12 novembre 2008

Sistema informativo: analisi

Informazione, comunicazione, giornalismo e promozione-marketing: questi sono i pilastri di un sistema informativo. Ognuno di essi ha valore preso singolarmente ma per comprendere e valutare l'insieme è necessario metterli in relazione.
Prima di tutto bisognerebbe aver chiaro di cosa si tratta.

Per informazione possiamo definire qualsiasi dato contestualizzabile che può essere codificato e quindi interpretato nella misura più o meno idonea ed efficace dal ricevente.

La comunicazione è ciò che sta intorno all'informazione, o perlomeno ciò che dovrebbe stare intorno, purtroppo a volte si fa comunicazione anche avere alcuna informazione rilevante (la cosiddetta costruzione sulla “fuffa”), ma sulla rilevanza delle informazioni si aprirebbe un altro capitolo che per ora non voglio affrontare. La comunicazione si lega dunque alla trasmissione del dato attraverso un canale e comprende il linguaggio di codifica e gli strumenti e i mezzi per strutturarla e diffonderla.

A questo punto l'informazione può prendere due strade, a seconda di chi la deve usare e a seconda del risultato che si prefigge colui che si occuperà della gestione dell'informazione e della strutturazione della comunicazione.
Dunque le due strade saranno quelle del giornalismo e quelle più propriamente legate a logiche di mercato, quindi di promozione e marketing.


Nel primo caso
l'obbiettivo è quello di formare intorno a un certo argomento: definizione disincantata che intercetta quello che è il potere mai neutrale del giornalista, cioè creare l'informazione e non solo tradurre un dato riconosciuto come reale. Il giornalista cerca di chiarire il contesto dando gli strumenti per l'interpretazione al lettore se non addirittura interpretando direttamente, magari rendendo palese il proprio punto di vista senza però che sia vincolante in partenza ai fini della comprensione dell'informazione. Il giornalista dovrebbe essere completamente slegato dall'informazione, cioè non essere in conflitto con l'editore, il direttore, o avere un qualunque interesse economico e tornaconto personale al di fuori del riconoscimento più o meno formale nel proprio lavoro. Qui si potrebbe aprire una parentesi ampia su quello che è il campo a maggior rischio di infiltrazioni imprenditoriali e conflitti d'interesse, cioè il giornalismo economico.

La seconda strada che ho esposto è quella della promozione, del marketing, si tratta di trasformare il dato in qualcosa dalla quale l'azienda possa trarre giovamento a livello di comunicazione interna ed esterna; significa dunque fare le cosiddette marchette che servono a pubblicizzare l'azienda verso i clienti esterni, marchette non in senso dispregiativo, ma dubitativo, cioè dubitare (sempre e comunque ma tanto più nelle promozioni), perciò non bisogna dimenticare che i canoni di ogni pubblicità devono mettere in primo piano gli aspetti positivi, di forza, di efficienza e di originalità dell'azienda (se non ci sono inventarli) mentre si deve tralasciare o far passare inosservati quelli negativi.



Ho affrontato la comunicazione verso l'esterno dell'azienda ma se c'è un aspetto fondamentale del funzionamento delle aziende questo è individuabile nel sistema informativo interno, quanto più è efficiente e quanto più esso è utile ai fini di ogni piano di sviluppo aziendale. Questo tipo di comunicazione è certamente più vicina alla forma del giornalismo piuttosto che a quella del marketing, anche se differisce per quanto riguarda la parte sull'interpretazione dei dati che spesso in azienda diventa un processo lungo e cruciale, meno immediato, poiché l'obbiettivo primario non è tanto semplificare e chiarire i dati per un esterno ma usarli per sviluppare il futuro dell'azienda stessa.

In generale in ogni sistema informativo, micro o macro che sia, entrano in gioco le competenze, gli strumenti e le tecniche quivi affrontate.

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