21 ottobre 2005

Io bacio le tue labbra

Io bacio le tue labbra, ancora e ancora per baciare le tue labbra per sempre, mi sono fatto una mela di te, quelle di Adamo ed Eva erano marcite in cantina. Sono fuori di te come un eroe di una siringa in vena di eroina, tu come lei in parallelo, e godo godo divinamente tanto quanto godo materialmente, è un periodo che non mi tira, non me ne basta una, il troppo pensare, ommioddio, la mia guida per mandare a puttane una storia. Ti porto mano nella mano verso la fine più tragica e ubriaca. Sono infinitamente inutile rispetto all’età dell’universo, al più nascosto dei buchi neri. Tutto esiste nei miei viaggi interstellari. E' vero, lo ammetto, non sto tanto bene, forse dovrei sboccare, sputare i miei sogni per godere delle tue labbra che non sono sogni ma labbra. Io bacio le tue labbra, ancora e ancora per baciare le tue labbra per sempre. La religione mi rende puro, non deve farmi sentire impuro, impurità batterica, filamenti di salive. Dì addio a questo mondo solo per amore e per nient’altro. Un gioco di carte senza le carte, una X per firmare il tuo anonimo stato. Dì addio alla concorrenza perfetta, che Dio il Big Ben non ce l’ha insegnato. L’inizio e la fine saranno per l’uomo solo teorie mentre la vita e la morte terrestre un evento visto. Io non andrò a pregare sulla mia tomba, del resto come sempre ci si trova nel lato sbagliato. “Chi giudica dovrebbe essere anche l’imputato.” Ognuno di noi dovrebbe morire, almeno una volta nella vita, esclusa la prima, esatto, due volte nella vita. La coscienza non è sempre logica e semplificata. Negli occhi primaverili di mia madre felice vedo la purezza dell’amore che Dio ci ha permesso di dare a ogni persona che lo merita, forse anche chi non lo merita ne avrebbe bisogno. Io, i miei difetti, i pregi e l’eternità, una questione a-temporale, perché Gesù è morto in croce, NOI tutt’al più in televisione. Leucemia e cancro in un unico momento in foto bianco e nero. Un colpo di pistola Beretta 98. È tutto a posto, solo che è autunno. Leccherei il tuo seno, i tuoi mamilos delicati raggelati e coscienti, per chissà quale motivo, in verità lo sappiamo entrambi e non solo, se rimani sì, ne godrai, scenderò lungo il tuo corpo come un velo di seta nero, sospirante, che si sveste per scendere dalla tua bocca, dall’ombelico, ancora più giù, con la lingua scivolerei nelle tue più calde nudità per sentirmi poi dentro di te al ritmo del mio cuore che batte i ritmi della nostra passione. “L’amore non può essere l’eccezione.” Vedere poi possederci lungo i fianchi e il sole tramontare lungo le corde, tra i polsi così vicini e stretti, una sorta di ribellione poi un abbandono così precoce. E un vecchio artista pensava ad alta voce: “Io sto morendo, ma quella puttana di Emma Bovary vivrà per sempre.” Questo è ciò che vuole il mio artista, un ricordo oltre la materialità. la necessità, il dolore, la schiavitù, i rimpianti e la fine di un esistenza. Il mio mal di testa mi urla: “Basta, è tardi, dobbiamo dormire! Domani splenderà il sole e dovremo mangiare ed amare.” Il raggio di Schwartzchild è stato oltrepassato e corro come un ridente pazzo verso la frizzante antimateria, esisto ma solo altrove, in altri universo spazio-tempo e so che ovunque vado io bacio le tue labbra ancora e ancora per baciare le tue labbra per sempre. Credo proprio che al momento non ci sia nulla da fare.

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