27 luglio 2006

Vorrei parlare di nulla

Parole, parole! Ho intenzione di scrivere qualcosa che parli di nulla, non del nulla ma di qualcosa che non trasmetta nulla, che non dia alcuna informazione. Ma è veramente possibile farlo? Anche ponendomi questo quesito in realtà sto già esprimendo qualcosa. L'immagine che mi viene in mente è quella di una gigantesca creazione, un maestoso contenitore con un contenitore più piccolo al suo interno e un altro ancora più piccolo, a matrioska insomma, tanti contenitori fino a quello più piccolo. Ci sarà pure qualcosa nell'ultimo vi chiederete, invece no, non c'è nulla, giusto un po' d'aria. Ci sarà qualcosa dentro quei Jeans, quella camicia, quelle mutande Armani? Ci sarà qualcosa sotto quel D&G Masculine, ci sarà qualcosa sotto quella pelle abbronzata, sotto quei peli senza peli, sotto tutti quei muscoli?
“Qualcuno mi ha chiamato? Perché non ho molto tempo per parlare, dovrei andare dall'estetista.” Ok, è uno di quei giochetti che tanto piacciono ai filosofi, io non sono però un filosofo ma semplicemente una superficie che riflette un po' di luce e che non rigetta tutte le ombre perciò è giusto che mi fermi qui, altrimenti diventa tutto un subdolo sviscerare stronzate e pseudo-rivelazioni che dovrei cercare di vendere come chissà quali fonti di conoscenza, ed io ho sempre detestato cercare di vendere il mio pensiero, di convincere altre persone, in più mi annoierei.
Giunto alle conclusioni su questo pezzo che mi ero prefissato di dedicare al nulla, inteso come parole una dietro l'altra che non raccontino nessuna manifestazione di pensiero o di realtà materiale, ho potuto rendermi conto di una cosa: non si può parlare di nulla per più di una frase di senso compiuto, inevitabilmente si finirà con il dire qualcosa di rilevante, banale, noiosa, discutibile o interessante.

1 commento:

Cesare Rensenbrink ha detto...

Beh l'aggettivo "Banale" è decisamente estraneo a questo blog ;)