11 dicembre 2011

Welcome home (pt.19)

La porta del comune si riaprì, uscì l'ufficiale, vivo, senza ferite, sbuffando, doveva fare sempre tutto lui del resto...
"E' tutto finito. Alzati, andiamo in un ufficio che devo far rapporto."
L'ufficiale si muoveva con atteggiamento seccato, scuotendo la testa, come se non fosse successo nulla, come se avesse aiutato una bambina a scendere dall'albero sul quale si era arrampicata senza preoccuparsi di come avrebbe potuto scendere indenne. Il suo volto sembrava suggerire "mi chiamate sempre per queste cazzate".
"Ha ucciso quella creatura?"
"Certo, certo, ci mancherebbe. Una passeggiata. Nella mia vita ho avuto a che fare con animali ben più selvaggi. E di solito uomini."
"E' sicuro che è morta?"
"Sì, non si deve preoccupare. Il mio curriculum dimostra che non si può dubitare delle mie capacità. C'è stato mai lei in Bosnia? E in Afghanistan? Ho già avvisato il mio collega di venire a prendere il corpo e spostarlo. E' tutto finito. Si rilassi. Le farò qualche domanda e dopo potrà andare a riposarsi, ne ha proprio bisogno, la vedo molto sbattuto."
"Sbattuto è poco. Ma dove lo porterete il corpo di quella cosa?"
"Non sono affari che la riguardano. E poi qui le domande le faccio io signor neolaureato so tutto io."
Ma che cazzo di stronzo esaltato è questo carabiniere? Chiese tra sé e sé Stefano.
S'incamminarono. L'ufficiale continuava a lamentarsi del fatto che in quel paesino non accadevano mai grandi eventi, che i giornalisti non si facevano vedere e che nemmeno ai politici interessava andare a prendere voti in quella zona. Stefano non credeva alle sue orecchie dopo tutto quello che era capitato quella notte, pensava che forse quel carabiniere avrebbe detto la stessa cosa anche se migliaia di astronavi aliene fossero atterrate sul territorio del comune di sua competenza.
L'ufficiale si mise a fischiettare il motivetto della canzone di Edith Piaf.
"Per favore può smettere di fischiare, quella canzone mi fa venire i brividi."
"E' solo una canzone, come tante altre, comunque va bene." e chiuse la frase sussurrando "Femminuccia". Rientrarono dall'entrata principale, la corrente era tornata. La luce aveva finalmente vinto.
Dentro ad aspettarli c'era il collega carabiniere, Francesco, che parlottava con Roberto.
"Roberto sei salvo! Che fine avevi fatto?"
"Stefano! Ci sei anche tu! Non so cos'è successo. Ho perso conoscenza, non ricordo nulla, mi sono risvegliato in mezzo alla strada."
"In mezzo alla strada?"
"Sì, in piazza. Non c'ho capito nulla, ricordo solo che correvamo in quel corridoio, tu sei caduto davanti a me e poi ho perso conoscenza, forse ho preso un colpo in testa, non lo so."
"Vabbè, per fortuna siamo entrambi qui, vivi!"
E i due vecchi amici si abbracciarono più felici che mai. Intervenne l'ufficiale.
"Allora avete finito di fare le vecchie comari? Andiamo a chiudere questo benedetto rapporto e poi tutti a casa."
Francesco nel frattempo andrò a spostare il corpo del "divora umani".
L'ufficiale fece cenno a Stefano di entrare in ufficio dicendo a Roberto di restare fuori momentaneamente e che dopo avrebbe parlato anche con lui.
E così Stefano era ancora lì, di nuovo seduto nell'ufficio del capo, di nuovo nella stessa stanza di Alena Seredova, di nuovo di fronte ad un pazzo esaltato per il quale non riusciva a provare profonda gratitudine nonostante gli avesse salvato la vita.
"Allora ragazzo, veniamo a noi," e mentre iniziava a parlare ripescò dall'armadietto la bottiglia di Jack Daniels e due bicchieri, "ora che tutto è finito non può rifiutare un goccio di Jack."
Stefano si trovò costretto ad accettare. E poi un goccio alla sopravvivenza ci stava alla grande.
"Tenga, beva un po' che si rilassa."
Stefano buttò giù all'alpina, tutto d'un fiato.
"Aveva sete eh? Le riempo un altro bicchiere ma stavolta se lo gusti e brindi insieme a me."
E brindarono. "Al suo futuro da neolaureato. Sono sicuro che farà carriera nella sua vita, metterà su una bella famiglia, avrà 3 figli, diventerà nonno e alla sua morte la ricorderanno come una splendida persona e una mente geniale."
"Speriamo." Disse Stefano riflettendo su quanto fosse assurda quella conversazione come tutte le altre che l'ufficiale aveva intavolato.
"Stefano ha mai visto il film Sleuth? Io l'ho visto ieri sera. Notevole. Amo quei film dove niente è come sembra."
"Sì lo conosco, l'ho visto qualche anno fa. Non lo ricordo bene però." Rispose titubante Stefano, non poteva credere che ora si stesse parlando di cinema.
"Sa caro Stefano, le svelo un segreto, questo non è il primo brindisi che faccio con lei oggi..."
Vennero interrotti da Roberto che irruppe nell'ufficio.
"Scusate, mi è venuto in mente che la telecamera che ha sulla camicia Stefano ha ripreso tutto e sta continuando a riprendere. Ha un computer connesso ad Internet così riusciamo a vedere il filmato?"
"Sì. Certo. Internet nonostante tutto è arrivato anche in questo buco di culo del mondo. Il filmato ovviamente è sotto sequestro come prova per l'inchiesta che si aprirà su tutta questa faccenda. Si faccia dire dov'è l'ufficio con i computer da Francesco quando torna e mi avvisi così possiamo scaricarlo da Internet. Ora esca per favore."
L'ufficiale ritornò alla conversazione bevendo un sorso di Whiskey e riproponendo la posa hollywoodiana, quella con le gambe stese sulla scrivania e lo sguardo di chi crede di saperla lunga.
"Dove eravamo rimasti Stefano? Si parlava di Sleuth vero?"
"Veramente aveva cambiato argomento."
"Ah sì, le dicevo appunto..."

Nessun commento: