17 ottobre 2005

L'ignoto strafatto. Terza parte.

(Seconda parte e link per prima http://nicoguzzi.blogspot.com/2005/10/inno-alla-cocaina-parola-di-un-ignoto_12.html )

Helen, Helen non c'è più.
Si specchiava nella televisione che stava spenta ad osservare con la sua spia rossa un uomo steso sul suo divano in pelle, ormai da tre giorni, tre lunghi ed interminabili giorni di silenzio.
Helen pochi giorni fa dormiva insieme a me, su questo divano, Titanic, l'avevamo visto la settimana scorsa, “scontato e mangiasoldi di tragedia, gusto perverso per il dramma” io le avevo detto, io volevo rivedere dopo 15 anni Trainspotting, in realtà non riuscivo ad ammetterlo di fronte a lei, eppure Titanic mi piace tantissimo, la storia mi prende dall'inizio alla fine; ricordo gli occhi lucidi alla fine del film, poi quella battuta che ho fatto su Di Caprio e lei che si è messa a ridere come una pazza, quanto ho riso anche io, eravamo piegati in due dalle risate, aveva i capelli raccolti quella sera, era fantastica, come sempre lo era, era e ora, ora?
Si alzava solo per bere qualche sorso d'acqua, mangiare crackers o pezzi di pane secco e per svuotarsi dei bisogni fisiologici, l'espressione era quella della più intensa assenza, lo sguardo era perso, vuoto come la casa. La barba era spuntata e continuava a crescere sul suo viso solitamente liscio e senza l'ombra di un pelo.
Helen è morta.
Ogni tanto si arrendeva, piangeva come un bambino che si sveglia nel profondo della notte cercando di trovare una persona cara nella quale scorgere tranquillità e protezione. Non c'era nessuno in quel paradiso della materia e della lussuria. Le lacrime non facevano che rendere visibile alle pareti di una villa il dolore insopportabile che logorava la sua coscienza.
Che cosa ho avuto dalla vita? Che cosa ho dato? Ho ucciso.
Si addormentava e risvegliava frequentemente, dormire gli sembrava un modo per lenire la sofferenza, la soluzione più semplice. Gli occhi tornavano ad essere bianchi per poi ridiventare rossi e gonfi. Si era fermato sul limite di una strada chiusa oltre il quale l'unica cosa che si può fare è cambiare strada.
Helen è tutta colpa mia, avrei dovuto morire io, me lo sarei meritato, tu no, tu non te lo meritavi, ti ho trascinato io, ho ucciso il mio amore, adesso non ci sei, non ci sei più.
Lacrime, sorsi d'acqua e pezzi di pane secco.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,piacere di averti incontrato

Nico Guzzi ha detto...

mmm, piacere di averti accolto nella mia umile dimora, ma, nome particolare ma, ma se piace a te, ma

Anonimo ha detto...

...mi chiamano così...

Nico Guzzi ha detto...

di certo è originale, conciso e anche un po'enigmatico..Ma..
P.s: posta pure l'indirizzo del tuo blog qui se vuoi

Anonimo ha detto...

...tanto mi hai trovato uguale..ma...

Nico Guzzi ha detto...

hahaha, il problema che non ricordo il nome del tuo blog, inviami un'email allora, nel mio profilo c'è; non te l'avrei chiesto ma