24 novembre 2008

Quale lavoro o facoltà scegliere dopo il diploma?

Quale percorso di studi intraprendere? Continuare a studiare oppure andare subito a lavorare dopo il diploma? Quale facoltà scegliere?
Per la gran parte dei giovani che cercano lavoro sono sicuramente tempi difficili, l'economia è in profonda crisi e l'Italia è cresciuta negli ultimi anni a ritmi a dir poco ridicoli, non a caso i nuovi posti di lavoro sono derivati soprattutto dall'inserimento della flessibilità nel mercato, spinta poi verso la precarietà in molti casi o il tempo indeterminato in quelli più fortunati.

Secondo uno studio ripreso dal giornale Repubblica l'offerta di lavoro in media arriva dopo l'invio di 32 curriculum, per email, per posta o di persona. Praticamente bisogna spendersi nelle pratiche di spamming per trovare un posto di lavoro.
Non c'è differenza tra laureato e non all'ingresso del mondo del lavoro, ovvio, quando non serve una conoscenza troppo specifica. Bisogna saperlo, in quanto ci si accorgerà che all'inizio lo stipendio per un neolaureato partirà quasi sempre e comunque dallo scalino più basso che probabilmente non rispecchia quello che è il valore che ognuno pensa di aver acquisito negli anni di studio.

Così uno cerca di inserirsi nel settore professionale per il quale nutre maggior interesse, magari anche in linea con i propri studi (dovrebbe essere così), sapendo che è all'inizio dell'opera, dovrà svenarsi se vorrà concludere qualcosa e progredire, sperando che il progresso di carriera non derivi da logiche di anzianità sulle quali l'Italia è stata costruita fino ad oggi, e non a caso ne paga i frutti marci dell'inefficienza, dell'incompetenza, della conservazione, del clientelismo ecc...

Questo discorso riguarda soprattutto coloro che hanno studiato e che potrebbero essere portati a credere che gli sforzi nello studio saranno premiati da subito nel lavoro, non è così, lo studio serve soprattutto nel lungo periodo, spesso neanche in termini di contenuti ma in primis di metodo, è probabile anche che nel lavoro lo sforzo da fare non sarà inferiore a chi invece non ha una laurea ma si è formato sul campo.
Ora verso la fine degli studi superiori il consiglio che posso dare è quello di ricercare dati e studi sui settori in maggiore fermento oggi e in prospettiva, cercando di vedere quali sono quelli che possono rientrare nei gusti personali. E' triste ammetterlo ma partire dai propri gusti rischia di essere la scelta peggiore in un economia molto ingessata, perché qualunque sforzo si farà potrebbe essere inutile se in quel segmento non ci sarà mercato e dunque opportunità professionali. La tendenza dei datori di lavoro è quella di muoversi al ribasso in ogni contratto offerto per cui Babbo Natale non esiste, ma con il lavoro duro e facendo attenzione ai contratti si può iniziare dopo qualche tempo ad avere pretese e ambire a maggiori soddisfazioni, economiche e non.

Inoltre non bisogna farsi spaventare dalla propria esperienza scolastica fino al diploma, l'università è un mondo diverso, per cui anche se si potrebbe faticare in qualche materia è anche vero che quello sforzo verrebbe ripagato se si è scelta la facoltà giusta.

L'ultimo punto che voglio sottolineare è che se si esclude poche facoltà, quali possono essere ingegneria, informatica e medicina-derivati, tutte le altre offrono spunti interessanti sul mondo reale ma poco per il mondo del lavoro: é essenziale saperlo per non costruire castelli di sabbia sulle proprie speranze.

Tutto il resto è ciò che si riesce a fare con le proprie mani e il proprio intelletto, anche disattendendo quelle che sono le previsioni del sistema economico, perché dopotutto ci hanno insegnato che il capitalismo alla lunga premia il genio che si applica (qui c'è puzza di meritocrazia, quella materia oscura per la maggioranza italica); si può sognare e pensare che si potrà fare ciò per cui ci sentiamo più portati? Sì si può, yes we can, because one day old people have to die.

A parte tutto, il mercato del lavoro italiano non può che migliorare, almeno questa è la mia speranza, bisogna stare pronti alla risalita e valutare al meglio le offerte, cercando di selezionare quelle che possano dare maggiore valore al vostro curriculum quando non le considerate scelte definitive (ormai sempre più rare).

I mercati più attivi ora e in prospettiva riguardano l'informatica e tutto ciò che si lega ad Internet, il settore pubblico, comparto ospedaliero, nel quale i contratti a tempo inderminato sono in maggioranza (gli infermieri e i tecnici sono sempre pochi), quello delle energie rinnovabili, l'ingegneria (dalla gestionale alla meccanica), per le materie tecniche da sfruttare nell'industria le offerte sono tante. Poi se sa vendere è ha un bel visino può anche lanciarsi nel commerciale, in questo caso una laurea è utile ma non necessaria, così come per scrivere su un giornale come fanno la gran parte dei giornalisti...certo per scrivere bene e capire ciò di cui si parla di volta in volta ci vorrebbero almeno 4-5 lauree che ricoprano i principali campi del sapere umano.

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