29 novembre 2005

Cronaca di un suicidio al tabacco

Mi accendo quest'ultima sigaretta, dopodiché la fine, mi lancerò giù, butterò come spazzatura questo involucro materiale che mi avvolge come un cadavere in decomposizione, il rumore secco delle mie ossa che impattano al suolo potranno essere sentite da qualche sfortunato passante, finché qualcuno non se ne sarà accorto “Quello che è caduto dal cielo è un uomo! E' un uomo!” No, penserò io, era un uomo ingabbiato nel suo corpo che anneriva di cancro, quel cancro che gli stava rosicchiando lentamente tutto il cervello. Continueranno ad aggiungersi persone, una calca si riunirà intorno al mio corpo bloccando il traffico, prima urlando, poi trattenendosi, portando esterrefatti le mani davanti alla bocca con espressione incredula, “L'ho visto volare giù dal tetto del palazzo! L'ho visto precipitare.” “No, signora, non è precipitato, si è lanciato.” “E' impossibile, deve essere caduto accidentalmente.”
Tra un tiro e l'altro di sigaretta mi sento sempre più leggero, sono quasi contento, non provo più disperazione, mi sono rassegnato da tempo, c'è solo il dolore fisico che mi ha accompagnato negli ultimi 8 mesi costantemente, colpi di martello hanno continuato a picchiare la mia testa ossessivamente, ho imparato ad accettare che non posso essere più sicuro di nulla riguardo al mondo che mi circonda, ad esempio quel mendicante vestito di stracci, sdentato e seduto sul marciapiede esiste o è solo nella mia mente? Sì, un po' di angoscia c'è. Tra dieci minuti la mia vita si prolungherà in altri tempi, altri spazi? Questa è l'unica paura che ho, credo di aver già dato tutto a questo mondo, se rimanessi andrei incontro solo alla mia degenerazione senza poter far nulla, senza potermi concedere più un attimo di gioia, di spensieratezza, diventerei lentamente un oggetto e il mio soggetto sarebbe imprigionato, condannato a soffrire fino alla morte, perché questa è stata la sentenza. La sigaretta è ormai finita. La mia unica speranza, fuga, salvezza è la morte, non ce la faccio più, non ho più la forza, la forza di lottare, la forza di alzarmi dal mio letto di ospedale per riaddormentarmi la sera nello stesso letto, per quale ragione? E sarà beato chi avrà accolto le sofferenze e vissuto fino alla fine, sì beato chi c'è riuscito e chi ci riuscirà, ma Dio non mi ha concesso la sua benedizione altrimenti sarei ancora in giro a fare una passeggiata con la mia fidanzata e il nostro cane, invece mi sto dissolvendo lentamente come un fantasma, l'unico sollievo è la droga che prendo per non sentire dolore, le persone che si ricordano di me sono solo quelle che mi curano e la mia famiglia che mi accompagna nel tragico e inaspettato viaggio verso...la sigaretta, non vorrai fumarti anche il filtro?! No, no, lo so, la sigaretta è finita, è solo che mi ha messo un po' di malinconia, la guardo, mai come in questi pochi istanti mi sono affezionato ad una cosa materiale, persino nella cenere trovo qualcosa di mio, pende ancora tra l'indice e il medio della mia mano destra, finalmente mi sono deciso, buttala, la buttò, scivola nell'aria senza poter aggrapparsi da nessuna parte, ma dove va! Ma che..dove vai! Il mozzicone ha preso fuoco! Sta risalendo verso l'alto! Mi ha appena sfiorato! Prosegue, prosegue verso il cielo, è luminoso! E adesso, dov'è? E' scomparso, non c'è più.
Lo stomaco mi si è chiuso! Sto cadendo, il vuoto, sto cadendo giù, il vuoto, addio.

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