29 maggio 2007

Dialogo tra sé e sé

Da qualcosa dovrò pur partire.
Tu scrivi e vedrai che salta fuori.
Certo non è proprio un bel sistema questo, se ci pensi un attimo.
Ok, ma perché ti prefiggi di arrivare da qualche parte, di scrivere qualcosa di affascinante, invece se ti lasci trasportare dai pensieri facendoli passare attraverso le tue dita ti assicuro che nulla di ciò che uscirà sarà mai scontato.
Quindi consideri positivo comunque l'abbracciare ogni singolo pensiero? Anche il più futile o censurabile?
Esatto, se ti passa per la mente qualche pensierino Bdsm oppure una frase celebre dei Promessi Sposi, un aforisma o un piatto di spaghetti con le cozze lasciali fluire, così come tutti i giudizi, non dare loro un valore vincolante.
Quindi se parlassi di quanto sono puliti i cessi della segreteria universitaria non ti offenderesti?
Perché mai? Ci sono stato anche io, ci vado spesso, penso che Dante li avrebbe collocati nel Paradiso.
Immagina un canto della Divina Commedia, ma soprattutto del Paradiso, ambientato all'interno di un bagno altrettanto idilliaco, mi viene in mente Vc Net fosse biologiche e i sette nani, puzza, puzza, puzza.
Bravo, ti stai lasciando andare, non fermarti mai!

27 maggio 2007

Notte bianca di Reggio Emilia

Essendo tale non scrivo nulla: bianca.

24 maggio 2007

Scrivere un romanzo

Sembra strano che l'arte annoveri tra i suoi pilastri fondamentali la disciplina, ma in realtà è proprio così, soprattutto se riguarda un'opera ampia e complessa come può essere un romanzo ben riuscito e coerente, anche nell'incoerenza, dalla prima all'ultima pagina.
Ciò significa che bisogna amare le proprie ispirazioni, accompagnare i momenti creativi che risalgono attraverso la corrente della mente e delle emozioni, senza dimenticare però, che di per sé esse non produrrebbero altro che risultati estemporanei se attorno non vi costruissimo un sistema di regole e metodo per far sì che dalle idee scaturisca un risultato creativo che dunque esprima al meglio delle possibilità ciò che era la nostra luce iniziale o comunque la sua evoluzione.
Dico questo perché sto sperimentando sulla mia pelle: a meno che uno non abbia scadenze o un contratto con una casa editrice, chi vive artisticamente e programmaticamente della sola iniziativa personale per la stesura di un proprio romanzo compie una delle massime e formanti prove per un'aspirante scrittore.
La questione non è se sia più importante la tecnica o l'ispirazione-idea, se pur affascinante e controverso è una discussione fuorviante ed improduttiva, l'obiettivo che bisogna porsi è quello di mettere entrambi i momenti uno a servizio dell'altro, reciprocamente.
Altro aspetto fondamentale è la sperimentazione, come potrei non sottolinearlo io, fervente difensore del learning by doing; la sperimentazione si può fare in prima persona scrivendo ma anche indirettamente cercando di comprendere, ad esempio leggendo un libro di un qualsiasi autore, qual è il metodo di scrittura usato, se e come sono rese le emozioni, com'è stata infusa la curiosità e la tensione nel lettore, come viene usata la punteggiatura, i capoversi, le descrizioni, il linguaggio ecc....
E Gesù disse: “Beato chi saprà scrivere senza aver mai letto” ma come mi suggerivano gli insegnanti alle medie e alle superiori leggere è il modo migliore per imparare a scrivere e parlare efficacemente oltre che stilisticamente meglio, anche solo qualche pagina al giorno, ad esempio quando siete al cesso, questo consiglio ve l'ho aggiunto io gratuitamente, infatti quello che non sapete è che moltissimi letterati sono stitici, e qui concludo, più che degnamente direi.

23 maggio 2007

Esoterica

Una pietra sapor di perfezione
in dissotterrati quartieri
non convertiti e convessi
accesa di oro luminescenza
l'esistenza atlantica
a girovagar per cerchi
campi di grano senza pannocchie
alla foce del delta
piano piano ci provo
“Scusi c'è Maya?
Quella donna telepatica, ricorda?”
Crepano le case di ghiaccio
nevica sull'ultimo solenne rogo
le preghiere fermentano
vibrar al cosmo sudato
come nell'amore estivo
dell'auto che ti respira
momenti di profane unioni
Nei weekend frequento
frequenze diverse
dove i colori sono quelli
delle undici dimensioni
la sola anima sbianca
è nato un figlio già vecchio
la piramide del tempo
poggia dalla parte sbagliata
la doppia elica doppiata
triplica il quadruplo salto
saltello un due e tre
coscienza oltre Nibiru
la lingua delle lucertole
sibila alle porte della rivoluzione
il cielo sciato a frustate bianche
il pavimento di petrolio seccato
l'antisociale salverà il reame
e tu elettrifica ciò che non vedi
e lo vedrai avvolto in sfere di luce
disperso in un'esoterica passione

21 maggio 2007

Di oro le piramidi risplendono ancora

Inutile.
Oltre che inutile mi sembra deleterio proseguire in bagni di folla come in quei bagni d'infanzia quando erano tua madre o tuo padre a lavarti con cura, non si può passare l'intera esistenza alla ricerca del successo, della felicità, del corpo, in uno specchio di alcol come su un palco pieno di specchi dove l'unico pubblico che vedi sei tu stesso, milioni di te, a volte tutti sbagliati, a volte tutti immaginari, a volte irrealmente perfetti, sono lì a guardarti, a giudicarti, a frenarti, a deprimerti, ad indicarti con l'indice in maniera accusatoria, a suggerirti “Guardati, chi sei? Chi sei diventato? Cosa rimarrebbe di te se morissi in questo istante? Cosa ti sei meritato?”
Ma ciò che non vedi sei tu e le altre persone con le loro esperienze altrettanto squallide, tragiche, o sfavillanti e luminose, il solo specchio in cui puoi riconoscerti è quello che non riflette la tua immagine, combatti contro te stesso, ci provi, non ci riesci, è impossibile farlo, rincorri la tua foto, e che il tempo passa lo sai e questo ti fa ancora più male, sai anche che lo stesso mondo che ami così come il mondo che sai odiare è al di là di quegli specchi, al di fuori del bicchierino consumato nel quale ti servono vodka bianca a te come alla ventina di alcolizzati succedutisi nel bar all'angolo, tra il comune e la chiesa.
Liberazione.
Ho trovato un martello dentro di me, l'ho tirato fuori dalla mia pancia, la stessa che mi fa male, l'ho impugnato come fa un battitore di baseball prima del colpo vincente, fiducioso, uno, due, tre, quattro colpi, gli specchi franano, sfrigolano a rallentatore, coccio per coccio piovono sul pavimento, la sensazione è quella di freschezza, riesco a respirare a pieni polmoni, sono quasi libero dopo aver riposto il martello dentro di me, sono libero e consapevole della gabbia che ci lega tutti agli altri e al proprio corpo dopo aver dato anche un'occhiata dentro, mi osservo, sono proprio così, nel senso che non sono null'altro che essere, l'unica cosa su cui voglio concentrarmi è il presente, sono eterno in quanto sono, il mio corpo è diventato così un tramite per la trascendenza, sono connesso con tutta l'energia del cosmo, riesco a sentirla nelle mie vene, dalla terra sale attraverso le dita dei piedi, le caviglie, su per le gambe, la pancia, la schiena, è un brulicare di vita, poi il collo ed infine la testa, sono avvolto e intriso di energia, il mio corpo è una pista dalla quale posso decollare e staccarmi da esso, contemplo, medito e prego per un cielo color oro, una casa color oro, stanze color oro, un letto color oro, un corpo color oro.
Pace.

18 maggio 2007

Digital Divide nel mondo

Il fenomeno del Digital-Divide può essere analizzato e inquadrato attraverso alcuni dati rilevanti, quali le connessioni ad internet più o meno occasionali e il numero di host nelle varie zone del mondo, cioè di computer costantemente connessi alla rete.
E' così possibile individuare quali sono le zone in cui il Digital Divide è più marcato; com'è facilmente prevedibile si ripropone anche in questo caso la ben nota e imperante disparità Nord e Sud del mondo. La forbice tra paesi ricchi e quelli poveri aumenta sulla scia di questo fenomeno in quanto chi ha la possibilità di sviluppare l'economia anche sui servizi e le opportunità di Internet può ampliare ulteriormente e con maggiore efficacia il proprio raggio di azione ma anche le proprie competenze grazie all'aggiornamento e all'informazione costante e diretta che offre il web, chi ne è rimasto o ne rimane ancora oggi fuori ha perso e perde tuttora un treno non trascurabile per lo sviluppo nonché per il flusso continuo di conoscenza.
Una pubblicazione del 2005 di Orbicom, agenzia dell'UNESCO che si occupa di ricerca e analisi nel campo della comunicazione, dal titolo “From Digital Divide to Digital Opportunities” mette in luce il crescente ed esponenziale gap che si è creato tra paesi sviluppati e quelli sottosviluppati.
I dati risalenti al 2004 dell'Agenzia per lo sviluppo delle Nazioni Unite(UNDP) chiarificano questa valutazione: su 1000 abitanti nei paesi “occidentali” 450 (cioè il 45% della popolazione) dispongono di connessione a Internet, mentre facendo una media nei paesi sottosviluppati si scende al 2,8 (O,2% della popolazione).
L'Africa è ovviamente quella con meno connessioni, le cause sono molteplici, mancanza di infrastrutture, impossibilità di investimenti, elevata povertà, scarsa educazione, così se gli Stati Arabi arrivano al 2,8% di utenti Internet, nell'Africa sub-sahariana non si va oltre lo 0,96%, quasi tutto il continente ha meno del 1% della popolazione in grado di accedere alla rete, significa che l'intera Africa ha un numero di connessioni percentuali per numero di abitanti vicinissime allo zero, praticamente è in gran parte digitalmente isolata, ad esclusione di qualche zona come i Paesi Arabi appunto, il Marocco e soprattutto il Sud Africa, dove tra il 4,9% e il 13% degli abitanti è utente del web, e un dato più modesto per Botswana e Namibia, tra il 2% e il 4,9%. Per chiarire al meglio il divario basta sottolineare che al Sud Africa appartengono il 68,1% delle connessioni africane, con un numero di host oltre il 1,000,000 sui 1,500,000 continentali, numeri che avvicinano molto questo stato alle realtà europee più che africane (statistiche fino al dicembre 2006 tratte da www.gandalf.it).
Il divario digitale africano riguarda anche l'uso e la diffusione di altre tecnologie di comunicazione, quindi più in generale il mancato o blando sviluppo della società dell'informazione: se nel 2004 in Italia c'erano 2 radio per individuo, il 94,5% possedeva un televisore, l'83,9% un cellulare, il 47,5% era titolare di una linea telefonica, il 19,5% possedeva un pc e il 18% di Internet in Africa 1 su 4 aveva una radio, 1 su 13 una tv, 1 su 35 un cellulare, 1 su 40 una linea telefonica, 1 su 130 un pc e 1 su 160 usava Internet.
Ci sono altresì aree del mondo che nonostante il ritardo si stanno invece muovendo proficuamente contro il Digital Divide e dunque verso un'apertura efficace all'informatizzazione della conoscenza, dell'economia e della società. L'Asia dell'Est si attesta intorno al 6% di connessioni per la popolazione totale nonostante l'Asia del Sud abbia uno scarso 1,5%; l'America Latina e caraibica ha una diffusione intorno all'8%. Ma anche in questi casi il dato non rende completamente fede alla realtà, in Asia infatti il 70% delle connessioni è giapponese, nonostante lo sviluppo vertiginoso di Cina e India dove però Internet è comunque qualcosa di elitario e riservato soprattutto alle grandi città e alle aree industrializzate. In America Latina l'84% delle connessioni sono brasiliane e argentine, Brasile e Messico su un totale di 18,100,000 host posseggono al Dicembre 2006 rispettivamente 7,422,440 e 6,697,570, l'Argentina si attesta in terza posizione con circa 1,800,000 host.
Sebbene nessun continente nel complesso sia al di fuori dello sviluppo e della diffusione di Internet si evince un aspetto fondamentale: quando si analizza il Digital Divide è necessario fare attenzione all'osservazione dei dati, in quanto spesso celano una delle caratteristiche fondamentali di questo fenomeno, cioè la grandissima disparità tra i territori, anche tra quelli più contigui o addirittura all'interno dello stesso stato.

10 maggio 2007

Disgrazie informatiche

Raramente tratto delle mie vicissitudini private ma visto che questa volta influiscono sulla frequenza di aggiornamento del Blog vi racconto una storiella.
Sono le otto di mattina, gli uccelli cinguettano allegramente, il sole già caldo illumina brillante la mia casa, il giardino, i cani abbaiano, i cavalli nitriscono, i maiali grugniscono; io mi sveglio e come ogni mattina accendo il Pc e intanto che carica vado a fare colazione, potrei fare in tempo anche a pranzare visto la velocità del mio computer (Un consiglio per gli aquirenti di nuovi pc o notebook, non scendete mai sotto i 1024 mb di Ram, considerando poi che Windows Vista richiede come requisito minimo proprio quella quantità di memoria ad accesso casuale).
La colazione di caffèlatte e pan di stelle addolcisce la mia mattinata, nulla lascia presagire sventure; guardo il programma Omnibus su La7 una decina di minuti e verso le otto e mezza torno in camera mia per andare a leggere qualche notizia su Internet.
Entro in stanza, la luce gialla dell'alimetazione è accesa ma lo schermo è spento, qualcosa non va, l'aria si fa pesante, l'ansia cresce, tutto è fermo, sento un forte odore di bruciato, cosa si è bruciato? Porca vacca! Stacco la corrente, provo a riaccendere, nessun segno. L'alimentatore! Forse è l'alimentatore, l'alimentatore ci ha abbandonato!
Ora non mi rimane che risolvere il problema, la speranza è che non sia successo nulla all'hard-disk.

04 maggio 2007

Sono Franco Battiato

Si avvicina l'estate e già una zanzara vaneggia intorno alla mia testa, che tortura, steso su un letto di paglia voglio addormentarmi di fronte alla luna piena, in mezzo a un campo, come facevano i nostri antenati e i nostri discendenti dopo i grandi sconvolgimenti climatici verso i quali ci stiamo dirigendo quasi senza consapevolezza.
Il salto di coscienza è alle porte, siete pronti per aprire la mente, e tu Katie fammi entrare dalla finestra, il buddhista gatto persiano fa le fusa, non è un caso, riconosce le frequenze della mia meditazione.
Manlio, Manlio, vuoi sapere cosa ne penso dei giovani d'oggi? Manuel ci scatarra sopra ma io voglio riflettere, la mia opinione è che essi hanno esautorato la parte intrinseca e spirituale dell'uomo per affidare tutta la propria essenza all'esteriorità estemporanea dell'infida materialità dei prodotti e dell'oggetto, incrinando irrimediabilmente il rapporto soggetto-oggetto, manifestando inconsciamente la propria inutilità che affiora sporadicamente quando non c'è oggetto che li possa salvare da se stessi.
In poche parole Manlio i giovani d'oggi sono delle teste di minchia.

Basta

O mio Dio ancora mi illudo
di chinarmi sul tuo corpo
mentre il luccicare rifratto
di un soleggiare mattutino
mi ritrae in volto la speranza
Sorrido solo in questa stanza
Basta! Provare per uno spettacolo
che non andrà in scena,
è pesante e piuttosto ridicolo
Basta. Censuro questo spettacolo