12 marzo 2007

Il computer imita l'uomo

Di seguito il mio articolo pubblicato qualche giorno fa su Idearium.

Lo scorso gennaio è stato pubblicato un articolo su uno dei siti Internet del M.I.T. che ha dato notizia della creazione da parte di alcuni scienziati di un nuovo modello per computer capace di rappresentare e riprodurre specifici processi del cervello umano.
Il fisico Tomaso Poggio, uno degli scienziati coinvolti in questa ricerca del McGovern Institute for Brain Research del Massachusetts Institute of Technology ha infatti sottolineato che nonostante si sia parlato spesso, fino ad oggi, di computer che potessero imitare il cervello umano, la ricerca nei campi dell’informatica e dell’intelligenza artificiale è proseguita sviluppandosi indipendentemente dagli studi di neurologia, senza mai venirne realmente in contatto.
Oggi dunque sembra essersi compiuto il primo passo verso un’interazione tra le due scienze.
Thomas Serre, facente parte del team di sviluppatori di questo sistema di elaborazione, ha affermato che la sua interfaccia visuale e il suo funzionamento permetterà ai neuroscienziati di pianificare al meglio studi ed esperimenti, avendo possibilità di apprendere molti più aspetti del sistema nervoso e delle sue degenerazioni, quali la schizofrenia.
Su che cosa si basa il modello sviluppato? Quali sono le relazioni con la mente umana?
L’obbiettivo è stato quello di far riconoscere al computer nel modo più efficace possibile, attraverso dunque un modello biologico che agisce come la mente umana, ogni oggetto presente in un’immagine, precisamente quella di una qualsiasi via di città, distinguendolo dagli altri. Il database si chiama non a caso Street Scenes ed è possibile scaricarlo e visionarlo liberamente.
Il risultato è stato molto confortante. Nei sistemi attuali le classi di riconoscimento degli oggetti sono molto specifici (ad esempio quelli per riconoscere un volto, un’auto ecc…), essi hanno bisogno di un database molto preciso a cui fare riferimento e l’oggetto da individuare non deve essere molto differente nelle caratteristiche (luce, dimensioni, posizione) dal modello presente nello stesso database; ora il nuovo sistema promette più versatilità, con lo stesso algoritmo il computer riesce infatti a riconoscere un’ampia gamma di tipi di oggetti differenti con grande rapidità e maggiore flessibilità.

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