08 settembre 2011

Welcome home (pt.2)

Le 10 e 30. Il turno di Stefano. La tensione si faceva sentire. Si diresse verso il computer per caricare la propria presentazione ed iniziare a parlare dal podio.
“La scienza prosegue a salti più o meno grandi, ciò che prima non è spiegabile un attimo dopo viene verificato in laboratorio...”
La discussione della tesi era molto interessante, una delle poche seguite con attenzione da chi era in aula. Stefano aveva colto nel segno facendo un'introduzione sulla fisica che esulava dall'argomento principale della tesi ma che lasciava trasparire la sua passione e che offriva un orizzonte più ampio al suo lavoro.
“Noi pensiamo alla fisica teorica come qualcosa di distante dalla realtà, ma la verità è che la fisica è parte della nostra vita quotidiana. Lo stesso Einstein si rese conto di ciò dopo aver diffuso la teoria della relatività speciale e poi quella generale. Sembrava incredibile ma a dispetto dell'argomento rivoluzionario era entrato come un treno nella vita di tutti i giorni distruggendo le nozioni di spazio tempo date per scontate fino ai primi anni del 900'. Diceva di sentirsi in un manicomio dove tutti, dal cocchiere al barista, potevano affrontare una discussione sulla veridicità delle sue teorie. Una situazione per certi aspetti comica e divertente, ma che dava un lustro inatteso alla fisica teorica.
E a me chiedono e tu cosa vuoi fare da grande Stefano? Tralasciando il fatto che sono già grande e che ho già acquisito coscienza di chi sono e cosa voglia fare, io sono un fisico, probabilmente lo sono sempre stato. 
Le facce che mi ritrovo di fronte alle mie risposte sembrano dirmi sì bello in teoria ma in pratica sento qui si sente puzza di disoccupazione o insoddisfazione a vita
Allora ripeto spesso che ragionare è una delle più importanti occupazioni dell'uomo e che perciò prima o poi qualcuno mi pagherà per farlo. Scusate per questa divagazione. 
Tornando all'argomento della mia tesi, la domanda è: la luce è fatta di onde o corpuscoli? Posta oggi questa domanda non è corretta...”
La tesi scivolò via entrando da un orecchio e uscendo dall'altro nella maggior parte dei casi e senza rendersene conto aveva finito di esporre la presentazione.
Stefano aveva concluso il suo percorso universitario. Si sentì improvvisamente come svuotato; non gli interessava nemmeno il voto e se non fosse stato obbligato avrebbe volentieri saltato la proclamazione che avvenne verso le tre del pomeriggio. 
Da quell'ora in avanti sarebbe iniziato un delirio crescente che avrebbe raggiunto il culmine la notte successiva, tra i vecchi amici della bassa reggiana dai quali sarebbe tornato in serata per festeggiare in un locale sul Po.
Nel frattempo erano solo le quattro ed era già ubriaco grazie a Laura e ai compagni di università che avevano provveduto a portarsi dietro litri e litri di alcol che aggiunti al caldo facevano una miscela distruttiva. 
Il sudore era diventato la seconda pelle di Stefano che nonostante tutto riuscì a mantenere quel tanto di lucidità che bastò per prendere il treno Roma-Milano delle 17 e 07 e che avrebbe dovuto farlo giungere a Reggio Emilia alle 20 e 29. Dentro di sé pensava al perché Trenitalia si ostinasse ad usare orari con minuti così precisi e originali quando sarebbe stato più realistico e onesto definire un verso le cinque e dieci, cinque e quarto forse arriverà il treno per caricarvi. Bestiame che non siete altro. Vi ringraziamo per aver scelto Trenitalia. Stronzi!

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