07 dicembre 2011

1934

Sembrava tutto così semplice, la nostra casetta poco fuori Berlino, il piccolo cortile nel quale parcheggiavo la vecchia mietilegatrice Deutz, mia moglie Linde, i mie due figli Allen e Eike, futuri valorosi soldati della patria; l'ordine per le strade, a scuola, nelle piazze, l'ordine che ci ha salvati dalla fame dopo i giorni del pane comprato a carriole di contanti.
Qualcuno però diceva che presto le cose sarebbero cambiate, che c'era bisogno di una guerra per purificare il mondo ed estendere la disciplina a tutte le nazioni corrotte, contro quei popoli che facevano patti con coloro che avrebbero portato il mondo alla catastrofe.
Oggi che ho quasi 97 anni ti dirò, tutto è cambiato, Berlino ora è una città di artisti, è internazionale, ma guardando più a fondo nelle tasche della gente che s'incontra per le vie di Berlino, nei portafogli, nelle etichette dei vestiti che portano, in quell'internazionale che tutte le nazioni lega tra loro, sapete cosa vedo? Ne più ne meno che la stessa follia.
Vi credete migliori, più forti, moderni, in grado di risolvere qualsiasi problema quando i problemi sono gli stessi, gli errori che fate sono gli stessi, siete solo più bravi a nasconderli sotto il tappeto, ma più deboli perché senza ideali, pieni di radici e legami inconsci che il capitalismo e l'economia globalizzata vi impone volenti o nolenti. Voi potete scegliere qualsiasi cosa ma in realtà decidete di non scegliere delegando e proteggendovi dietro la forma di governo che chiamate democrazia.
Non c'è nulla da fare, ogni epoca, ed io ne ho vissute tante, ha le sue bombe ad orologeria da disinnescare, si può cercare di intervenire sul timer cercando di posticipare l'esplosione, come succede a voi e com'è quasi sempre successo nella storia, ma prima o poi l'esplosivo fa boom e a quel punto tutti si guarderanno intorno chiedendosi: ma dove eravamo mentre il ticchettio che sentivamo ci ricordava che il nostro culo era adagiato su un letto di bombe?
Io credo che la bomba si debba e si possa disinnescare prima che esploda, che si debba guardare in faccia la realtà e modificarla prima del punto di non ritorno.
Ma non vi voglio prendere in giro. La mia vita mi ha insegnato che sono in pochi ad avere il coraggio e la costanza per farlo.

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