09 novembre 2006

Radicali Italiani: spazio alle donne

Quando già si stava aprendo la campagna di fine 2006 “Adotta un radicale finalmente libero, adotta Capezzone” alla chiusura del congresso dei Radicali Italiani si è raggiunto un quadro di idee e vedute entro il quale il partito possa continuare a lavorare unito, quindi il giovane Daniele Capezzone rimane insieme al vecchio ed instancabile maratoneta Marco Pannella, forse la litigata ha fatto bene per mettere maggiormente sotto i riflettori il congresso e i suoi lavori, qualcuno potrebbe pensare pure che sia stata fatta ad arte, del resto l'Highlander Andreotti diceva e purtroppo dice ancora pubblicamente e su invito che a pensare male si fa peccato, ma non si sbaglia molto (e se lo dice lui, il fiore all'occhiello della politica italiana di cinquant'anni fa come di oggi, mi viene quasi da piangere).

Il congresso si è concluso con la nomina di Rita Bernardini alla segreteria, Maria Antonietta Coscioni alla presidenza, Elisabetta Zamparutti come tesoriera. Dunque tre donne al vertice dei Radicali Italiani, sicuramente una scelta azzeccata e popolare, soprattutto quando in tanti parlano di parità tra i sessi senza produrre nulla. Spero che oltre ad avere un apparato sessuale differente da quello degli uomini siano pure intelligenti; altrimenti sarebbe un po' come ringiovanire la politica attraverso la proposizione dei portaborse dei politici attuali (le borse non sono le uniche cose che portano).

Qualcosa che ancora poco comprendo è come mai questo partito abbia sempre navigato tra l'esserci e non esserci nella politica italiana, nel parlamento, qualche dubbio sulle strategie per ottenere consenso se lo dovrebbero porre i suoi leader politici, tutto ciò che hanno raggiunto è stato per iniziative virtuose (ad esempio divorzio, aborto), anche extraparlamentari, ma senza mai diventare un forte partito che potesse illuminare il cammino di un governo nei molteplici aspetti della vita di uno stato. Quando uno pensa ai radicali nella sua mente prendono forma pensieri riguardanti la droga, i diritti civili, i diritti umani; ciò significa che, forse anche coscientemente, io aggiungo irresponsabilmente, il partito si mette da parte da solo, nel senso che ciò è conseguenza del trascurare gli argomenti quali economia, lavoro, pensioni, che pure tratta e sui quali ha delle visioni ben precise ma alle quali non dà pubblicamente molto spazio; le lamentele che si sollevano dal partito riguardanti le poche presenze offerte nei mass-media non possono e non devono essere un alibi.

2 commenti:

prostata ha detto...

Spero (per loro) che siano carismatiche oltre che intelligenti. Secondo me nella seconda Repubblica, con una personalizzazione della politica molto forte, conta anche e soprattutto avere un leader che vada in TV e faccia la sua poVca figura (almeno se non vuoi rimanere a vita all'1%, e allora la vedo dura essere incisivi). Capezzone è lugubre e noioso, Pannella il fascino ce l'ha, ma è logorroico e non segue un filo logico, la massaia media lo vede col cartello al collo che farnetica e pensa che sia matto.

Nico Guzzi ha detto...

Sono d'accordo su Pannella, un po' meno riguardo Capezzone, ma al di là del leader carismatico (poi non so se il termine esatto è carismatico, in quanto televisivo non significa carismatico) serve che questo partito scelga delle direzioni comunicative che possano giungere al numero maggiore di persone, mi riferisco sempre ai radicali ovviamente e non ai partiti nella loro infinita totalità italiana. Io ritengo, in generale stavolta, che se ci affidiamo a una faccia, a un leader nuovo, senza un rinnovamento ai vari livelli delle politica e delle sue componenti, finisce tutto come il fenomeno Berlusconi.