07 ottobre 2005

In silenzioso evaporare

Polidipsia ermeneutica
da diabete conoscitivo
Il pubblicitario geco notturno grida:
“E’ tragedia solipsistica!”
E un mentore protervo
è il peggior fingitore
vi ha dipinto un mausoleo
sulla sua fossa comune

E quel giorno deposto Crono
al trono dei sotterranei
Ade fu introdotto
poi sedotto da Persefone
“Che vergogna!” si diceva
se tra il livore e l’amore
un legame si svelasse
e il più saggio lo accettasse

E quel giorno come tanti
rivelata Apocalisse
dissonante apparirà
ai di loro sentimenti
la sentenza in fin di vita
“Io non temo la rovina
della terra amata e odiata
ciò che temo in cuor mio
è la fine del mio Io”

“Che vergogna!” sobillava
quel bel mentore buon viso
“Che vergogna!” ridondava
la sua gente nel villaggio
“Sia bruciato il vecchio saggio!”
E il meriggio si oscurava
dai suoi occhi scivolava
nel suo volto solo il vuoto
sul suo volto “Muoio solo”

La villania vinse ancora
in quel giorno d’ingiustizia
La villania vinse ancora
in quel giorno di mestizia
Non c’è odio non c’è amore
in quel senso di giustizia
Ma per odio e per amore
condannaron la giustizia

3 commenti:

Nico Guzzi ha detto...

La gente, intesa come massa informe, come gregge che non perde tanto tempo per riflettere sulle cose, ha ucciso e uccide più di quanto si possa credere, se poi c'è qualche mito o improvvisato eroe a guidarla diventa ancora più spietata e superficiale

Anonimo ha detto...

Di solito non leggo molte poesie, ma questa mi e` piaciuta in particolare. :)

Ipse

Nico Guzzi ha detto...

Ipse dixit...
grazie ipse, il tuo commento potrebbe avere anche più valore visto che non sei solito-a leggere poesie