17 novembre 2005

Goodnight Valentine 1

"Sì, una settimana caldissima, non lo dica a me, sono tutto il giorno qui, sto fuori sotto l'ombrellone, faccio avanti e indietro ogni volta che arriva qualcuno. Beati quelli che stanno in ufficio con il loro climatizzatore, la loro poltrona, e alcuni di loro hanno pure il coraggio di lamentarsi! Scusi, quanto le metto?"
"30 dollari grazie."
Sarah si pentì di aver fatto commenti sulla situazione metereologica e così cercò di tagliare corto la conversazione: "del resto siamo in estate, è normale."
"Sì, è estate ma è una delle più calde degli ultimi cinquant'anni, la temperatura non scende da due settimane sotto i 30 gradi e mi creda, è da una vita che lavoro all'aria aperta, non ho mai sofferto come quest'anno."
Sarah non replicò. Sbuffava per la calura in piedi appoggiata alla sua vecchia Ford bianca, intenta ad asciugarsi il sudore con un fazzoletto passandoselo sul viso e sul collo.
Era stato un venerdì molto stressante al lavoro e tra una pratica e l'altra aveva deciso che avrebbe passato il week-end a Las Vegas. Assolti gli ultimi compiti in ufficio era tornata a casa, aveva messo qualche vestito dentro una piccola valigia e dopo una rinfrescante doccia si era infilata un paio di jeans attillati e un top bianco; finalmente pronta era partita senza perdere tempo.
"Questo è il suo resto." L'anziano signore porse le banconote.
Sarah ringraziò, si rimise alla guida, almeno è quello che tentò di fare, quando girò la chiave nel cruscotto non accadde nulla, riprovò, ancora nulla, aspettò qualche istante ma il motore non dava alcun segnale di vita.
"Ha dei problemi?"
"Sì, non si accende la macchina, non è mai successo."
"Non sono un esperto e purtroppo oggi sono solo qui, forse è la batteria, metta in folle e mi aiuti a spostare la macchina più avanti."
Quello che era sembrato il solito noioso vecchietto che lavorava solo perché non riusciva a farne a meno si dimostrò invece un uomo molto deciso e attivo, ringiovanito di una ventina d'anni almeno; forse voleva essere cortese, o meglio ancora far colpo su quella donna che in tutta la sua semplicità esprimeva una bellezza quasi adolescenziale, era una bionda atipica, meno sofisticata e forse per questo gli appariva più affascinante.
"Ora tiri la leva del cofano, dovrebbe essere sotto lo sterzo."
"L'ho trovata."
"Ok ed ora vediamo un po', ma, per quanto ne so io non credo ci siano danni meccanici o al motore, non vedo niente di bruciato, bisognerebbe provare a farla partire attaccandola alla batteria di un'altra macchina."
"Perché non ci prova?"
"Beh, per adesso abbiamo solo i cavi, io vengo qui in bici, non c'è neanche un'autovettura a portata di mano, dovremo aspettare un altro cliente e chiedergli se gentilmente ci dà il suo aiuto."
"Ma come si fa, che giornata del cavolo!"
"Stia calma, non si preoccupi, non dovrà aspettare molto, venga con me a prendere un po'di the alla menta, le piace?"
"Sì, grazie, ho molta sete."
Si diressero entrambi verso l'ombrellone, si sedettero all'ombra intorno a un tavolino sorseggiando e gustandosi la bevanda alla menta che era incredibilmente ghiacciata.
"Questo thermos funziona veramente bene, vero? Riesce a mantenere fresco tutta la giornata quello che gli metto dentro. Pensi che l'ha comprato mia moglie più di quindici anni fa. Ah, mi scusi, dimenticavo di dirle il mio nome, piacere, mi chiamo Ted."
"Piacere, Sarah. Questo the era proprio quello di cui avevo bisogno."
"Non mi capita tutti i giorni di avere a che fare con una bella donna come lei, poi ormai ho una certa età." Eppure il suo sguardo pareva quello di un ventenne innamorato.
"La ringrazio, è molto gentile, così però mi fa arrossire."
"Lo dico sul serio. Ne vedo passare tante di donne."
Sarah intanto pensava a quanto era stato sfortunato il suo destino quel giorno, fin da quando si era svegliata, senza sveglia visto che quella mattina per qualche oscuro motivo non suonò, era stata condannata così ad un ritardo al lavoro di un'ora e mezza e alle conseguenti velenose accuse del suo capo: "sei la solita distratta! Non ti puoi permettere di venire quando vuoi! Abbiamo delle regole e le devi rispettare anche tu! L'ho sempre detto che sarebbe stato meglio assumere qualcun altro, ringrazia tuo zio, se fosse stato per me non ti saresti mai seduta su una poltrona di questo studio legale, neanche da cliente ti avrei accettato!" Sarah se n'era stata in silenzio a sorbirsi la ramanzina, con distacco, sapeva che il suo lavoro era più che apprezzato dagli altri impiegati e avvocati dello studio, ma il suo capo ogni volta ne aveva occasione cercava di sfogarsi su di lei (Chissà perché poi? Sarah rifletteva) che ormai però, abituata, non ci faceva più caso.
Quel tardo pomeriggio, dopo il rifornimento avrebbe dovuto aver già ripreso l'autostrada ed invece se ne stava seduta lì come in villeggiatura con un improbabile ammiratore che cercava di corteggiarla. Non vedeva l'ora che arrivasse qualcuno in quella stazione di servizio.
Due automobili transitarono su quella strada una dopo l'altra a pochi metri di distanza, purtroppo entrambe proseguirono senza fermarsi.
Non è possibile! Pensò Sarah. Così a fatica tentò di tener su una conversazione sperando che il tempo non la tradisse.

Nessun commento: