23 febbraio 2007

Har ha-Bayit vs al-Masjid al-Aqsā

Possiamo considerare la religione, quella professata in alcune madrasa islamiche o nelle più attive comunità evangeliche americane ad esempio, cioè le ali estreme del fondamentalismo religioso, come una delle creazioni-supposizioni-rivelazioni dell'uomo e all'uomo più rilevanti per conseguenze storiche.
Torniamo così, mio malgrado, alle tematiche vicine al fenomeno sociale dei finti tifosi del calcio, quali sono gli ultras, che sono evidentemente legati a una fede calcistica di cui i connotati sono sfuggenti ed in cui si mischiano odi, amori e sentimenti molto distanti da una razionalità ed etica calcistica che può esprimersi in “Si vince, si perde, a volte si pareggia, a volte c'è spettacolo, a volte è uno schifo, comunque sia si ritorna sempre a casa.”
In ogni religione di cui ho potuto conoscere qualcosa ho riscontrato messaggi positivi, messaggi controversi, anche rivelazioni quanto mai fantasiose o perlomeno da mettere in discussione sotto il profilo storico; l'unica via per distruggere ogni forma di fondamentalismo religioso, politico e in parte anche scientifico è il bene, quello con la lettera minuscola e non il Bene universale di cui ci si può riempire la bocca ma che in realtà serba per sua stessa natura un'azione drammaticamente selettiva di principio e che nulla ha a che fare con la dinamicità della realtà.
Tutto queste considerazioni non avrebbero attrattiva se non fosse che qualcuno ci propugna ormai da anni lo scontro Islam-Cristianesimo, confondendo spesso con grande astuzia cause con conseguenze e soprattutto alimentando odi e sentimenti di vendetta (tutt'altro che fenomeni ultraterreni) grazie allo stupro della fede, non più intesa come ricerca di una dimensione e realtà al di fuori di questa entità materiale di cui tutti facciamo parte. Se alla vendetta, all'odio, al bisogno di potere, aggiungiamo qualcosa di non completamente razionale come può essere la religione il mix che ne uscirà non potrà essere per questioni logiche razionale, le contraddizioni salteranno così all'occhio dell'osservatore attento e non troppo illuminato per sua fortuna.
Non si dovrebbe credere a una religione come ricerca del bene, della felicità, della solidarietà, della compassione, del superamento della materialità delle cose, e non come mezzo, propaganda del Bene, strumento di potere?
La puntata sulla “religione del consumismo e del nuovo” oggi ve la risparmio.

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