Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Ho deciso di inserire il testo della canzone di Giorgio Gaber principalmente per un motivo, molti citano la frase la “libertà è partecipazione”, di solito sono attivisti politici, politicizzati, politicanti o piccoli demagoghi di quartiere, di internet, o di chissà quale setta ultra-impegnata, quelli che magari tendono a vedere anacronisticamente ancora il mondo rosso, o nero, o bianco, nonostante sia evidente che neanche i politici ci credano più (e che per il cenone di fine anno a Porta a Porta ci dicono, magari minuziosamente, cosa mangeranno). Il dubbio che continua ad assillarmi è il seguente: la libertà è partecipazione? Può essere, qualcuno ci crede, ma l'obbiettivo di Gaber non penso sia stato quello di costruire una massima pro-attivismo. Considerando l'autore credo che questo testo sia una perla per come riesca a prendere per i fondelli quelli che lo citano, Gaber è lo stesso che ha scritto infatti Io se fossi Dio, un inno quasi all'anti-politicizzazione, “..la politica è schifosa e fa male alla pelle..,” quindi prima di riproporre una pseudo-massima di qualcuno è meglio chiedersi, anche solo per curiosità, se è quello che pensava l'autore, o per lo meno è meglio farsi venire il dubbio; sono stati costruiti troppi miti sui falsi assunti, su verità fittizie, sui fraintendimenti, sulla superficialità. Finisco aggiungendo che, a mio parere, di certo la libertà non è un'occupazione.
Nessun commento:
Posta un commento