08 giugno 2006

Love me two times baby, I'm goin' away

Ogni giorno è uguale all'altro, nel senso che le ore sono sempre le stesse, 24, in realtà anche questo non sarebbe propriamente esatto. Pagina 357 del libro di Fisica, Einstein e la relatività. Ma io un giorno morirò? Questo è un cielo di cui solo io scorgerò le sembianze, i volti nelle nuvole? L'atmosfera delle candele accese è così onirica, sono in mezzo alla stanza dal tetto in vetro attraverso il quale la luna oggi fa sentire la sua mancanza, per quanto mi riguarda potrebbero esserci dietro il vetro decine e decine di anime che hanno vissuto in questa casa che del resto ha più di duecento anni. Se veramente gli oggetti avessero una memoria che l'uomo sarebbe in grado di decifrare. Se quelle anime volessero tornare a questo nostro magnifico e altrettanto orribile mondo di sole, acqua, terra, fuoco, di calcio, di rock'n roll, di house-music, di Codici da Vinci, Codici Ascii e Codici Etici, se quelle anime volessero tornare proprio dopo aver scoperto come respira l'anima senza polmoni, come canta l'anima senza diaframma, come scopa l'anima senza gli attrezzi del mestiere. Ma io un giorno morirò? Questa domanda continua a martellarmi perché ahimè la risposta sta solo nella fede e non nella scienza. Il corpo sepolto 6 piedi sotto l'albero della Speranza in mezzo a un campo di papaveri sempre rossi, il sole batte sempre l'ora del mezzogiorno, il tipico mezzogiorno di primavera con un venticello fresco che permette di godere appieno dei raggi solari, sembra uno spettacolo tanto puro quanto impietoso per quello che non si vede, per quello che si dimentica, perché sotto l'albero della speranza c'è un teschio freddo forse sorridente, forse regale, forse senza alcun segno di timore, ma pur sempre freddo come nei cimiteri di Milano 2, Scampia, Hollywood e Nassirya. Ma a questo punto sapete qual'è conclusione di tutte queste riflessioni? Quale conclusione probabilmente non tanto degna quanto umana? Tornare alla quotidianità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso sempre all'attimo in cui le persone muoiono... cosa si sente? Ci si rende conto che si sta per morire?
O magari la sensazione è la stessa di quando stai per addormentarti, cioè neanche te ne accorgi?
E poi, questa luce in fondo al tunnel... esisterà davvero?
"From all of us Aerosmith to all of you outhere, goodnight. And remember: the light at the end of the tunnel maybe you."
Paràpappa papparà...

Nico Guzzi ha detto...

paràpappa papparà...

Anonimo ha detto...

Quando vuoi sai essere veramente profondo! Arrivi quasi ai livelli di un rutto che muove tutto l'intestino.
A parte gli scherzi bello questo blog, tutti prima o poi pensano a questo tema ma l'artista si differenzia sul come lo pensa e sul come lo espone! BBBBELLAAA nico