15 marzo 2007

Nanoetica

Le nanotecnologie e la loro applicazione portano inevitabilmente a mettere sotto i riflettori quelle che sono le conseguenze sociali ed etiche del loro impatto, in altre parole è necessario discutere i termini della cosiddetta nanoetica.
Le domande che essa pone all'attenzione sono principalmente due: chi controlla l'uso delle nanotecnologie e chi ne beneficia. Non sono questioni di poco conto.
La nanoscienza ha uno sviluppo così vorticoso che manca una storiografia dell'errore, un approfondimento globale che riesca a stare al passo con il suo avanzamento, per comprenderne chiaramente gli sviluppi e la direzione.
Le preoccupazioni più rilevanti riguardano una diffusione così vasta delle nanostrutture che metterebbe in serio pericolo la privacy di ognuno di noi, ogni nuovo strumento elettronico potrebbe potenzialmente riuscire ad immagazzinare informazioni su ciò che facciamo, a nostra insaputa.
Altrettanto degne di attenzione sono le applicazioni mediche e biologiche, sulle quali è difficile, anche in questo caso, averne piena consapevolezza e controllo nel caso in cui uno di noi dovesse venirne in contatto, anche per motivi di cura.
Qualcuno ha già ipotizzato una convergenza tra biomedicina, ICT e scienze cognitive grazie allo sfruttamento delle nanotecnologie.
Per questi motivi un dibattito portato dinnanzi all'opinione pubblica è molto importante, non per interrompere il progresso, ma per evitare che ci siano sorprese inattese a causa di una superficialità imperante dell'informazione e per avere un quadro abbastanza chiaro e plausibile sulle intenzioni di chi agisce nei settori della ricerca e dell'applicazione di queste nuove tecnologie.

Nessun commento: