10 marzo 2010

Architettura dell'informazione: le 25 tesi di Andrew Hinton

Riporto a seguire le 25 tesi di Andrew Hinton sull'architettura dell'informazione, sviluppate in primo luogo per dare punti di riferimento e risposte alla crescente ed inevitabile complessità dell'informazione a cui Internet ha dato vita.

Come recita la biografia, Andrew Hinton è studioso di design e sistemi informativi dal 1991, l'attenzione e gli interessi si sono poi spostati al web, alla ricerca di regole e soluzioni per la migliore forma possibile di presentazione e reperibilità delle informazioni nell'infinito mondo della rete e della conoscenza condivisa.
Gli sforzi in questa direzione l'hanno portato a fondare nel 2002 l'Information Architecture Institute (Istituto dell'architettura dell'informazione).

Eccovi la traduzione delle 25 tesi. Ad alcune di esse ho aggiunto in corsivo qualche spunto di riflessione estemporaneo, molti punti potrebbero (magari potranno) essere sviluppati in analisi approfondite.

Le 25 tesi di Hinton

1. Le persone hanno bisogno di informazioni.

2. Ancora più importante, le persone hanno bisogno dell'informazione giusta nel momento giusto.

3. Senza l'intervento umano l'informazione degenera nell'entropia e nel caos.

La qualità di un motore di ricerca ad esempio si può definire come capacità di discernere il rumore di fondo dal risultato rilevante e di offrirlo secondo la concezione della coda lunga, il contenuto più rilevante per quel tipo di utente.


4. Internet ha cambiato il nostro modo di interagire con le informazioni. Ha reso ubiquo ciò che una volta era raro: un ambiente informativo condiviso.

Il fatto che una risorsa possa essere raggiunta in diversi modi in un qualsiasi sito Internet porta a valutazioni teoriche e soluzioni pratiche che riguardano SEO, usabilità, architettura dell'informazione, gestione dei duplicati, identità del sito (o dell'azienda) ecc...


5. Rendere rilevante e opportuna l'informazione richiede lavoro umano e specializzato. Svolgere questo compito per un ambiente globalmente condiviso fatto anch'esso di informazione richiede un nuovo tipo di lavoro umano specializzato.

Content manager, copywriter, seo, sem, architetti dell'informazione, web designer, web editor. Queste le figure che vanno per la maggiore nel mercato della strutturazione dell'informazione sul Web.


6. Tale lavoro è sia una scienza che un'arte.

La parte scientifica deriva dal metodo, dalla pratica, dall'analisi dei dati, la parte relativa all'arte mette in risalto un altro aspetto, la creatività, a volte il vagare coscientemente nel mondo delle idee può portare all'individuazione di sentieri inesplorati, a volte ovvi altre volte rivoluzionari e che s'impongono nonostante non siano comuni, ma che risultano vincenti perché efficaci ed efficienti.


7. Tale lavoro è proprio dell'architettura: la trasformazione dell'informazione grezza in spazi d'informazione condivisa, utili, navigabili e capaci di resistere all'entropia e al caos.

8. Si tratta di una nuova architettura che progetta strutture informative anziché mattoni, legno, plastica o pietra.

9. Le persone vivono e lavorano in queste strutture, allo stesso modo in cui vivono e lavorano nelle loro case, nei loro uffici, nelle industrie e nei centri commerciali. Questi luoghi non sono virtuali: essi sono reali come le nostre stesse menti.


Attendiamo che ogni cosa sia interconnessa in rete: cellulari, carte di credito, televisione, palmari per la spesa, profilano un futuro in cui l'informazione e la facilità di reperimento della stessa dovranno coincidere su qualsiasi mezzo la si cercherà

10. Moltissime persone spendono sempre più tempo in questi luoghi. Poiché il numero dei cosiddetti lavoratori della conoscenza è in continuo aumento, sempre più persone vivranno, lavoreranno e collaboreranno, impareranno e giocheranno in tali ambienti, spendendo sempre più tempi in queste attività.

11. La quantità di informazioni a disposizione della nostra società da rendere difficile la comprensione. E aumenta ogni giorno, non diminuisce. Inesorabilmente, l'informazione collassa sulla sua stessa massa. Ha bisogno di respirare, e il suo ossigeno è la rilevanza.

12. Uno degli obiettivi dell'architettura dell'informazione è modellare l'informazione in forme che permettano ai destinatari di creare, gestire e condividere la sua essenza in una struttura capace di assicurare rilevanza semantica.

Anche da questo punto di vista i motori di ricerca sarebbero da approfondire. La real time search implementata e gettata nella mischia da Google e Bing in questi ultimi mesi si muove proprio in questa direzione, cioè riuscire a creare una massa critica e rilevante delle informazioni più fresche, esempio eventi eccezionali, manifestazioni sportive ecc... Cioè quello che non permette di fare la ricerca tradizionale dei motori che risponde a criteri di pertinenza in cui la freschezza del contenuto è solo uno dei tanti elementi, e nemmeno tanto rilevante ai fini del posizionamento.


13. Un altro obiettivo dell'architettura dell'informazione è modellare l'ambiente per consentire agli utenti di comunicare, collaborare e interagire meglio uno con l'altro.

14. Ma c'è un ultimo obiettivo ancora più importante: l'informazione esiste solo all'interno di comunità di senso. Senza altre persone che ne fruiscano l'informazione senza contesto non è informazione. Essa diviene mero dato, meno che polvere.

Il richiamo al concetto di coda lunga di Chris Anderson è evidente, ogni nicchia può diventare rilevante su Internet, per cui costruire informazione e strutturarla adeguatamente, anche per il gruppo di prodotti o interessi meno popolare può portare a grandi successi.


15. Perciò l'architettura dell'informazione riguarda prima di tutto le persone, e solo secondariamente la tecnologia.

Internet proprio su questo aspetto ha uno dei suoi punti di forza. Con esso si può conoscere ciò che effettivamente fanno le persone su un sito, come si muovono, cosa leggono e cosa non vedono, può contare su una mole di dati puri di cui non dispongono ad esempio tv, ospedali, giornali, poste e qualsiasi altro spazio. Per cui se c'è un metodo che a fatica si è diffuso ed esteso sul Web, è proprio la costruzione dell'informazione intorno all'utente.


16. Tutte le persone hanno il diritto di conoscere dove si trovano, dove stanno andando e come raggiungere ciò di cui hanno bisogno. Le persone normalmente cercano i luoghi che permettono di soddisfare queste necessità essenziali. Qualunque ambiente che ignori questa legge naturale attrarrà e tratterrà un numero ridotto di persone.

17. L'interfaccia è una finestra sull'informazione. Tuttavia anche la migliore interfaccia acquista valore solo in relazione alla struttura dell'informazione a cui dà accesso. (Ma è vero anche il contrario: un'informazione, per quanto ben strutturata, sarà utile nella misura in cui lo è la sua interfaccia. Per questo motivo design dell'interfaccia e architettura dell'informazione sono mutuamente legati).

Usabilità, SEO e architettura dell'informazione, tre facce della stessa medaglia, certo a volte bisogna fare delle scelte e sacrificare un aspetto piuttosto che un altro ma è impensabile scindere queste attività in mondi paralleli.


18. Come la rivoluzione copernicana cambiò l'intera concezione del mondo e non solo l'astronomia, così Internet ha modificato molto di più che la sola tecnologia. Oggi noi ci aspettiamo che tutti gli ambienti informativi siano accessibili, immediati, globali.

19. Il fatto che l'architettura dell'informazione abbia fino ad oggi riguardato soprattutto Internet non significa che anche in futuro sarà così.

Ritorna il concetto di interconnessione totale e globale di uomini, oggetti e strumenti in un'unica rete, Internet è la candidata ideale per ora, a ciò dovrà legarsi una costante attenzione all'insieme, a tutti gli strumenti, le piattaforme, da qui parte anche il futuro del SEO.


20. Gli strumenti impiegati dall'architettura dell'informazione possono essere di qualunque tipo.

21. Tali strumenti vengono approntati da differenti figure professionali: esperti in scienze dell'informazione, artisti, bibliotecari, designer, antropologi, architetti, scrittori, ingegneri, programmatori e filosofi. Ciascuno apporta un punto di vista differente e tutti insieme aggiungono sapore alla ricetta. Tutti sono ugualmente necessari.

22. Tali strumenti hanno origine da discipline differenti, da cui prendono forme e metodi peculiari: vocabolari controllati, modelli mentali, brainstorming, etnografia, thesauri, interazione uomo-computer ecc... Alcuni sono vecchi strumenti, altri nuovi. Altri devono ancora essere inventati.

23. L'architettura dell'informazione riconosce che la sua pratica è più grande di ogni singola metodologia, strumento o prospettiva.

24. L'architettura dell'informazione nasce come azione, quindi diventa prassi e solo successivamente disciplina.

25. Condividere tale prassi fa crescere la disciplina e la rafforza.

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