno povero.

G: Tu chi sei?
M: Io mi chiamo G
G: Io mi chiamo G!
M: No, non hai capito, sono io che mi chiamo G
G: No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch'io
M: Ah, il mio papà è molto importante
G: Il mio papà...no
M: Il mio papà è così ricco che cambia ogni anno macchina, villa e motoscafo
G: Il mio papà è così povero...che non cambia nemmeno idea
M: Il mio papà guadagna 31 miliardi al mese, che diviso 31...che sono in un mese fa...un miliardo al giorno
G: Mio papà guadagna 10,000 al mese che divis...giorni che ci sono in un mese fa...10.000 al giorno...al primo giorno, poi dopo basta
M: Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con 18 locali spaziosi
G: Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale. Però c'ho 18 fratelli!
M: Il mio papà è un cittadino esemplare, infatti, non calpesta mai le aiuole
G: Anche il mio papà è un cittadino esemplare, e anche lui non calpesta mai le aiuole...bruca
M: L'altro giorno mio papà mi ha portato su una collina e mi ha detto: guarda, tutto quello che vedi un giorno sarà tuo
G: Anche a me l'altro giorno mio papà mi ha portato su una collina e m'ha detto: guarda...basta
M: A mio papà piacciono Frank Sinatra e Ella Fitzgerald
G: Mio papà una volta ha toccato Orietta Berti
M: A mio papà piacciono molto le canzoni di Gaber
G: Figurati al mio

Link video della scena http://www.mollica.rai.it/vinile/gaber_speciale/gaber2.htm#

Galleria foto Britney Spears nuda

Avete mai sentito parlare di "Curling"? Qualcuno di voi è venuto a conoscenza di questo sport, ignoto alla maggioranza, grazie alle olimpiadi invernali di Torino? Un gruppo svedese di nome Hammerfall, che gli amanti del metallo non possono non aver sentito, anche solo per sbaglio, hanno rifatto il video di un loro vecchio singolo "Hearts on fire" per l'occasione affiancando con risultato piuttosto comico la loro musica e immagine a quella di una squadra di Curling, presumibilmente la nazionale svedese femminile, non ne sono però sicuro e per il mio codice deontologico non posso nascondervelo, purtroppo non ho voglia di andare a verificare. Anche gli italiani avevano avuto un'idea simile, ma gli unici artisti disponibili a una proposta di tal genere erano Valeria Rossi, Totò Cotugno e Mariano Apicella, per questo motivo tutti gli sportivi hanno rifiutato qualsiasi prospettiva di collaborazione.

Il link è il seguente repubblica.it/2006/b/video/sezioni/spettacoliecultura/metalcurling/metalcurling
(doppio click nella finestra del video per ingrandire)

Ah, dimenticavo, vi starete chiedendo qual'è il senso del titolo. L'ho fatto semplicemente affinché qualche "smanettatore" dei bassifondi che cerca di smanettare perché diventino altifondi cercando attraverso un motore di ricerca incappi malauguratamente in questo tanto inutile quanto magnifico blog, e chissà magari si mette anche a leggere per poi tornare a quello che stava facendo, lo stesso metodo lo userò per attrarre popolazione femminile.

20 febbraio 2006

Luca Coscioni

Ho deciso di dare spazio ad alcuni pensieri di Luca Coscioni tratti dal suo libro “Il maratoneta” e ripubblicati sul sito di Radio Radicale. Sono parole che colpiscono e penetrano intensamente nella coscienza umana, per questo credo degne di attenzione e di profondo rispetto, anche nel caso in cui qualcuno non condivida certe posizioni a proposito di tematiche quali diritti civili, ricerca scientifica. Luca Coscioni è riuscito a trasformare la sua sofferenza in lotta, in punto di forza ma per molti, in casi similmente gravi, l'abbandonarsi e l'essere abbandonati dalla speranza diventa una pena ulteriore alla malattia, un peso che l'uomo è costretto a pagare ed è spesso interpretato come socialmente accettabile, molte volte capita che le valutazioni cambiano radicalmente quando da osservatori distaccati si diventa protagonisti di storie tragicamente analoghe. Il paziente dopo una diagnosi purtroppo nefasta non dovrebbe perdere il suo status di uomo, questo dovrebbe essergli in qualche modo garantito.

La voce degli alberi
“Vorrei scendere e camminare e abbracciare il vento, ma non posso. Mi piacerebbe andare incontro al temporale correndo, ma non posso. Vorrei innalzare un inno a questo spettacolo meraviglioso, ma le parole mi nascono nel cuore e mi muoiono in bocca. Dovrei essere uno spirito libero per poter gioire, ora. Sono invece un uomo provato dalla Sofferenza e dalla perdita della Speranza. Non sono solo, ma provo solitudine. Non è freddo, eppure provo freddo. Tre anni fa mi sono ammalato ed è come se fossi morto. Il Deserto è entrato dentro di me, il mio cuore si è fatto sabbia e credevo che il mio viaggio fosse finito. Ora, solo ora, comincio a capire che questo non è vero. La mia avventura continua, in forme diverse, ma indiscutibilmente continua. Nove anni fa, nel Deserto del Sahara, stavo cercando qualcosa. Credevo di essere alla ricerca di me stesso e mi sbagliavo. Pensavo di voler raggiungere un traguardo e mi sbagliavo. Quello che cercavo non era il mio ego o un porto sicuro, ma una rotta verso quella terra per me così lontana dove abitano Amore e Speranza.”

La mia malattia
Ci sono malattie con le quali è possibile vivere. Altre con cui è possibile convivere. Infine, ve ne sono alcune alle quali si può sopravvivere. La sclerosi laterale amiotrofica non rientra in nessuna di queste tre categorie, è una malattia che non lascia molto spazio di manovra e che può essere affrontata soltanto sul piano della resistenza mentale. Se, infatti, ci si confronta con essa sul piano fisico si è sconfitti in partenza. L'intelletto è l'unica risorsa che può aiutarti. Per quanto riguarda gli esempi pratici, se ne facessi uno, il lettore potrebbe apprezzarlo così come un cieco al quale è stato chiesto cosa prova nel vedere un tramonto.

Scrivere una parola
Mediamente, impiego 30 secondi per scrivere una parola. Questo, di fatto, significa che, per me, le parole sono una risorsa scarsa. Rispetto a quando stavo bene e potevo liberamente disporre della mia voce, il mio modo di scrivere, e, in parte, di pensare, ha subito dei cambiamenti.
Trovandomi costretto a dover fare economia di parole, devo puntare con decisione a quei concetti che ho definito, per comodità, concetti conclusivi. Certo, questo modo di scrivere ha fatto perdere ai miei scritti una buona parte della loro ricchezza e complessità, tuttavia, è possibile, anche in questa condizione di restrizione della mia libertà espressiva, un vantaggio: il fatto di dover puntare al cuore di un problema, o di un tema, con il minor numero possibile di battute, mi costringe, letteralmente, ad essere chiaro con me stesso, prima ancora di esserlo con gli altri.

Come un muto restituì la parola a 50 premi nobel
Alcune persone, si contano sulla punta delle dita, sostengono che io sia stato strumentalizzato. A questi, rispondo che proprio io, muto, ho, in realtà, restituito la parola a 50 premi Nobel, e a centinaia di scienziati di tutto il mondo, anche loro resi muti, in Italia, dal silenzio della politica ufficiale e del sistema informativo, su temi fondamentali per la vita, la salute, la qualità della vita, e la morte, dei cittadini italiani (…). La circostanza che una persona gravemente malata, che non può camminare, che per comunicare è costretta ad utilizzare un sintetizzatore vocale, viva pienamente la propria esistenza, questa circostanza, dicevo, rischia infatti di scuotere le coscienze, le agita, le mette in discussione. Il fatto poi che io abbia sollevato una questione politica, che non abbia accettato di rappresentare un cosiddetto caso umano, che abbia scelto lo strumento della lotta politica, infastidisce enormemente. Perché, in Italia, la persona malata, non appena una diagnosi le fa assumere questo nuovo status, perde immediatamente, elementari diritti umani, e tale perdita è tanto maggiore, quanto poi più gravi sono le condizioni di salute della persona in questione. La mia, la nostra battaglia radicale per la libertà di Scienza, mi ha consentito di riaffermare, in particolare, la libertà all'elettorato passivo, il poter essere cioè eletto in Parlamento, per portare istanze delle quali nessun'altra forza politica, vuole, e può essere portatrice.

Link dove è possibile scaricare in formato digitale PDF l'intero libro gratuitamente (in fondo alla pagina)
http://www.stampalternativa.it/liberacultura/index.php?s=il+maratoneta

16 febbraio 2006

"Nero di cielo" in rima

Questo specie di filastrocca noir-horror è ispirata ad un'altra, quella che Asia Argento aveva composto per il film “Non ho sonno”, la prima strofa è tratta liberamente dalla stessa, il resto è di mia creazione.

Nero di cielo
Ecco arriva il nuovo giorno
Il fattore si leva di torno
Le sue armi può posare
E finalmente può dormire

E’ iniziato al contrario
Il supplizio delle anime
Lo spettacolo è assai più vario
Se si invertono le vittime

La gallina canta l’alba
Il risveglio della luce
Per godere nella selva
Una sanguinosa pace

Il coniglio che non teme
E ostenta al coraggio
Il fattore giustiziere
Non vuol rifiutargli il peggio

Il maiale con disprezzo
Che grugnisce alla fame
Così pezzo dopo pezzo
Viene ritagliato a lame

Il pulcino poverino
Ha giocato fino a sera
Innocente al mattino
Soffocato nella cera

Mezzanotte nuova scocca
Mentre ammiro la giustizia
E i peccati d’imperizia
Che il mio tribunale secca

Mezzanotte nuova scocca
Mentre ammiro la giustizia
Sarò io la Via Giustizia
Ogni mezzanotte nuova

Ed infine aggiungo la sorpresa: una recita un po'particolare di questa filastrocca, direi approssimativamente adatta al genere, potete scaricarla ma io fossi in voi non lo farei, risata malefica.
http://www.hostfiles.org/usr/files/50/Filastrocca.zip

13 febbraio 2006

Sono 126094

Un giorno sono nato
quello dopo cresciuto
ancora un altro ho lavorato
fino a quando qualcuno
non mi ha imprigionato
in questo campo dove
anche i cipressi si vergognano
di crescere e tra i sassi
milioni di corpi interrotti

Ed io sono 126094 inarcato
e piegato in posizione fetale
in attesa della Soluzione Finale

09 febbraio 2006

"Gioia e rivoluzione" Demetrio Stratos: Voce e Libertà

Inginocchiati e prega, solo per qualche istante, dopodiché alzati; non ti aspettare nulla perché nulla ti è dovuto, hai ancora il naso arrossato dalla coca senza bollicine, rispettando e travisando le parole di Vasco tu la coca te la portavi a scuola e a dieci anni di distanza la porti ancora, ma al lavoro; tutti lo sanno ma nessuno dice niente, la tua è una lenta decadenza, non splendida però, manca della componente creativa mentre abbonda nella sua parte auto-distruttiva. Io mi limito ad apprezzare la vita per quel poco o tanto che sa darmi, a seconda dei punti di vista, tutto è a seconda dei punti di vista, piccoli segni arrossati rimangono sul collo della donna che vorrei amare, ma l'amore non è questione di volontà, ho bisogno di cambiare, troppi, troppi errori costellano i miei percorsi emozionali, dovrei marginalizzarne alcuni ma non riesco, non ne ho il controllo, stanotte ho scambiato quattro chiacchiere con “Il corvo”, mi sono sentito bene, mi sono sentito luce mentre osservavo vicoli senza luce di città andare a fuoco, barboni presi di sorpresa da bande di fascisti, ghetti di cristiani in città prevalentemente musulmane e ghetti musulmani in città prevalentemente cristiane.
Mi sono nascosto tra le fila di NoGlobal e poi tra gli anarchici insurrezionalisti, preparavamo manifestazioni e assalti contro il potere, finché a pochi secondi dall'esplosione di una bomba in prossimità dell'ennesima questura che avevamo preso di mira mi sono girato verso tutti gli altri miei compagni esponendo il dito medio e gridando “Siete tutti delle teste di cazzo, teste di cazzo imborghesite, volete che nessun potere campeggi sulle vostre teste? Fatevi dare qualche soldino dai vostri paparini che hanno fatto faville in su i palazzi dell'economia e della politica, prendete un aereo e andatevene in qualche posto sperduto della terra senza rompere i coglioni a nessuno. Troppo facile distruggere ciò che si ha e che non si è guadagnato, Gioia e Rivoluzione, la scoperta della masturbazione, io non credo più alla Rivoluzione perché esige un passaggio di testimone tra vecchi ipotetici oppressori e nuovi oppressori, voi credete di conoscere la Giustizia con la G maiuscola e poi vi trovate a combattere tra di voi per garantire la vostra influenza e forza all'interno dei vari gruppi, questa è la legge del più forte che non ha niente a che fare con la Giustizia. Macchiavelli ha individuato il legame fondamentale e inscindibile tra la politica e la forza, la violenza, il potere, quale mondo credete di poter creare senza politica o con l'anti-politica? Comunismo e fascismo sono nati su idee di una nuova organizzazione del potere che favorisse teoricamente tutto il popolo e le classi più povere e sfruttate canonizzando i criteri di giustizia che ogni individuo doveva accettare ben volentieri riconoscendo oltretutto la loro genuinità altrimenti sarebbero diventati passibili di reato contro la propria nazione, contro il sentimento nazionale e contro i fondamenti della rivoluzione stessa, il credere obbedire combattere unì i rossi come i neri e li portò entrambi nelle tombe dell'Utopia perché l'Utopia non fa parte dell'esistenza umana, è un idea a cui ispirarsi ma che non deve realizzarsi altrimenti il risultato è quello che conosciamo tutti, TOTALITARISMO senza libertà di dissentire dal regime del potere. Compagni io me ne vado, è stato bello credere in qualcosa con passione ma il problema è che avete fatto diventare il credere una passione diventando razionalmente accecati. Vi lascio con una domanda, in quale rivoluzione credete voi? Dimenticavo, non chiamatemi più compagno.”
Ed intanto io che sono juventino e che considero Capello uno dei più grandi allenatori del mondo mi tocca sentirgli proferire che parte della forza della Spagna di oggi le viene dall'eredità lasciata dal dittatore Franco. Hanno senso e valore queste sue considerazioni? Sono plausibili storicamente? Questo tipo di valutazioni vanno elaborate con conoscenza dei contenuti e coscienza, potrei cambiare idea se Capello mi facesse una lezione di storia spagnola alla Paolo Mieli, allora sì che potrei dare valore alle sue riflessioni ma con un'uscita di questo genere il mio pensiero conseguente è: "A Capello! A me me pare proprio na strunzata!"

07 febbraio 2006

Benedictio Consumptionis

Fammi vedere qualche tuo scontrino e ti dirò chi sei.

La Jihad Crociata, un solo coro: Inno alla guerra!

La guerra di civiltà è iniziata, la nuova guerra di religione, i nemici ci sono, i soldati pure e le armi abbondano. Il mio gruppo è formato da 5 persone, dobbiamo raccogliere informazioni, siamo relativamente liberi di decidere in autonomia, giriamo con un Hummer in lungo e in largo per tutto il Medio Oriente sotto copertura, fermandoci solo per mangiare qualche boccone, fare il pieno di carburante e di munizioni, tutto il resto è guerra, spariamo su ciò che ci sembra essere un obbiettivo sensibile e sulla nostra sensibilità nessuno ha mai sollevato dei dubbi, il nostro obbiettivo è sempre stato raccogliere informazioni e distruggere, per questo siamo nati e la guerra sul campo non è mai stata un gioco per conigli, politici e aizzatori di popolo.
L'amore è un semplice edulcorante della vita, la guerra è la nostra passione più intensa, la guerra è la vita, l'amore solo qualcosa in più. Solo sua maestà cannone ci potrà guidare verso la vittoria, deponete i vostri cuori ed armatevi prima che siate uccisi per codardia, morire come martiri innocenti è da coglioni e i martiri sembrano non bastare mai visto gli scarsi miglioramenti del mondo.
Il più forte spesso vince, chi si arrende perde in tutti i casi. Io combatto da questa parte piuttosto che dall'altra solo per caso, Bin Ladin non è poi così diverso da Bush, ma delle leve di comando non mi sono mai interessato. Io combatto.

05 febbraio 2006

L'altalena di Noa. Haireomai.

Link Prima Parte
http://nicoguzzi.blogspot.com/2005/11/poema-epico-moderno-titolo-haireomai.html

Noa peregrinava tra i suoi pensieri
sull'altalena che faceva ondeggiare
provava a smuovere quel mondo
che non riusciva a sopportare
immobile e sospeso nel tempo
Si rivolgeva all'uomo dichiaratosi
un attimo prima della sua partenza
e fluivano dalle sue labbra parole:
l'avrebbero raggiunto nel deserto
come nelle foreste della modernità?

“Dai tempi vergini
dei tuoi primi sguardi
al vento disperdi gli ultimi
granelli dei miei sogni
Tu li hai resi pallidi
solo illusioni senza altri segni

Così ho pregato Dio
perché squarciasse di luce
la tua anima incastrata
tra l'eroismo e la caducità
l'immortalità e l'oblio
fin dall'età che non si scorda

Ho sperato nel tuo stesso
solo unico istante d'amore
e al serafino Jeliel mi sono offerta
per ammansire il tristo fato
Quale pena peggiore ha il sapore
della tua assenza essenza?

E la scorsa notte ho visto
in sogno il tuo ritorno
poi insieme in fuga attraverso la selva
verso il futuro verso l'incerto
e quell'orribile belva di metallo
che incalzava dietro di noi

Il solito desiderio il solito incubo, mi manchi
non so chi sei eppure ti vorrei
non so se tornerai se forse o mai
La donna per cui tremasti cullandoti
nei suoi occhi sopravviverà?
Questa invocazione riecheggerà in te?"

Noa tra un Mozart e l'Alleluja si addormentava

02 febbraio 2006

Dream On

Posto la registrazione della canzone "Dream On" che ho realizzato un mese fa perché non ho voglia di trattare temi quali la Berlusconi Mass-Media Mania, la trasversalità della politica-spettacolo, la triade perfetta spettacolo-politica-ascolti. Scommetto che con l'overdose di politici di questi ultimi tempi a molti è già venuta la nausea, e pensate, siamo ancora a due mesi dalle elezioni.
Link canzone http://www.hostfiles.org/usr/files/50/dream%20on.zip
Di seguito la traduzione del testo per gli italiani che non sanno l'inglese o che sono pigri

"Continua a sognare"
Ogni volta che mi guardo nello specchio,
tutte queste rughe sul mio viso sempre più distinte
Il passato è andato, svanito come tenebre all'alba
Non è questo il modo con cui ognuno in vita paga il suo debito?

So che nessuno conosce la strada da percorrere
So che il peccato è di ognuno, devi perdere per imparare a vincere

Metà della mia vita è nelle pagine scritte dei libri, vissuta e imparata da idioti e saggi
Sai che è vero, tutte queste cose ritornano a te

Canta con me, canta per gli anni, canta per i sorrisi e canta per le lacrime
Canta con me, canta per gli anni, canta per i sorrisi e canta per le lacrime
Canta con me, solo per oggi, forse domani il buon Dio ti porterà via

Continua a sognare, sogna, sogna, sogna un tuo sogno che diventa realtà
Continua a sognare, sogna, sogna e sogna fino a che il sogno diventa realtà
Continua a sognare, a sognare, a sognare, a sognare
Continua a sognare, a sognare, a sognare, sì

Canta con me, canta per gli anni, canta per i sorrisi e canta per le lacrime
Canta con me, canta per gli anni, canta per le risa e canta per le lacrime
Canta con me, solo per oggi, forse domani il buon Dio ti porterà via