08 aprile 2009

SEO contro editori contro aggregatori

lettore di giornaleRiprendo una notizia interessante del Corriere della Sera che tratta della crisi dell’editoria, dei problemi e delle soluzioni allo studio degli editori, molti dei quali si stanno schierando contro tutti quei siti che aggregano le notizie offrendone solo l'estratto iniziale per poi rimandare alla pagina originale dell’articolo presente sui siti Internet delle singole testate giornalistiche.
Alcuni siti-servizi aggregano addirittura le notizie con sistemi automatizzati, nessuna redazione filtra i contenuti, solo algoritmi e formule matematiche, si pensi ad esempio a Google News che l’analista Henry Porter del Guardian considera un regime di monopolio dell’informazione, in quanto non dà alternative a chi crea o cerca contenuti.

Per Rupert Murdoch la soluzione è quella di proporre le notizie nella loro completezza solo ad utenti che pagano un abbonamento, pare che l’idea piaccia e possa contrastare il fenomeno dei siti aggregatori.
Una delle paure principali che hanno le grandi testate è che la notizia si sleghi completamente da chi l’ha creata, livellando così tutto il mercato dell’informazione e rendendo la competizione potenzialmente vastissima, soprattutto quando si tratta di dover inoltrarsi su temi particolari su cui blog, comunità, forum e gruppi specialistici rischiano di farla da padroni.
Questi sono i motivi che spingono molte testate così come le agenzie di stampa a valutare azioni legali contro gli aggregatori.

A questo punto vi propongo alcune considerazioni doverose che non sono state fatte. Esistono sia motivi tecnici che di web marketing per i quali imbastire una crociata ideologica contro gli aggregatori può essere se non controproducente quantomeno miope.
Prima di tutto i link che ricevono i giornali online e le agenzie da questi aggregatori sono spesso di buonissimo livello, infatti molti di questi siti (segnalati anche nell’articolo del Corriere) hanno un pagerank altissimo, generano una quantità di traffico molto elevata e questa potenza viene in parte trasferita ai singoli siti. Non ho individuato l’uso di nofollow negli href, per cui ricevere questi link conviene, in più i commenti disponibili possono accrescere ulteriormente il valore del contenuto.

C’è anche da considerare che tra le azioni principali di SEO e Web Marketing ci sono quelle di Link Popularity e Link Baiting e che hanno tutte un costo, non vedo per quale motivo i grandi editori dovrebbero avere paura di questo sistema che oltretutto possono sfruttare grazie alla loro popolarità e alla conseguente rendita di posizione, potendo pagare molto meno per ottenere risultati che nuove testate impiegherebbero tantissimo tempo a raggiungere e a costi probabilmente più elevati.

E' chiaro che tutto ciò vale se le storiche testate affrontano il tema informazione su Internet comprendendo a fondo le sue peculiarità, potenzialità e possibilità, altrimenti se l’idea è semplicemente quella di riconquistare dagli aggregatori il traffico perso dalla propria Homepage per poter vendere banner e spazi pubblicitari a prezzi più alti il modello rischia di fallire, l'advertising è sempre in fermento e non si può pensare solo a questo elemento, se pur fondamentale. Di sicuro lo stesso modo di creare notizia deve adattarsi, le redazioni devono modificarsi e seguire criteri che tengano conto del mezzo Internet.

Forse tra le preoccupazioni degli editori c'è il fatto che la testata possa passare in secondo piano, non tanto rispetto alla notizia e ai siti che la ripropongono tale e quale, quanto rispetto al giornalista che grazie a internet se fa un lavoro di qualità può conquistare una notorietà e un seguito maggiore rispetto a quello dei giornali per i quali scrive. Si pensi ad esempio al successo del giornalista Marco Travaglio, diventato noto grazie anche alla televisione ma che ha continuato a lavorare nello stesso modo adattandosi però ad Internet, accrescendo così la propria popolarità, che del resto rischiava nel sistema ingessato dell'informazione italiana di franare se fosse rimasta circoscritta alla sola televisione e ai giornali della carta stampata visto gli argomenti politically incorrect che ha sempre trattato.

Non si tiene conto nemmeno della crescita dei Social Network la cui espansione potrebbe andare a diminuire la preminenza degli stessi aggregatori e dei motori di ricerca per quanto riguarda la riduzione massima della timeline delle news che possono essere date con un'efficacia pari alla diretta per un evento inatteso; anche in questo caso possono essere usati anch’essi come una buona vetrina per gli articoli, la qualità saranno gli utenti a discuterla.
A proposito del terremoto in Abruzzo e della scossa più devastante delle 3,32, gran parte delle prime notizie provenivano da Twitter e Facebook, mentre le redazioni dei giornali dormivano o faticavano a dare un qualunque aggiornamento sull'evento.
Chiunque si occupa di informazione non può tralasciare questi aspetti, non può pensare di copiare e incollare al Web il modo di procedere di una redazione offline o più in generale il modello economico della carta stampata o della televisione.


2 commenti:

Seo Guru ha detto...

Il tuo articolo mi è sembrato ottimo. Lucido, soprattutto.
:) Il problema - se vuoi - è che i siti di molti editori - per lo più giornali - non sono per nulla ottimizzati. Spesso non lo sono nemmeno gli 'aggregatori', inoltre.
In questo senso molto spesso il blogger indipendente - ma intelligente e preciso - è un canale di informazione di gran lunga più 'completo', almeno se parti da Google per cercare le varie notizie. Sono proprio gli editori che dovrebbero raccogliere e 'aggregare' diverse fonti di informazione, filtrandole - se proprio necessario. Qualche tentativo è stato lanciato da alcuni, che iniziano ad ospitare - o a comprarsi - network di blog (penso proprio al gruppo dell'Espresso). Ma, anche lì..... di seo non se ne parla... :)

Per carità, si tratta sempre di siti mastodontici (e comunque trafficatissimi). Ma dovrebbero assumere un team, non ti basta il 'consulente' una tantum, secondo me.

Nico Guzzi ha detto...

sì, diciamo che all'interno della redazione ci vorrebbe quantomeno una persona (o più) che si occupi quotidianamente di questo aspetto (in modo da fare da collante tra chi gestisce il sito dal punto di vista tecnico e chi produce i contenuti) e nel caso non ci fosse affidarsi ad un'agenzia esterna è utile ma dovrebbe essere affiancato anche un lavoro di formazione della redazione e dei programmatori che gesticono il sito.