17 febbraio 2009

Il microcredito di Yunus

Il microcredito di Yunus
Il microcredito nasce da un'idea di Mohammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006 e sviluppato a partire dal 1977 in Bangladesh. Yunus circa 30 anni fa ha dato vita ad una nuova concezione di credito fondando la Grameen Bank per cercare di combattere la povertà, ma in che modo?
Se un italiano qualsiasi per ricevere un prestito da una banca deve offrire garanzie su garanzie, avere quindi già un patrimonio alle spalle (nemmeno le idee contano) la Grameen Bank li concede invece ai più poveri senza applicare criteri di solvibilità, ma investendo sul rapporto di fiducia, elemento fondamentale.

Il progetto ha avuto origine in Bangladesh, paese d'origine di Yunus, il termine Grameen è traducibile come aggettivo il cui significato è “del villaggio” quindi banca del villaggio ed è proprio dallo studio di un villaggio in particolare, quello di Jobra, che Yunus ha elaborato la sua teoria secondo la quale la povertà dei suoi abitanti non era dovuta all'incapacità o alla mancanza di idee, ma bensì all'insufficienza di risorse economiche per intraprendere una qualsiasi attività imprenditoriale; nella situazione in cui versavano le famiglie di Jobra il prestito bancario sembrava una soluzione, ma non accettabile a causa degli interessi molto elevati che finivano per soffocare il debitore, in questo quadro si creava perciò uno stallo economico e sociale.
Pensate che il debito contratto da 41 famiglie era di 27 dollari, e per questo debito erano ridotte alla fame! Non strabuzzate gli occhi, per noi è in effetti una cifra ridicola.

La teoria alla base di Grameen Bank non punta a soluzioni accomodanti, ad un'elemosina, ma cerca di alimentare un tessuto sociale e le sue potenzialità.
Significa quindi stimolare le attività imprenditoriali, reinvestire i crediti in nuovi progetti locali, aiutare una comunità ad esprimersi e non ad assimilare un modello di sviluppo importato da qualche paese occidentale che finanzia progetti a macchia di leopardo, valorizzando quindi quelli che sono gli individui ma anche una cultura nel suo complesso.
I beneficiari dei prestiti sono i poveri, ma sulla povertà bisogna stabilire criteri ben definiti e a ciò è molto attenta la Grameen Bank, scongiurando finanziamenti ai meno poveri che altrimenti vanificherebbero gli aiuti a quelli che sono invece alla fame, perché li schiaccerebbero sotto il loro crescente potere economico.

Il denaro non è buono a prescindere, bisogna vedere come viene elargito e chi sono i beneficiari.
Valutare la povertà significa analizzare quello che una comunità ha in termini di risorse primarie, sanità, alfabetizzazione e sistemi di credito. A seconda del grado di sviluppo di questi contesti socio-economici e culturali si possono poi individuare i poveri.
Quello che offre questo tipo di banca non è una soluzione dall'alto immediata ma un percorso di sviluppo per coloro che ne fanno parte e conseguentemente per la comunità nella quale vivono, avendo come orizzonte il medio e lungo periodo per una crescita economica, sociale, scolastica, infrastrutturale e istituzionale. In questo modo anche la banca può trarre profitto perché ha investito su progetti che vengono realmente messi in pratica sul territorio, ha investito sull'economia reale, sulle persone, e soprattutto su gruppi di persone.

Nel progetto di Yunus i prestiti sono stati quindi elargiti alle donne, coloro che non lavoravano, dando vita ad una vera e propria rivoluzione sociale, se prima la donna non aveva poteri all'interno della famiglia, non poteva nemmeno avere un libretto di risparmi, ora può addirittura sviluppare un'attività, produrre reddito, il processo non è stato perciò semplice, il cambiamento è stato culturale oltre che legislativo, ma sta dando i suoi frutti.
I piccoli prestiti diventano un motore per le economie più povere, le donne a volte si aggregano, a volte diventano socie della banca, investono nella pesca, nell'agricoltura, generando una spirale economica positiva del tutto inattesa.

Si crea anche una rete fiduciaria tra i debitori per la quale nel caso in cui uno non riesca a pagare, allora si espongono tutti gli altri, che in questo modo producono un'importante pressione affinché il debitore cerchi di risolvere i suoi problemi in prima persona o con l'aiuto di tutti coloro che insieme a lui hanno un debito (o anche un credito) verso la banca.

Il microcredito si è esteso a moltissime zone del mondo, e oltre alla Grameen Bank altri organismi si stanno spendendo in questo genere di attività, anche nei paesi occidentali dell'Unione Europea. Quest'ultimi infatti non sono esenti da problemi di povertà, di esclusione economica e sociale, si pensi ad esempio alle realtà periferiche delle grandi città, alle ghettizzazioni razziali, ecco perché anche in questo caso il microcredito può essere una valida alternativa (o un supporto) ad un stato del Welfare spesso troppo debole per risolvere queste problematiche.



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