17 luglio 2008

Capezzone, quel portavoce di Forza Italia


Qualcuno mi spieghi come Capezzone sia finito a fare il portavoce di Forza Italia, posso comprendere vagamente le ragioni del divorzio dai radicali, ma certo con quell'esperienza alle spalle e i valori che dovrebbero averla sostenuta non comprendo come da un partito che professa libertà sia finito in quello che è all'estremo opposto delle libertà, nonostante il nome.

Il suo cervello deve essere fuggito all'estero o forse possiamo tranquillamente dire che i radicali sono stati semplicemente un trampolino di lancio in attesa di finire dove c'è più possibilità di fare strada, di per sé questa non è una scelta negativa, anzi, puntare in alto è un dovere, soprattutto se si hanno le qualità, ma se dovessi giudicare l'esperienza di un uomo politico che per opportunismo smentisce tutto il suo passato, mi dispiace ma lo giudicherei negativamente e questo è il caso di Capezzone.

Lo sterco del diavolo è la ricerca del consenso, o peggio ancora l'affermazione del consenso e quindi del potere, quel potere che dimentica da dove è venuto e per conto di chi lo detiene.

Forse c'era qualche altra possibilità, invece di quello che alcuni considerano un suo declassamento a portavoce del partito che non ci sarà più, forse poteva scegliere altre vie, in modo da ripresentarsi, visto la sua giovane età, in posizione di forza in qualche altro partito. Forse sarà stato il bisogno di uno stipendio, chi lo sa.

So solo che se già "i giovani un po' più invecchiati" svendono il proprio valore e i propri valori non ci si può lamentare se poi si dice che i giovani sono senza valori.

Funari aveva ragione, lo scontro è generazionale ormai, giovani contro anziani, e giovani contro quei giovani che si piegano agli anziani. Perlomeno così dovrebbe essere per guardare al futuro non solo a parole ma nei fatti.

Vi invito a leggere la discussione nata intorno al tema su Fainotizia.

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