22 settembre 2006

Universal Paradise. Allah, God, Javeh etc...

Apri gli occhi, aprili, non avere paura, guarda, guardati attorno: Paradiso! La strada è stata lunga, estenuante, ma devo rilevarti che non è stato poi così malaccio morire sulle note di Bohemian Rhapsody cantata da Monserrat Caballé e Bruce Dickinson, cosmi di eternità, sono pronto Dio.
L'altro ieri ho parlato con Jack, ricordate, Jack Justice, quella specie di eroe popolare che nelle cantine viene osannato e per i viali invece è schivato come fosse un appestato, e così è del resto per le forze dell'ordine che gli danno la caccia da ormai 12 anni, il suo primo atto pubblico lo fece nel 2087, credo che se un giorno lo prenderanno non lo uccideranno ma lo tortureranno fino a che Jack chiederà spontaneamente di togliergli la vita.
Mi ha parlato un po' guardandomi fisso negli occhi, è una delle poche persone che ancora lo fa mentre parla con qualcuno, quello che si prova è un calore indescrivibile, quando ti rendi conto della sincerità e purezza che c'è in quello sguardo capisci che non c'è un toccarsi più profondo tra due persone.
“Sai, non credo di aver fatto le scelte giuste nella mia vita.”
“Mentre sto per andarmene mi dici questo! Cosa dici Jack! Tu fai parte delle poche speranze che ha questo mondo di sopravvivere. Certo qualcuno dovrà vederlo nella fase fatale e apocalittica prima o poi ma di certo non è questa la fine di cui ha bisogno l'uomo, seppur in un ultimo corso di ignominia generalizzata e passata sotto silenzio. Se muoio felice è solo perché so che sulla Terra esistono ancora persone come te, che non si girano dall'altra parte quando vedono l'ennesimo barbone o puttana pestati a sangue da una compagnia di ragazzotti a cui non è stato spiegato che per quanto strano e curioso esiste differenza tra consolle e realtà. Se muoio felice è perché so che le periferie forse grazie a te non annegheranno nella loro merda e in tutta quella che gli viene riversata dal centro. Lo dicevano in tanti che la condanna del mondo sarebbe stata proprio ad opera del centro, in ogni senso.”
“Sì ma ti rendi conto, sto parlando con te, in questo scantinato dove tu, mio grande amico, stai per esalare i tuoi ultimi respiri, in un fottuto scantinato, dove nascondo le mie lacrime e il mio dolore sotto la coltre di umidità di queste pareti ammuffite. Vivo come i topi, all'aria aperta nessuno mi parla, tutti mi evitano, gli unici interessati a me sono la polizia e i servizi segreti. Che vita è questa? Sono solo, non ho una casa dove tornare, non ho una donna da cui tornare, una famiglia, un figlio. Sono solo.”
“Dicono che gli eroi sono spesso destinati a vivere una vita solitaria. Pensa a Cristo, pensa al momento in cui dopo ore ed ore inchiodato a una croce con le ultime forze rimaste ha alzato il capo in un attimo di ribellione e volgendosi verso il cielo ha esclamato - Dio perché mi hai abbandonato? - Prova solo a pensare al vuoto che deve avere soffocato la sua anima in quell'istante, il peso opprimente di aver vissuto una vita unica e memorabile e morire come una bestia.”
“Mi parli di Gesù, ma lui era il figlio di Dio, io non ho nemmeno conosciuto i miei genitori; la verità è che avrei fatto meglio ad entrare in esercito invece di scappare, per poi costruirmi la mia famigliola in città, moglie e figli rigorosamente selezionati tra i migliori e amen.”
“La verità sai qual'è? Cristo ha proseguito per la sua strada pur sapendo a cosa andava incontro, anche lui ebbe momenti di debolezza ma li superò.”
“Perché continui a parlare di Cristo? Non era solo una favoletta inventata dai primi cristiani che avevano bisogno di costruire figure mitiche per convincere la gente a convertirsi al loro culto?”
“Perché dici questo? Porca puttana, tu hai smesso di credere in qualcosa!”
“E' stato ucciso anche Michael. La morte dei cari rende freddi, distaccati, disincantati. Continua a cadere la gente che mi sta intorno per quei pochi momenti in cui riesco ad essere con loro, come posso vivere così?”
“Sai qual'è il motivo per cui non devi smettere di credere, vecchio bastardo?”
Lo guardai dritto nelle pupille e sorrisi, quello fu l'ultimo gesto terreno che feci.
Sapevo di essere già morto quando lo iniziai a sentire piangere come un bambino, quando lo vidi riverso sul mio corpo e distrutto dal dolore, quando improvvisamente le sue lacrime si incrociarono a piccoli sorrisi spuntati sulle sue labbra, diventati poi risate rumorose e gustose, non era follia, sapevo perché rideva. Questo mi diede un senso di gioia indefinibile.

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