12 giugno 2007

WiMax: e la banda larga arriverà ovunque

Il divario digitale è un problema che colpisce anche l'Italia, se si pensa soprattutto ai numerosi paesini sperduti degli Appennini, delle Alpi, o al Sud, posti carenti di molte infrastrutture perciò, e dove le compagnie telefoniche per gli alti costi di allacciamento, spesso causa orografia complessa, e il numero scarso di possibili utenti evitano di estendere le reti dsl.
Ma l'accesso ad alta velocità ad Internet sta diventando giorno dopo giorno un diritto, quindi bisogna trovare la soluzione. Quale?
Secondo il ministro delle Telecomunicazioni Paolo Gentiloni le tecnologie con sistemi di trasmissione basate su onde radio, quali Wifi e Wimax, sono la via per combattere il divario digitale, facendo arrivare la banda larga anche a quel 13% di popolazione italiana digitalmente isolata.
Sottolineo la differenza tra Wifi, adatto alle reti locali, domestiche o aziendali che siano, a corto range perciò e il Wimax la cui copertura di diversi chilometri e potenza del segnale è tale da essere usata per connettere grandi comunità ad Internet e non in locale.
Nonostante l'importanza di questa alternativa per coloro che non sono raggiunti dalla banda larga qualcuno si sta chiedendo se queste onde facciano male o no, la Bbc si è occupata del problema seguendo da vicino l'iniziativa di William Stewart, capo dell'Agenzia inglese per la protezione della Salute(HPA), il quale ha deciso di monitorare le reti wireless in modo da ipotizzare possibili effetti.
Sebbene non si abbiamo prove certe sulla pericolosità o sterilità di queste onde, di certo si sa che le onde elettromagnetiche che produce un cellulare sono tre volte superiori, significa cioè che una chiamata di 20 minuti equivale all'esposizione di un intero anno alle radiazioni di strumenti wireless.
Lo stesso mistero aleggia intorno al WiMax, se sia più o meno nocivo non è dato saperlo, del resto ancora non si è compreso quanto lo siano le onde dei cellulari, che oltretutto agiscono in stretto contatto con il cervello.

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