20 settembre 2011

Welcome home (pt.5)

Entrò un signore anziano nel vagone, con passo molto lento e incerto si avvicinò a Stefano. Ecco che arriva un altro personaggio. Dopo qualche istante era seduto proprio di fronte.
Si guardava intorno e borbottava finché improvvisamente alzò la  voce e coinvolse nel suo ragionamento Stefano:
"Che poi come si apre un discorso con uno sconosciuto, il solito...uff...che caldo che fa..."
"Eh sì, dicono che i prossimi giorni sarà anche peggio."
"Esatto questa è la risposta che ci si aspetta. E perché non ci mettiamo anche, scusi che ore sono?"
"Le devo rispondere?"
"Ma sì, mi dica pure."
"Sono le 7 e 20."
"Strano, siamo in ritardo. FS, ferrovie degli stronzi, che poi siamo noi che prendiamo i treni. Questo è il commento che ci si aspetta. Dimenticavo, ha letto il giornale?"
"Sì."
"Non si capisce più nulla vero? Gente che si ammazza per 2 spiccioli, stessi aumenti estivi della benzina, stessa politica, stesse facce, solo più anziane, stesse riforme strutturali, insomma stesso schifo diversa data."
"Sì, in effetti ha ragione."
"Non le sembra assurdo? Pensi che questa conversazione l'hanno probabilmente fatta tale e quale miriadi di italiani dalla fine del 1800 ad oggi."
"E già."
A quel punto l'anziano signore piegandosi in avanti mise le mani sulle ginocchia di Stefano:
"Sa che lei mi ricorda qualcuno? Dove abita?"
"Abito in provincia di Reggio Emilia."
"Non conosco nessuno di Reggio Emilia. Eppure ha qualcosa di familiare."
La cosa strana è che anche Stefano aveva la stessa impressione. L'anziano avvicinò anche il viso rendendo ancora più imbarazzante il momento a Stefano.
"Sa, i suoi occhi mi ricordano un vecchio amico d'infanzia. Porta le lenti a contatto?"
Accennando un sorriso Stefano: "No, no, non ho problemi di vista."
"Viaggia per lavoro?"
"No, oggi mi sono laureato, sto andando a casa a festeggiare con i miei amici."
"Complimenti, in che cosa?"
"Un corso di specialistica di Fisica teorica."
"Che sbocchi lavorativi può avere?"
"Ma. Dottorati, centri di ricerca pubblici o privati..."
"In Italia?"
"Perché no, se mi capita l'opportunità. Io cerco di costruirmela. Preferirei restare, mi piace l'Italia."
"Sicuro che non abbia solo paura di andare all'estero? Sicuro di non voler solo trovare una soluzione comoda che poi tanto comoda non è?"
"No, io credo nel lavoro, alla fine gli sforzi vengono ripagati, in qualunque parte del mondo."
"Non sarà certo un vecchietto pieno di acciacchi a farle cambiare idea. Comunque valuti tutte le possibilità, non si limiti. C'era mia madre, pace all'anima sua, che diceva sempre chi s'accontenta potrà anche godere, ma vuol dire che ha anche smesso di sognare. E cos'è la nostra vista senza sogni? Qual è il senso che puoi darle? Io ne ho viste così tante nella mia vita che posso solo dirti di pensare alla terra intera come possibile terreno di conquista."
Stefano era sorpreso dal tono della conversazione e il vecchio quasi l'avesse letto nella sua mente cambiò registro:
"Bene dobbiamo festeggiare la sua laurea, guardi che cos'ho in questa busta, vino, una bottiglia di Petrus, quale migliore occasione se non oggi!"
"Che vino è?"
"Un vino francese dal prezzo non proprio amichevole..."
"Ma no mi scusi, questo vino lo stava portando a casa... non possiamo berlo."
"Non si preoccupi, festeggiamo al suo futuro. Bisogna farsi dare dei bicchieri però, il cavatappi me l'hanno regalato con la bottiglia." 
Commissionò la ricerca a Stefano che fece il giro degli scompartimento alla ricerca dell'"uomo del carrello". Lo trovò. 
"Mi può dare un paio di bicchieri di plastica?"
"Certo, tenga. Le dò tutta la busta visto che ormai sono finiti."
"Quant'è?"
"Nulla...nulla, per carità"
Tornò con i bicchieri, la bottiglia era già stata aperta.
"Un bicchiere a lei, un bicchiere a me". Si alzò in piedi riempendo altri bicchieri per offrire il vino al presunto assicuratore e alla coppia di giovani.
"Facciamo un brindisi tutti insieme. Festeggiamo al futuro roseo di questo giovane neolaureato."
Stefano avrebbe pensato a tutto meno che a un brindisi in treno proposto da un signorotto anziano e con la gobba.
"E' fortissimo questo vino! Però scivola molto bene."
"Sì, diciamo che non è proprio un vino da aperitivo. Beva, beva, non deve mica guidare o sbaglio?"
"No."
"E allora! Ne beva un altro, non si faccia problemi."
La sobrietà di Stefano riconquistata a fatica dopo qualche ora era stata di nuovo riposta in un angolo della mente.
"E l'abbiamo finita! Complimenti a tutto lo scompartimento! Io ora devo scendere, siamo quasi a Bologna. Mi raccomando, non limitarti in nulla!"
"Come vede ho iniziato dal vino a non limitarmi..."
Si salutarono con una risasta e una stretta di mano. Nonostante la differenza di età sembrava fossero vecchi amici che non si vedevano da anni.
E il signore uscì dal treno con la sua andatura curva e costante.

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