24 maggio 2007

Scrivere un romanzo

Sembra strano che l'arte annoveri tra i suoi pilastri fondamentali la disciplina, ma in realtà è proprio così, soprattutto se riguarda un'opera ampia e complessa come può essere un romanzo ben riuscito e coerente, anche nell'incoerenza, dalla prima all'ultima pagina.
Ciò significa che bisogna amare le proprie ispirazioni, accompagnare i momenti creativi che risalgono attraverso la corrente della mente e delle emozioni, senza dimenticare però, che di per sé esse non produrrebbero altro che risultati estemporanei se attorno non vi costruissimo un sistema di regole e metodo per far sì che dalle idee scaturisca un risultato creativo che dunque esprima al meglio delle possibilità ciò che era la nostra luce iniziale o comunque la sua evoluzione.
Dico questo perché sto sperimentando sulla mia pelle: a meno che uno non abbia scadenze o un contratto con una casa editrice, chi vive artisticamente e programmaticamente della sola iniziativa personale per la stesura di un proprio romanzo compie una delle massime e formanti prove per un'aspirante scrittore.
La questione non è se sia più importante la tecnica o l'ispirazione-idea, se pur affascinante e controverso è una discussione fuorviante ed improduttiva, l'obiettivo che bisogna porsi è quello di mettere entrambi i momenti uno a servizio dell'altro, reciprocamente.
Altro aspetto fondamentale è la sperimentazione, come potrei non sottolinearlo io, fervente difensore del learning by doing; la sperimentazione si può fare in prima persona scrivendo ma anche indirettamente cercando di comprendere, ad esempio leggendo un libro di un qualsiasi autore, qual è il metodo di scrittura usato, se e come sono rese le emozioni, com'è stata infusa la curiosità e la tensione nel lettore, come viene usata la punteggiatura, i capoversi, le descrizioni, il linguaggio ecc....
E Gesù disse: “Beato chi saprà scrivere senza aver mai letto” ma come mi suggerivano gli insegnanti alle medie e alle superiori leggere è il modo migliore per imparare a scrivere e parlare efficacemente oltre che stilisticamente meglio, anche solo qualche pagina al giorno, ad esempio quando siete al cesso, questo consiglio ve l'ho aggiunto io gratuitamente, infatti quello che non sapete è che moltissimi letterati sono stitici, e qui concludo, più che degnamente direi.

2 commenti:

prostata ha detto...

Davvero Gesù disse quello? Ihihih... :D Comunque, su questo argomento sono in sintonia con la Fallaci: vuoi fare il giornalista/scrittore? ti siedi e scrivi, senza tante menate sull'ispirazione, in sostanza.

Nico Guzzi ha detto...

Sì, è vero, anche se fare il giornalista e fare lo scrittore non è la stessa cosa, nel secondo caso la componente creativa è fondamentale, nel primo, come parte preponderante del giornalismo italiano insegna, basta saper mettere le parole una dietro l'altra ed essere iscritti all'albo dei giornalisti; in questo secondo caso il discorso è lungo e complesso, è il sistema dell'informazione che è mediamente scadente in Italia e le eccezioni vengono spesso relegate alle ultime pagine, non è un caso che Oriana Fallaci si sia esiliata all'estero; avere un opinione controcorrente o andare contro gli interessi di qualcuno per amore di analisi e verità in Italia non conviene, è un po'come immolarsi per la patria senza che la patria voglia seguirti.