09 aprile 2009

La pubblicità online conviene?

Si parla spesso del futuro di Internet, del valore e delle prospettive della pubblicità online, della rete globale e della sua continua estensione attraverso le diverse tecnologie, dalla fibra ottica al Wimax.
La crescita dell’advertising sul web è costante, è anche vero però che risulta più difficile individuare novità ed idee che possano realmente dar luogo a una qualche rivoluzione o perlomeno modificare gli attuali equilibri del mercato pubblicitario che tende a premiare i piccoli piuttosto che i grandi colossi, non a caso quest’ultimi sono restii a ridurre i loro investimenti nel sistema radio-televisivo e sulla carta stampata.

I motivi sono molteplici. Anzitutto la percezione di chi si occupa di marketing nelle grandi aziende è che la pubblicità offline si possa analizzare, valutare e quantificare secondo regole molto precise, questo grazie agli innumerevoli studi sviluppatisi negli anni.
In secondo luogo Internet e tutte le tematiche ad esso collegate sono materia recente. Per quanto riguarda poi il web marketing c’è un terzo punto rilevante: una campagna marketing online può essere in realtà studiata e valutata con una precisione e con gradi di focus molto più attendibili rispetto a quello che può avvenire per una qualsiasi altra azione di marketing, per questo può generarsi la paura di un fallimento difficilmente controvertibile a parole, abililità tipica dei markettari (senza offesa, intesi come coloro che devono fare in modo che si venda).

Ad esempio proviamo a riflettere su un volantino e un banner. Fingiamo che l’idea di fondo alla base della loro creazione sia la stessa, un volantino una volta letto può essere buttato o conservato, ma non si saprà mai se ad esempio la maglia pubblicizzata su di esso sarà venduta grazie a questa publicità.
Nel caso di un banner invece, attraverso gli appositi strumenti, si potrà sapere cos’ha fatto l’utente dopo il click, quali sono le pagine che ha visitato, quanto si è fermato, se si è registrato al sito e ha acquistato la maglietta, quante volte sarà ritornato al sito.

Ecco che un addetto al marketing non può più attingere alla sola fuffa per provare l’efficacia di una campagna!

Quello che però non comprendono le grandi aziende è che se la concorrenza su Internet è oceanica è altrettanto vero che se si fa un lavoro fatto bene i risultati si raggiungono e possono diventare virali, questa è la convenienza che si fatica a cogliere.
Dopotutto non vedo perché la Nutella dovrebbe aver paura di cento siti di Cioccolata Pinco Pallino simil-Nutella. La Nutella originale è una e chiunque lo sa, del resto la stessa Google è accusata da più parti di favorire i grandi marchi.
(Mi stanno venendo in mente le fettazze di pane e nutella che mangiavo da piccolo, monumentali, scusate per la digressione e speriamo che la Ferrero mi paghi per queste ultime righe).

Credo che un argomento molto più interessante possa essere quello di capire quale sarà il futuro dell’advertising, chissà, magari la prossima puntata.


2 commenti:

Cesare Rensenbrink ha detto...

ehi ehi! la nutella non è della Nestlè! è della Ferrero - come il Kinder e l'Estathè - italianissima!

Nico Guzzi ha detto...

E' vero!!! Correggo, l'avevo confusa con la Motta che invece è stata acquisita dalla nestlé