17 novembre 2005

La depressione è con voi e dentro di voi

In un'intervista che avevo scovato molto tempo fa su internet Marylin Manson aveva dichiarato che psichiatri e psicologi non prendono in cura artisti perché potrebbero bloccare il loro processo creativo. Se questo fosse vero ed io credo non sia frutto di fantasia allora ciò significa che la depressione non è una malattia da curare ma un male da condividere affinché chi ne soffre possa superarla, se bisogna prendere antidepressivi per sentirsi meglio tanto vale drogarsi, almeno in questo modo si può dire di aver provato tutto nella vita, poi se ci aggiungiamo Freud diventa tutto così interessante eppure quando ci si trasforma in paziente, agli occhi della società rischi di essere inquadrato come il diverso, come il caso umano che tanto piace alla televisione e di riflesso alla società in cerca di capri espiatori per rendere meno evidente la follia che in realtà regna in molte delle sue manifestazioni quotidiane, si dimentica facilmente che anche il più pazzo di questo mondo è frutto di questa terra, nessun uomo dovrebbe avere la possibilità di dichiarare un'altra persona pazza. Quello che volevo sottolineare è che psicologia e psichiatria si basano su teorie, non mi interessa schierarmi con chi dice che fanno parte del sapere scientifico o con chi le considera semplicemente arte di allenati traghettatori di anime perse. Posto che il cervello di una persona non abbia malformazioni o per qualche motivo non “funzioni”come dovrebbe funzionare, credo che tra un ottimo ascoltatore che non abbia la pretesa di giudicarti e non ti metta fretta, ti faccia sfogare e sia affetto da empatia cronica (la mia malattia) e uno psicologo-psichiatra non ci sia differenza, scegliere di rivolgersi a uno specialista laureato in queste materie significa rendersi conto di essere solo, di non avere una persona in famiglia o tra gli amici a cui si possono rivelare le proprie pene, angoscie, fobie, forse anche per questo i rapporti medico-paziente spesso si prolungano negli anni, del resto gli stessi psicologi dicono che il paziente deve fidarsi di loro e dunque di chi si deve avere fiducia per definizione? Di un amico o di chi ti è stato accanto in molti momenti della tua vita. Il medico assume il ruolo di confessore. Quello che mi lascia perplesso è che se per le altre scienze, quelle canoniche(fisica, chirurgia, matematica ecc..), le teorie non incidono direttamente sullo stato psichico, emotivo, sulla coscienza della persona, in psicologia è esattamente ciò che avviene. Comunque nulla è così definito e chiaro, l'unica cosa che non riesco ad accettare è l'uso dei farmaci per la cura dei pazienti.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 121 milioni le persone affette, con gravità diversa, dalla depressione. In termini di anni vissuti da ammalato (Years Lived with Disability o YLD) è la malattia numero uno al mondo e nella classifica delle malattie che più accorciano la vita viene al 4° posto. Il suo peso, però, è destinato ad aumentare: per il 2020 si stima che salirà al 2° posto considerando tutta la popolazione mondiale (da un articolo di Maurizio Imperiali). Visto questi dati il consiglio alle nuove generazioni è quello di intraprendere una carriera legata alla psichiatria-psicologia o alla ricerca nel campo della farmacologia psicoterapeutica. Nel frattempo mi immagino un bambino in Uganda che va a bere l'acqua di un ruscello inquinato da qualche virus, con la pancia gonfia della fame, probabilmente è depresso o comunque entro il 2020 dovrebbe diventarlo.
State attenti, la depressione è alle porte per ognuno di voi, ed in più ce n'è una adatta ad ognuno di voi, non dimenticatelo, il medico non si scorda di voi! Guardati dentro e vedrai che in fondo in fondo un po' depresso lo sei anche tu.

Per quanto mi riguarda penso che potrei essere un ottimo paziente.

Nessun commento: