06 ottobre 2005

Un articolo scritto qualche tempo fa

La forza dell'informazione televisiva si riassume nella vicenda legata alle donazioni per aiutare i paesi colpiti dallo Tsunami. Gran parte della popolazione mondiale ha potuto addentrarsi grazie all'occhio delle telecamere in una delle più grandi catastrofi naturali della storia umana, in ogni suo aspetto, dalla paura, all'angoscia, alla morte, alla rassegnazione, all'impotenza di fronte alla natura, alla rabbia ma anche alla voglia di ricominciare. La sequela di immagini andate in onda per almeno una settimana hanno generato una spirale positiva di “empatia globale” che ha attraversato il mondo e che ha portato tantissime persone a sentirsi in dovere morale di dare il loro aiuto in denaro per le vittime dello Tsunami.

La raccolta di fondi è stata così ampia da generare quello che si può considerare un vero e proprio "sorprendente paradosso" senza precedenti: l'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere afferma che per lo Tsunami sono stati accumulati addirittura il quadruplo dei fondi usati. L'ha scritto in un articolo Louise Williams sul Sidney Morning Herald l'11 Maggio 2005. In Australia Medici senza frontiere a quella data aveva già contattato 4000 donatori per rimborsare la somma, 200 di loro hanno accettato; l'alternativa individuata è stata quella di dirigere i fondi in eccesso ad altre aree di crisi(Sudan e il Congo per la drammatica situazione in cui si trovano) con il necessario consenso del donatore.
Riguardo a questo problema il responsabile di MsF in Australia, Philippe Couturier dichiarò che ''Non è mai successo prima di dover rifiutare donazioni o addirittura di doverle rimborsare'', definendo tutto ciò come “un'incubo amministrativo”.

Medici senza frontiere Italia rilasciò il 13 Maggio 2005 un proprio comunicato.
In esso si enuncia che le sezioni di MSF di tutto il mondo hanno ricevuto, complessivamente 105 milioni di euro e che alla fine di marzo 2005, sono stati utilizzati 16 milioni di euro per la gestione dell'emergenza nel Sud dell’Asia ed altri 22 milioni si useranno probabilmente per le attività correlate allo tsunami. Anche MSF Italia il 4 Gennaio come le altre sezioni aveva deciso di sospendere la raccolta fondi per questa emergenza. Tra febbraio e marzo 2005 ha contattato parte dei donatori con 60.000 lettere e 8.000 e-mail nelle quali si richiedeva il permesso di destinare il contributo versato per l’emergenza tsunami ad altre situazioni di crisi meno visibili ma che sono altrettanto gravi: Repubblica Democratica del Congo, il Darfur, la Colombia, il Caucaso. Solo 8 donatori hanno richesto la restituzione dell'importo versato.
Nel comunicato si legge anche che a livello internazionale, il totale restituito è stato di 978.050 euro, pari allo 0.9% del totale donato (105.275.725 euro). Infine MSF Italia rende noto che il 43% dei fondi inizialmente ricevuti per l’emergenza sono utilizzati per supportare altri programmi medici di emergenza nel mondo.
Dunque la conclusione può essere giudicata più che positiva, con le donazioni in eccesso si assisteranno altre persone che vivono tragedie “silenziose”, quelle che fanno meno clamore, ma che devastano l'esistenza umana di chi le vive in ugual modo.

Per completare termino sottolineando che da questa situazione credo sia doveroso trarre spunti di riflessione sul potere e la responsabilità dell'informazione, soprattutto quella televisiva che attraverso le immagini può smuovere anche la coscienza più fredda e distaccata.

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