26 settembre 2005

E se Dio non sapesse di essere Dio?

E' una domanda forse paradossale, forse provocatoria, e perché no, potrebbe non avere alcun senso, del resto è impossibile rispondere ad essa con certezza; fingiamo ironicamente che sia così, che un Dio ci abbia creato senza essere pienamente consapevole di ciò che stava facendo e di ciò che accade oggi sulla Terra, un Dio un po' immaturo, proprio come l'uomo; a questo punto forse sarebbe comprensibile perché non venga così spesso in aiuto dell'umanità, ammesso che ne sia degna (io credo di sì, almeno in parte). Per questo motivo se è vero che dopo la vita c'è un inferno, un purgatorio e un paradiso qualche dubbio e timore sull'attenzione-distrazione di chi è addetto al giudizio finale (un Dio) potrebbe sorgere. In queste parole non c'è un delirio di onnipotenza o una smisurata presunzione di poter giudicare una presenza-assenza di un Creatore, il mio è un ragionamento atipico intorno alla fede. Non posso fare a meno di considerare nella mia vita la spiritualità, c'è un legame ed una tensione tra materiale ed immateriale che non posso e non voglio trascurare, non riuscirei a vivere pensando di essere un semplice organismo naturalmente partorito in un sistema spazio-tempo e altrettanto naturalmente provvisto, nella finitudine del suo essere corpo, del principio degenerativo della materia, quello che conduce alla morte. Lo spot pubblicitario all'americana sarebbe: “I want to believe”

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