09 novembre 2005

Considerare il futuro

"Lo spirito delle cose morte risorge sulla terra e sulle acque, e il suo alito presagisce il male” questo dovrebbe aver scritto Zygmunt Bauman in Vite di scarto, non ne sono sicuro però visto che non ho il libro tra le mani; potrebbe sembrare un messaggio apocalittico, un discorso sulle cose ultime della vita umana, escatologico, del tutto assimilabile all'aquila della Bibbia che volava alta nel cielo e gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!" (Apocalisse, cap.8,versetto 33).

Ovviamente quello che scrive il sociologo Bauman va valutato per ciò che è, cioè studi e riflessioni sul mondo contemporaneo, dunque non bisogna inquadrarlo come una descrizione pessimista della realtà, bensì come un'autorevole e interessante fonte di riflessione; chi definisce un punto di vista ottimista o pessimista senza approfondire quel tema è cieco, io ho sempre creduto che giudicare, per lo meno nelle prime battute, è il miglior modo per fare del male a se stessi e al mondo; ma se in questa società la velocità è potere (Bauman) beh allora giudicare e in fretta significa sentirsi forti, arrivare prima, non mettersi in discussione ma eventualmente mettere gli altri, non farsi troppe domande sul futuro, perché in realtà quasi nessuno pensa mai a un tempo oltre la propria esistenza, ci penseranno i nostri figli, eppure quello che facciamo oggi, le scelte, i percorsi che prendiamo influiranno profondamente sul futuro.

Così nella Bibbia e soprattutto nella parte dell'Apocalisse il problema non sta nel comprendere quando il mondo potrebbe collassare su se stesso e nei suoi errori, l'anno, il giorno ecc..come hanno fatto in molti con le profezie di Michel de Notredame (in arte Nostradamus), mi sembra abbastanza impossibile che la Terra esisterà fino alla notte dei tempi, esisterà forse in altre forme, in altri universi, chi ha più immaginazione può diventare un grande artista, regista, scrittore ecc.., che siano plausibili le previsioni e le congetture di questo o di quello nessuno mai in terra forse riuscirà a verificarlo empiricamente, teoricamente tutto è possibile e credo che sia fondamentale sottolineare lo scompiglio culturale, scientifico, sociale e religioso che ha gettato Einstein con la sua teoria della relatività, non è stato ancora metabolizzato dalla società, dagli individui che vorrebbero una sicurezza sempre maggiore e che dunque a volte cerca di coprirsi dietro dogmi, dietro identità passate (è normale che ciò avvenga perché il mondo globalizzato tende a levigare le differenze, così in molti credono che si possa vivere un roseo futuro barricandosi dentro la propria cittadella, tuttalpiù si può prevedere un roseo presente in questo modo, in realtà come dimostrano le violenze di questi giorni a Parigi barricarsi non ha quasi più senso per molti, perché quello contro cui ci si dovrebbe difendere è già dentro la nostra cittadella), a volte ci si copre dietro il riempire giorno per giorno ogni singolo istante dell'esistenza quotidiana (il consumismo sfrenato e il processo di purificazione del sostituire il vecchio con il nuovo, eppure niente si crea e niente si distrugge, questo i fisici ci hanno insegnato, allora il vecchio continuerà ad esistere, nell'ambiente ma anche nelle persone che l'hanno escluso per sostituirlo, nel vecchio non bisogna dimenticare tristemente che ci sono anche gli uomini, quelli esclusi dalla modernità), siamo troppo spesso focalizzati e sintonizzati sul presente scandito da ogni nuovo evento che i giornali e i telegiornali considerano più adatti per un pubblico più vasto, viviamo con gli occhi del telespettatore le tragedie del mondo, quelle che qualcuno ha scelto di raccontare, di far vedere con telecamere, una dopo l'altra, a volte mi sembra ci sia un gusto perverso nel vedere persone star male, piangere, morire ecc..prescindendo comunque da giudizi morali credo che oltre l'informazione sia importante la discussione delle informazioni, questo è un principio democratico, ma più che democratico, umano in senso lato, infatti ci sono diversi modi per distorcere la realtà, un caso estremo è descrivere la realtà in solo modo, da un solo punto di vista, nell'altro caso estremo vi è descrivere la realtà da ogni possibile punto di vista senza dare possibilità di comprenderne neanche uno, perché c'è poco tempo o per lo meno non devi avere il tempo di stare a chiederti troppe cose.

Siamo in un universo del quale probabilmente non capiremo mai abbastanza, ciò che non si comprende diventa fede, questo è la fede, non si può spiegare anche se sembra che io lo stia facendo. L'Apocalisse, la fine del mondo, non devono avere un senso tragico e drammatico, bensì vanno considerate come un monito, un “ricordarci” che non si vive di solo presente, ma soprattutto non si vivrà a lungo di solo presente.
Queste riflessioni sono venute giù una dietro l'altra per questo non sarà forse chiarissimo quello che ho scritto, mi pare comunque degno di attenzione.

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