21 giugno 2006

Referendum costituzionale

Bisogna andare a votare, siete contenti? Ma sì dai, vi mancavano i seggi elettorali anche se non lo volete ammettere. Questa volta come dovreste sapere si vota per confermare o annullare la riforma costituzionale approvata dalla precedente maggioranza di centro-destra.
È certamente un passo importante per la nostra Repubblica, ma credo che riforme che riguardano l'assetto strutturale dello stato e delle sue istituzioni non possano essere approvate in un clima di scontro a compartimenti stagni, bisogna che i consensi possano giungere da entrambi gli schieramenti e attenzione non per forza con consenso unanime, quasi impossibile in democrazia.
La giudico negativamente anche perché approvata principalmente per esaudire i sogni autonomisti della Lega Nord che è riuscita ad imbarcare i voti persino del suo opposto, Alleanza Nazionale, la quale, ascoltando i pochi dibattiti tenuti sull'argomento, non dimentica mai di sottolineare come, ancora prima che la legge entri in vigore, ci siano alcune cose da perfezionare, a dimostrazione del fatto che probabilmente non ne sono convinti fino in fondo altrimenti la difenderebbero a spada tratta. Il discorso “intanto approviamo questa riforma che poi vediamo che correzioni si possono fare” non credo si debba applicare alle riforme costituzionali che riguardano l'intero stato e il suo popolo. Inoltre non si può pensare che i cittadini possano comprendere quali siano i possibili e probabili effetti, non si può credere che un cittadino scelga con cognizione di causa, certo se magari si facessero parlare i costituzionalisti invece dei politici magari qualche idea in più si potrebbe formare nella gente, non vi pare che questi costituzionalisti siano un'entità?
Io credo che voterò no, cioè per non confermare la riforma auspicando ad una nuova proposta che raccolga un accordo tra maggioranza e opposizione, è vero che ogni volta che si è tentato il tavolo è sempre saltato, del resto già la riforma del titolo V del 2001 è stata fatta a maggioranza dal centro sinistra, anche in quell'occasione sbagliando, ma purtroppo questo è il sistema politico italiano, sempre diviso e con l'alibi della divisione che sfocia sempre nel fenomeno della de-responsabilizzazione dei vari politici che all'interesse generale antepongono interessi particolari di partito.

2 commenti:

Nico Guzzi ha detto...

si possono mettere anche le leggi del paradiso ma a governare non ci sono angeli quindi non cambierebbe granché, l'unica rivoluzione che ci vorrebbe non è una riforma costituzionale ma un cambio completo della classe politica italiana con la conseguente riduzione di quei partiti che esprimono solo la nostalgia per il passsato

Cesare Rensenbrink ha detto...

d'accordo, come sempre, con quello che ha detto nico. ;)