30 luglio 2006

Sabato notte. Certe notti.

Dopotutto cosa c'è nel sabato sera se non qualche bicchiere di alcol, qualche flirt più azzardato, qualche stronzo che vuole fare a botte perché non sa più come ammazzare il tempo. A volte si esagera e si finisce in un angolo a purificarsi al contrario (“dai, ragazzi, portatelo altrove a vomitare!”), a volte si finisce con il rimpiangere la sobrietà, a volte si finisce con il piangere senza avere un'idea perfettamente nitida su ciò che sta accadendo, una sorta di pianto incosciente, di gioia o di tristezza? E chi lo sa, o si sa ma non si ha il coraggio di ammetterlo.
E l'alba è lì, pronta per cornetti caldi e cappuccino, per chi ci arriva in fondo è già una vittoria, per chi già dorme forse solo un sogno che sarà già dimenticato al risveglio, per chi cappottato è steso sul ciglio di una strada e aspetta solo un angelo o una qualche creatura infernale dagli artigli lunghi che faccia vivere momenti distanti ed extra-terreni.
Dico a te, proprio a te, per favore smetti di cantare nella mia mente Wuthering Heights, te lo chiedo, soave essenza melodica, chiudi i tuoi occhi e poi il mondo cambierà il suo aspetto, seguimi se lo vuoi, non ho molto da offrire un cuore, una voce per te, un cuore, una voce per te. Grazie Tiranti adesso puoi fermarti.
Bersani, Bersani, mio caro Bersani, credo profondamente nelle liberalizzazioni, se fossi farmacista o tassista sciopererei ma mi farei altrettanto schifo; è sicuramente giusto difendere i propri interessi ma è altrettanto giusto sentirsi mandare a fare in culo da chi deve sborsare soldi su soldi quando potrebbe risparmiare.
Le tue calze a rete nere si sono strappate, le ho strappate io, ci si abitua a distruggere.
Sono le 3,16 di notte, chissà, qualcuno altrove starà scrivendo proprio come sto facendo io in questo momento, magari proprio uno dei miei preferiti autori, il vecchio Stephen King, magari dalle sue mani starà uscendo l'ennesimo frutto dell'angoscia, della paura.
Lo so, probabilmente è arrivato il momento di congedarsi, forse qualcuno avrebbe gradito che fossi andato a letto prima di nascere, ma io, come ognuno di voi, porto gioie e dolori, soffermarsi solo ai dolori sarebbe ingiusto verso di me; alla fine il conto che presenterò al creatore spero sia in attivo altrimenti ne prenderò atto e accetterò l'inferno, credo proprio che sia nettamente meglio l'inferno del nulla. Poi il purgatorio continuo a ripetermi che è per le persone mediocri. L'obbiettivo rimasto di questo sabato sera è staccarmi da questa tastiera ed andare finalmente a letto, ce la farò? Vado.

P.s. Dimenticavo l'indulto: penso proprio che Antonio Di Pietro in questo momento farebbe il pieno di voti.

Nessun commento: