28 marzo 2006

Kalathos

Stringo tra le mie mani la tua, intravedo all'orizzonte ghiacciai in fiamme di Cupido, mentre sono disteso su questo letto di primavera giocando con la notte disciolta sulle mie labbra, sul mio corpo disteso e quietato dalla discarica liquido-moderna (Z.Bauman), bevo cocktail frutto di spremuta di fiori rinascimentali, foglie d'acanto, voglio andare controcorrente, così tutto scivola sulla mia lingua bagnata, rilassando i miei sensi, il dolce zampillare di petali dalla fontana apparsa nel verdissimo giardino della perfezione che qualcuno ha deciso di negare, o solo adattare al flusso costante, immutabilmente mutante della Moda, la vera fonte di fiducia nei rapporti umani. Non puntare all'eternità e all'immaterialità significa morire poco prima di svegliarsi la mattina, prima di andare al lavoro, prima di accompagnare i figli a scuola, prima di uscire con gli amici; morire in senso animistico, umanistico, significa scopare solamente per il gusto di godere di ciò che il corpo ha da offrire, sarebbe un peccato non farlo, sarebbe un peccato ridurre tutto a questo. La mia fantasia vaga tra le terre desolate e desertiche dell'abuso di emotività come fonte di chissà quale forma arcaica e originaria di conoscenza, io del resto non conosco nulla, non conosco la verità, ragiono sulle manifestazioni della realtà, la coerenza nell'incoerenza è un valore. Credo nella perfezione e nella bellezza oltre il tempo e qualsiasi moda, sì, sì, credo in Leon Battista Alberti.

23 marzo 2006

Stand-By

Come avete potuto notare in questo ultimo periodo sto aggiornando poco il Blog, sarà il clima elettorale che mi predispone più all'ascolto che alla produzione, sarà che sto ultimando la stesura della tesi di laurea, sarà la primavera.
Per quanto riguarda le elezioni ho l'impressione che, per come Berlusconi ha impostato la campagna elettorale, stia diventando un plebiscito, del tipo: volete o no la sinistra al governo? Sono tutti intenti (in particolare i politici di destra) a discutere del programma del centro-sinistra a cui tutta questa pubblicità e ulteriore discussione non può che fare bene, perché se pur con tante divisioni l'idea di un progetto unitario è più allettante per gli italiani, è così del resto che ha vinto Berlusconi nelle ultime elezioni (il famoso "Contratto con gli italiani"), i ruoli oggi si sono rovesciati, Berlusconi sembra non riuscire più a vendere sogni e speranze. Vedremo allora come andranno le elezioni.

17 marzo 2006

Welcome to the jungle

Facevano l'amore in macchina mentre viaggiavano, lungo la provinciale, ad alta velocità. Se ne sono accorti i vigili urbani di Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, quando hanno notato una Fiat Punto che procedeva a zigzag in mezzo alla strada invadendo continuamente la corsia opposta. Ma non potevano mai immaginare di imbattersi in un'arzilla coppia attempata: 59 anni lei, 70 lui.
Gli agenti, bloccata l'auto, si sono trovati davanti i due anziani amanti (perché la signora non era la moglie dell'automobilista, che in quel momento invece era ignara nella loro casa di Seriate) mezzi nudi.
Dopo un primo momento di imbarazzo, gli agenti hanno fatto rivestire la coppia e hanno anche scoperto, grazie al test dell'etilometro, che l'uomo era ubriaco con valori di tre volte superiori alla media.
Il focoso signore è stato denunciato a piede libero per guida in stato di ebrezza, gli è stata ritirata la patente ed è stato spedito a casa a inventarsi una scusa per la moglie.

Notizia del 16/3/2006 tratta da Repubblica.it

13 marzo 2006

H. Arendt, De André e il 68'

Lottavano così come si gioca
I cuccioli del maggio era normale
Loro avevano il tempo anche per la galera
Ad aspettarli fuori rimaneva
La stessa rabbia la stessa primavera

E’ questa l’introduzione dell’album di De Andrè intitolato “Storia di un impiegato”, dedicato interamente alle vicende del 68’, al Maggio francese, e incentrato sul protagonista, un impiegato trentenne che osservando le rivolte studentesche ne è attratto perché comprende la loro profondità e fondatezza ma sa anche che una sua eventuale partecipazione alla lotta significherebbe la perdita del lavoro. Così decide di compiere una lotta individuale contro il potere, decide di piazzare una bomba in parlamento, ma il colpo non riesce e così viene arrestato e improvvisamente si trova di fronte ad una nuova realtà, quella del carcere, dove la prima persona singolare si trasforma in prima persona plurale, dove per vivere si impara a ragionare in termini di comunità, umanità, non più di singolo.
E’ proprio questa concezione di umanità che ha unito movimenti studenteschi di tutto il mondo, dagli stati del Terzo Mondo, alle potenze occidentali, i membri della Nato come quelli del Patto di Varsavia. Tutte le divisioni sviluppo, sottosviluppo, Est e Ovest che aveva generato la guerra fredda e che continuava a mantenere erano state superate da una massa di giovani che sentivano maggiormente il peso di un futuro quanto mai incerto senza avere la minima possibilità di cambiarlo. Il mondo era diventato improvvisamente piccolo, grazie al fortissimo sviluppo delle comunicazioni, della televisione che trasmetteva le foto della Terra scattate dalla Luna. Tutto ciò faceva sentire gli studenti di tutte le nazioni partecipi allo stesso destino di un mondo che si iniziò a denominare villaggio globale. Ovviamente non bisogna cadere nell’errore di voler considerare tutte le proteste come una rivolta mondiale della gioventù. Infatti è molto importante per comprendere le peculiarità e le sfaccettature dei movimenti sessantottini ricordare che ognuno all’interno dei propri stati aveva delle proprie caratteristiche legate inevitabilmente alla storia nazionale.
Ad esempio Hannah Arendt sottolinea che le rivolte dell’Est rivendicavano ciò che nei paesi occidentali si era già conquistato in passato, come la libertà di espressione e di pensiero, libertà che ora in quegli stessi paesi non bastavano più per esercitare realmente la libertà. Abbiamo poi esempi in cui proteste lanciate da studenti dell’Est venivano fatte proprie dai paesi occidentali, invece trascurate e dimenticate dai paesi di provenienza. Si può perciò comprendere che non è così facile generalizzare.
E De André nell’album ancora canta(in "Verranno a chiederti del nostro amore"):

Resterai più semplicemente
dove un attimo vale un’altro
senza chiederti come mai
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai

E’ proprio la voglia di scegliere, di avere un potere pubblico inteso come espressione della propria libertà e come realizzazione di ciò che H.Arendt chiamava felicità pubblica. H.Arendt sottolinea nella critica alla società e alla politica moderna esposta nell’opera Vita Activa del 1958 dell’importanza dell’agire dell’uomo come era nella polis greca, l’Atene di Pericle, in cui l’agire non significa solo fare e produrre, come oggi, ma avere una vita politica (l’azione) intesa come “la sola attività che metta in rapporto diretto gli uomini senza la mediazione di cose materiali, corrisponde alla condizione umana della pluralità, al fatto che gli uomini, e non l’Uomo, vivono sulla terra e abitano il mondo”.
La violenza e la costrizione, la necessità diventano pre-politica e la forza persuasiva del politico serve per allontanare anche questi problemi. Quindi la libertà è quella politica che si realizza al di fuori delle necessità naturali dell’individuo. Pessimisticamente l’Arendt afferma che l’agire politico nella società moderna è quasi impraticabile in quanto l’uomo è diventato un semplice produttore interessato solo alla sopravvivenza, legato al lavoro, all’attività funzionale verso una preservazione materiale dell’uomo che dia una tranquillità vuota all’individuo. Così che l’umanità si spinge verso il conformismo e la società di massa, negando l’attività critica e conoscitiva dell’uomo verso ciò che gli gravita attorno.
Probabilmente questo problema deriva anche da quella parte della cultura moderna che ha fatto del relativismo morale (teorizzato da Cartesio) una barriera contro l'idea di una possibile conoscenza della realtà che non cada drammaticamente in una serie di punti di vista inconciliabili tra loro.
La fiducia in un cambiamento in positivo per H.Arendt è riposta solo nella scienza e nell’arte perché anche se prodotti della mente presuppongono un’interazione con la realtà attraverso i sensi comuni a tutti gli uomini e inoltre diventano accessibili all’uomo grazie all’utilizzo di un linguaggio che è dunque fondamentale nella comunicazione. Il movimento cercò di smentire la posizione pessimistica dell’Arendt proponendosi come soluzione al problema della massificazione, della inconscia accettazione del potere in modo acritico.
Ovviamente l'evoluzione dei moti del 68' è stato molto complesso, si è trasformato, è stato fagocitato in parte dalla politica, in parte dalle tragiche esperienze del terrorismo, ha dato vita a contaminazioni tra culture distanti, oppure è diventata un'esperienza conservata individualmente nelle cantine della propria esperienza come un'amore intenso, incontrollabile, innocente, puro, da guardare con la nostalgia di chi sa oggi che quell'amore sarebbe stato comunque in tutti i casi destinato alla dissoluzione per la sua natura utopica.
Molti considerano il 68' più fumo che arrosto, nel senso che la società è rimasta tale quale dopo questo periodo di grandi e gridati propositi di cambiamento, di rivoluzione sociale e valoriale, troppa utopia e poca praticità, questo è il succo della riflessione in poche parole.

10 marzo 2006

Vendita Porta a Porta, 9 Marzo

Ho appena finito di vedere Porta a Porta. In studio ci sono stati il ministro Castelli, Alessandra Mussolini, Di Pietro e Vladimir Luxuria. Gli argomenti trattati sono stati fondamentalmente due, le Unioni Civili per coppie formate da individui dello stesso sesso e l'immigrazione.
Vedendola dall'esterno a proposito delle Unioni Civili credo che a rigor di logica e raziocinio non posso che convenire con tutto ciò che è stato detto da Di Pietro, posso comprendere però che in realtà l'attacco fatto principalmente dalla Mussolini a questo tipo di Unioni sia qualcosa che sfugga alla ragione, qualcosa di più viscerale, cioè riguarda una supposta superiorità morale e sociale dell'individuo normale, o eterosessuale, che va difesa a tutti i costi e alla quale non si può affiancare in alcun modo altri modelli la cui integrazione porterebbe, secondo queste idee, allo sfascio inevitabile del tessuto sociale.
L'incendio improvviso è divampato proprio nel finale di trasmissione quando si è discusso del tema dell'immigrazione e degli extra-comunitari. La Mussolini ha difeso a spada tratta gli italiani, le loro tradizioni che sono, a detta sua, mortificate dalle concessioni e dalle agevolazioni che hanno gli immigrati in più rispetto a loro. Ha accusato poi Vladimir Luxuria di essere dalla parte di quelli che urlano l'ormai celeberrimo “Dieci, cento, mille Nassirya” e di quelli che bruciano la bandiera d'Israele e quella americana.
Il clima si è così notevolmente surriscaldato, Di Pietro l'ha definita fascista e lei ha risposto che per lei è un vanto, continuando a ripeterlo a più riprese, poi si è inserita Vladimir Luxuria, o il signor Guadagno Vladimiro, come l'ha chiamata per tutta la trasmissione lo stuzzicante Castelli, ed improvvisamente ho intravisto nello sguardo di Alessandra Mussolini un qualcosa di diabolico, è diventata in pochi istanti rossa, ha alzato la voce, nei suoi occhi ho scorto l'ira in tutta la sua purezza e intensità e devo dire che ciò mi ha messo una certa inquietudine. Credevo sarebbero potuti arrivare alle mani, ma fortunatamente è finita la trasmissione.
Io affermo che il mio vanto è quello di schifare il fascismo quanto il comunismo esattamente come tutte quelle persone che ammiccano a queste ideologie del passato. Se proprio dovessi trovare delle attenuanti per evitare una condanna piena e senza appello per la Mussolini devo aggiungere che è venuta a conoscenza proprio oggi di operazioni di spionaggio nei suoi confronti e di Marrazzo, ricordando poi anche l'esclusione della sua lista alle passate elezioni regionali dopo la rottura con AN e Gianfranco Fini. Marrazzo è poi diventato presidente della Regione Lazio, mentre a lei evidentemente non è andata granché in questo ultimo periodo. Queste frustrazioni le ho potute leggere anche tra le righe durante la trasmissione, a un certo punto infatti, durante uno scambio di opinioni si sente la Mussolini dire un po' a bassa voce, probabilmente non sentito da tutti i telespettatori se non erano attentissimi “Io non credo più in niente,” frase che lascia trasparire il probabile dissesto esistenziale di questa donna dal cognome ingombrante.

05 marzo 2006

Penalizzare i Suv?

Basterebbe obbligare chi compra i Suv, che sta per Sport Utility Wagon, a portare in giro le merci al posto di una parte di tir, chi le comprerebbe? A parte queste stronzate credo che è socialmente e naturalmente doveroso penalizzare chi inquina e consuma di più, a meno che il problema dell'inquinamento e della scarsità delle risorse non sia solo un'invenzione.
Per il resto credo sia più eccitante fare l'amore su un'auto sportiva per quanto scomoda che su un Suv, a quel punto preferisco una roulotte ben arredata con divano, letto, schermo piatto ecc..
Il Suv Sport Utility? Maddeche? Non è usato ne per uso sportivo, ammesso che il codice stradale lo permetta, e ne per uso “utility”, visto che non ho visto nessun commerciante portare in Cayenne o in Hummer i ferri del mestiere.
Qualcuno vedendone per strada uno ha esclamato: "Eppur si muove!"
I gusti sono gusti e non si possono discutere, a qualcuno piace persino la Multipla, non importa, ma una modifica della tassazione che favorisca i comportamenti virtuosi a danno relativo di quelli viziosi è certamente d'obbligo.
Riflettendoci ulteriormente penso che la tassazione sulle auto sia però altissima, sia sulle vetture (i cui prezzi tra l'altro, soprattutto in Europa, sono molto superiori a un possibile prezzo di mercato, questo grazie al fatto che le case automobilistiche possono fare cartello in grande allegria) che sui carburanti che servono per muoverla, non ricordo quanto sia il guadagno dei benzinai ma è qualcosa di irrisorio rispetto ai guadagni dello stato che oltretutto spende i nostri soldi per comprare petrolio, un circolo vizioso. Lo stato sa che il consumo della benzina serve alle sue casse e per comprare altro petrolio e per questo si è deciso di posticipare di molto l'inserimento a pieno regime di più carburanti che abbasserebbero i prezzi, oltretutto cambiare il parco macchine non è qualcosa che si può fare dalla sera alla mattina, senza dimenticarsi oltretutto che ogni cambiamento in questi settori ha bisogno di forti investimenti sulle infrastrutture e sulle reti distributive.
Dunque l'inquinamento da qualsiasi parte provenga genera forti esternalità negative sia nel breve che nel medio lungo periodo, ma ha anche provocatoriamente "esternalità positive" nel senso che diventa argomento elettorale sul quale si può costruire una vittoria ma soprattutto l'inquinamento paga in soldi, non in ideali e nel sistema economico e geopolitico mondiale non ci si può permettere di intraprendere una strada nazionale forte verso l'abbandono del petrolio, ammesso che sia possibile (se non fosse possibile sarebbero voletili per diabbetici, chezzi ameri!), costretti a muoverci tutti in coro; comunque le riserve mi pare bastino ancora per 30 anni ai livelli di consumo attuali quindi gli equilibri mondiali dovranno per forza di cose modificarsi.
Sembra una divagazione tutto questo discorso iniziato dalle polemiche sui Suv, in realtà tutti questi argomenti sono fortemente legati: energia, tassazione, inquinamento, geopolitica, economia, temi che travalicano guerre sante di religione, crociate ecc..riguardano il futuro del mondo intero.
Tornando ai tanto amati e altrettanto odiati Suv credo sia indispensabile una legislazione uniforme per ogni mezzo motorizzato che porti a spendere di più, per tutti coloro che inquinano e consumano di più (in relazione ovviamente) ma che non obblighi a rinunciare a un mezzo piuttosto che a un altro, siamo sempre liberi consumatori.
La maggioranza comunque si muove inevitabilmente verso le scelte più convenienti per le loro tasche. Anche gli incentivi per chi sfrutta sistemi diversi di alimentazione del motore possono essere un ottimo modo per almeno riuscire a calmierare l'inquinamento. Ma diciamolo, come direbbe Ignazio La Russa, allo stato conviene? Sicuramente nel breve periodo no, il problema è proprio questo.
Quello che mi dispiace è che il mercato è invaso dai Suv e hanno levato la possibilità di godersi una sportiva a un prezzo ragionevole, vorrà dire che dovrò guadagnare moltissimi soldi per prendermi una bella macchina per distinguermi dalla massa. Ricordiamolo infatti: chi compra un Suv lo fa principalmente per Status Symbol e non solo per un'affermata idea di bellezza. Quello che non si può accettare è un eventuale agevolazione fiscale per i Suv come quella di farli rientrare tra i veicoli commerciali. La questione sollevata da più parti non è l'invidia verso chi ha un Suv, ma di giustizia sociale, gli Status Symbol si pagano di più per definizione, di certo non di meno come può avvenire oggi, considerando ovviamente sempre la tassazione.
Noi del resto critichiamo tanto gli americani con le loro mega-cilindrate e i mega consumi, in realtà la nostra finta risposta al problema della benzina e dell'inquinamento è stato il diesel, scelto semplicemente perché il consumatore avrebbe privilegiato motori che sfruttano un carburante dal prezzo minore, questo non è altro che un esempio di come l'inquinamento è sempre stato trattato fino ad oggi come una tematica di secondo piano.
Gli interventi legislativi sono indispensabili perciò.

01 marzo 2006

Rapinatori a piede libero

Vi sarà sicuramente capitato che Telecom o altre società telefoniche vi chiamassero a casa per proporvi pacchetti e offerte varie, o addirittura vi sarà capitato di avere servizi sulla bolletta da voi non richiesti, ad esempio segreteria ecc..altre volte vi saranno arrivate pubblicità per posta, le più disparate, oppure andando ad aprire la porta siete stati costretti a sorbirvi qualche venditore porta a porta che non riuscivate a schiodarlo dalla vostra proprietà. La regola è sempre la stessa: non aver richiesto nulla.
A quanto pare il diritto di starsene in pace non è contemplato dai settori marketing delle aziende, vorrei conoscere chi approva strategie pubblicitarie di questo tipo, vorrei conoscerli per schiaffeggiarli uno ad uno, per prenderli a testate. Quanto mi sto censurando per evitare di usare intercalari volgari e offensivi. E' possibile che io debba avere un servizio senza che l'abbia richiesto e debba spendere soldi per farmelo disattivare e a volte dovendo compiere procedure assurde per raggiungere il risultato. Attivare è semplicissimo, disattivare è una condanna. Il rispetto dei diritti dei consumatori esiste o no? Spero e credo solo che il futuro grazie ad Internet porti ad una rivoluzione anche nel campo delle comunicazioni telefoniche cosicché finalmente il mercato potrebbe mettere a novanta le compagnie telefoniche che invece per anni e fino ad oggi hanno goduto e godono ancora dei nostri fondo schiena.
Il testo di questa canzone esprime magnificamente lo stato d'animo nei momenti sopra descritti.

A fior di pelle (Marlene Kuntz)
A fior di pelle salirono gli sbotti
usando i nervi a mo' di comodi condotti:
fu zona rossa nell'attimo di un lampo
la superficie di un corpo senza scampo.
Dilacerata sensazione
sentirsi vulcano in eruzione...
un'esplosione ormai vicina
avrebbe acceso quella fulgida mattina

Ma che tragitto curioso
fa quel tram chiamato Sospiri e Guai!
Dopo un Risveglio Gioioso
all'Inferno porta e non torna mai!

Ci sono istanti che vivere è una merda:
che vada a fuoco poi è pur sempre una scoperta.

A fior di pelle avvamparono gli sbotti
bruciando i nervi e le vene e i loro fiotti:
la zona rossa esplose in un secondo
e fu davvero come deflagrasse un mondo.
Ohh che esecrabile emozione
sentirsi vulcano in eruzione,
incandescente come la lava
che dalla bocca terrifica sbava.

Ma che discesa gloriosa
fa quel magma senza fermarsi mai!
Come una belva furiosa
il suo inferno porta, portando guai!

Ci sono istanti che vivere è una merda:
che vada a fuoco poi è pur sempre una scoperta.

Sono le volte che proprio, no, non ce la fai più;
che vorresti volar per davvero nel blu dipinto di blu,
per poterti sentire leggero come il cielo impassibile.

Leggero ed impassibile.

Ma che finale odioso
quel can can di grida e gestualità!
Quinto cerchio melmoso
dell'inferno: ulula la realta!

Ci sono istanti che vivere è una merda
e nessuna cosa al mondo sa come si disperda.
E in quegli istanti in cui vivere è una merda
che vada a fuoco poi è purtroppo cosa certa.

Sono le volte che proprio, no, non ce la fai più;
che vorresti volar per davvero nel blu dipinto di blu,
per poterti sentire leggero come il cielo impassibile.

Impassibile.