07 gennaio 2006

Fare l'amore con odio

Era appena uscita dalla doccia, aveva solo un asciugamano bianco a coprirla fino a metà cosce, aveva preso tra le mani il fono ma proprio mentre lo stava per accendere suonarono al campanello. “E adesso chi è a quest'ora?”
Ripose il fono sul mobiletto a fianco del lavandino del bagno e si diresse verso la porta, dopo aver constatato che non c'era fortunatamente nessuna parte del corpo troppo scoperta aprì.
“Sei tu? Cosa sei venuto a fare a casa mia? Non avevamo detto che non ci saremmo più sentiti e visti per l'eternità?”
“Fammi entrare un attimo, non voglio litigare, per di più qui sul pianerottolo mentre tutti stanno ad ascoltare.”
“Ok, entra, ma sappi che questa è l'ultima volta che metterai piede in casa mia, segnatela. Dunque qual'è il motivo per cui ti sei presentato?”
“Non ti preoccupare, non sono venuto per te, gallinaccia lunatica, sono venuto a riprendermi tutto ciò che è mio in questa casa.”
“Gallinaccia?! Ha parlato il gallo cedrone! Ti sei guardato allo specchio, con quella faccia che ti ritrovi potresti fare la controfigura di Gargamella nei Puffi.”
“Scusami, se non ricordo male, sei stata tu quella sera, quando ancora non ci conoscevamo, a presentarti al mio tavolo mentre parlavo con amici, facendomi tutti quei complimenti e ammiccamenti dei quali tu sei maestra e con i quali accalappi ogni uomo.”
“Sì, sì, senza poi parlare di quel coso insignificante che ti ritrovi tra le gambe. Mi dispiace per te, purtroppo madre natura si è dimenticata di te. Poverino!”
“Bastava che lo dicessi subito del mio coso insignificante, fingevi bene allora, tutte quelle volte, forse era per questo che non ti bastava mai, sei meglio di una puttanella da quattro soldi, sei quasi come una troia di alto rango, quello che ti manca però è l'intelligenza.”
Erano in piedi in soggiorno, uno di fronte all'altro, c'era molta tensione e la discussione era udibile da tutti gli appartamenti circostanti e perfino dalla strada. Lei si avvicinò decisa all'uomo con cui stava litigando, in uno scatto felino gli mollò uno schiaffo molto forte.
“Mi fai schifo, stronzo! Vattene da casa mia!” Riuscì a colpire con un secondo schiaffo.
“Non ti vergogni, se io sono una puttana tu allora cosa sei? Guardati, mi fai ridere, mentre stavi con me hai provato a scoparti mezzo mondo, e con quel coso insignificante! Scommetto che adesso è già duro e pronto all'attacco visto che ormai da giorni non sai dove piazzarlo? Allora schifoso!” Il terzo schiaffo non andò a segno, lui le fermò il braccio a pochi centimetri dal viso, si avvicinò a lei ancora di più, i due corpi erano quasi in contatto.
“Sei la donna donna peggiore con cui io abbia mai avuto a che fare, anzi probabilmente sei la cosa peggiore che mi sia capitata nella mia vita!”
Improvvisamente si ritrovarono a baciarsi con grande foga, mancò poco che si strappassero le labbra a vicenda.
“Ti piace ancora eh schifoso!” e lo spinse sul divano. “Vediamo come sta il piccolo!”
“Allora hai voglia di scopare, come mai? Ti senti sola?”
Continuavano a baciarsi, qualche mossa e l'asciugamano era caduto a terra. Lei giaceva completamente nuda sopra di lui.
“Eh sì madre natura si è dimenticata di te”
Una volta tirati giù i pantaloni e i boxer in pochi istanti il suo coso insignificante, aizzato come non mai dalla situazione inusuale e inaspettata, finì dentro la sua vagina, con una violenza che fece emettere un'inevitabile ma per quanto possibile compresso urlo alla donna, anche lei era eccitata come non mai, il dolore si fondeva al piacere, era una sensazione indescrivibile. Sarebbero bastati pochissimi su e giù, l'odio aveva trasformato quel rapporto sessuale in una pentola a pressione pronta a fare fuochi d'artificio di lì a poco. Lei passava sul petto dell'uomo le sue dite, sulla pelle, muovendole sotto la maglia, inizialmente con dolcezza, poi con forza, graffiandolo con le unghie.
“Ti piace, ti piace, mezzo uomo che non sei altro, oh sì, sì!” ansimava lei.
“Oh, ascoltate come gode la troietta!”
L'uomo venne, quasi contemporaneamente lei, le espressioni dei loro volti erano ancora così ubriache di eccitazione che la situazione non sembrava altro che un sogno, a metà strada tra un incubo e una fiaba maligna. Erano entrambi stupiti e turbati dalle emozioni che avevano e stavano provando. Lei riprese l'asciugamano cercando di coprirsi, lui dopo essersi ritirato su i pantaloni si alzò.
“Io devo andare.”
“E le tue cose che sei venuto a riprendere?”
“Tienitele pure, non me faccio niente.”
“Ok, allora le darò in beneficenza o le butterò dalla finestra, più probabile la seconda.”
“Fanne pure quel che vuoi, non mi interessa.”
Quello che era successo era stato inatteso, strano, ancor peggio perché terribilmente piacevole, ma non sarebbe più successo.
Lui uscì senza salutare da quell'appartamento senza farci più ritorno. Il filo che legava le loro vite era stato tagliato per sempre da entrambi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

he he XD meno male che mi hai messo la traduzione XD nn essendo pratico dei dialetti..... XD cmq gia sent'altro nn può funzionare... ed è terribile che molti invece vogliano eliminare il "marginalismo economico"... l'ignoranza fa novanta assd... però nn nego come scritto che ci siano veramente dei commercianti ladri e disonesti, forse anche troppi XD cmq penso di aggiungerti ai miei blog preferiti visto che sei ripassato assd... okappa? XD au revoir, orphaeusest!

Nico Guzzi ha detto...

:) see you later