14 settembre 2007

La poesia in vita

Nella vita di molte persone c'è tanta di quella poesia da poterne ricavare intere enciclopedie in versi, degne dell'attenzione dei migliori poeti che calcano e hanno calcato il palcoscenico del mondo; mi correggo nella vita di ogni persona c'è quella poesia, anche in quello zingaro venticinquenne dimenticato da Dio, auto-nominatosi David, che viveva in una roulotte ai bordi del Po e che si buttò nel fiume nel bel mezzo della notte per salvare una giovane ragazza sballata, figlia di un industriale, spendendosi eroicamente nell'impresa. Nell'acqua gelida dell'inverno riuscii a riportare a riva la giovane, dopodiché la fatica e i crampi non gli permisero di uscire da quella trappola mortale, venne piegato dalla forza della corrente che lo portò lontano dalla riva, prima del Po e poi di questo mondo terreno. Sprofondò lentamente in una danza macabra di agonia, fino all'ultimo respiro, mentre l'acqua affondava colpi taglienti ai suoi polmoni, così si concluse l'esperienza.
E chi mai avrebbe detto che da quel sudiciume di vita si sarebbe levata quella forza divina, unica e altrettanto umana, in un uomo a cui l'eredità dei genitori morti e sconosciuti aveva lasciato una casa a quattro ruote, senza riscaldamento, con un letto, qualche straccio e un assegno scoperto, firmato “Buona fortuna”.
Questa è poesia, nel senso più ampio e profondo del termine.

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