10 novembre 2007

Ultima notte, a Parigi

David decise di uscire in astrale, ormai era un esperto, aveva il controllo completo del proprio corpo di luce quando si addormentava, così vagava per il cosmo senza limiti, se non quelli imposti dalla coscienza.
Nelle ultime notti però avvertiva strane presenze ogni qualvolta si allontanava dal proprio fisico, riusciva a restare tranquillo ma qualcosa non andava.
Nel bel mezzo della notte si ritrovò a passeggiare per alcuni sobborghi di Parigi, era il 1843, amava entrare in contatto con il passato. Un barbone beveva da una fontanella cantando un motivetto sconosciuto in francese, più avanti, lungo la via, un gruppetto di clochard stava intorno ad un piccolo e maleodorante fuoco per scaldarsi.
La camminata proseguiva, David ormai vagava solo, costeggiando la Senna, non c'era più anima viva, così sembrava. Sbagliato.
“David...”
“Chi è?”
“Non mi riconosci? Strano”.
“Dove sei?” David ora fermo, si guardava intorno, la voce era quella di una donna, era familiare.
“Non ti ricordi mai di me! Per questo sono qui!”.
“Ma sei...”
“Esatto, l'odio, così come l'amore, non si controlla e spesso è il rovescio inatteso della stessa medaglia. E' giunto il momento che questa nostra storia finisca. Ti ho amato, tu mai”.
Improvvisamente da una panchina si alzò quello che a prima vista sembrava un altro barbone, aveva un mantello scuro che lasciò cadere a terra, nella mano destra scintillava un lungo coltello che conficcò sette volte nel torace di David che ad occhi spalancati sussurrò:
“Sei tu...Martina...Come hai fatto ad arrivare fino qui?”
“Mi sono esercitata notte dopo notte al tuo fianco, nascondendomi nella tua ombra, ora è finita amore. Per sempre”.
David non tornò più nel suo corpo materiale di questo mondo. Martina, soddisfatta, al risveglio chiamò l'ambulanza, l'autopsia decretò la morte del marito per arresto cardiaco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

non avrò una grande esperienza di letteratura e narrativa, ma questo tuo "racconto" è davvero speciale, bravo!